Alla fine l'ha spuntata lui: Lionel Messi si è aggiudicato la 65esima edizione del Pallone d'Oro. L'argentino ha avuto la meglio su Robert Lewandowski e l'italiano Jorginho, classificatosi rispettivamente al secondo e terzo posto nella classifica generale. La vittoria della stella del PSG ha suscitato non poche polemiche da parte di molti tifosi ed addetti ai lavori, i quali hanno trovato eccessiva la sua vittoria, dato che è stato reduce da una stagione non propriamente esaltante.

Messi nell'ultima annata ha vissuto tanti momenti difficili, con l'unico vero momento di gloria che si è avverato il 10 Luglio 2021 quando al Maracanã, con la Nazionale Argentina, ha conquistato la "Copa America", il suo primo titolo a livello di nazionali; ed è stata proprio questa vittoria che ha indirizzato la sua vittoria al Pallone d'Oro, perchè se andiamo ad esaminare l'intera stagione sportiva con il suo ex club possiamo definirla un vero flop: 3° posto in campionato, eliminazione agli ottavi di Champions League e sconfitta nella finale della SuperCoppa di Spagna; con l' unica consolazione riposta nella vittoria della Coppa del Re  (la nostrana Coppa Italia).

La situazione si fa ancora più interessante se andiamo ad analizzare la stagione degli altri giocatori piazzati sul podio, in particolare quella di Robert Lewandowski; il campione del Bayern Monaco era il grande favorito per l'assegnazione del premio, complici le molteplici vittorie e gli innumerevoli record che ha collezionato. Infatti, nella scorsa annata il polacco ha vinto ben 4 competizioni a livello nazionale e internazionale: la BundesLiga, la SuperCoppa di Germania, la SuperCoppa UEFA e la Coppa del Mondo per Club. Inoltre da sottolineare i record a livello personale, avendo vinto il titolo della Scarpa d'oro, il Globe Soccer Awards come calciatore dell'anno, il Golden Player ed il record di gol segnati in una singola stagione di BundesLiga (41). C'è da aggiungere, ad onor del vero, il brutto cammino ad Euro2020 con la sua nazionale, anche se le responsabilità sono da ricercare più nel collettivo (non ricco di talenti) che in Lewandowski, che ha comunque siglato 3 gol in 3 partite.
Tra l'altro la sfida tra Messi e Lewandowski sarebbe ancor più impietosa per l'argentino se si prendessero in considerazione gli ultimi due anni (poichè nel 2020 il Pallone d'Oro non è stato assegnato per via della pandemia da Covid-19), infatti nella stagione 2019-2020 Messi non ha vinto alcun titolo, mentre il bomber del Bayern ha conquistato lo storico "triplete", vincendo BundesLiga, Coppa di Germania e Champions League, aggiudicandosi inoltre il premio di giocatore dell'anno UEFA.

Com'è possibile quindi che il vincitore del premio più prestigioso a livello calcistico sia stato un giocatore, sì formidabile, ma nell'ultimo biennio nettamente inferiore rispetto ai diretti rivali per la vittoria?
Per provare a dare una spiegazione a questa domanda bisogna partire dal presupposto che da 12 anni il Pallone d'Oro è un duopolio tra Messi e Ronaldo, con l'unica eccezione nel 2018 quando a trionfare è stato Luka Modric. Ed è proprio questo il punto nevralgico della questione; da soli Messi e Ronaldo valgono, dal punto di vista del marketing, più di tutto il resto dei calciatori del panorama mondiale; e se è vero che per molti anni si sono ampiamente meritati la vittoria del premio, è ancor più vero che in diverse edizioni c'erano molti altri giocatori che avrebbero ampiamente guadagnato il successo finale. E non è un caso che nell'anno del trasferimento più eclatante degli ultimi 20 anni, ovvero quello di Messi dal Barcellona al PSG, sia stato proprio  la "Pulce" a vincere quello che sembra esser diventato sempre di più un premio di marketing, dove il calcio, quello dove si premiano i meriti sportivi, viene messo in secondo piano. Ed è per questo che campioni del calibro di Ibrahimovic, Lewandowski, Salah, Iniesta o Neuer non sono riusciti in questa impresa. Troppo poco mediatici, troppi pochi sponsor.

Un ultimo spazio va doverosamente lasciato a Jorginho.
L'azzurro ha raggiunto il grandissimo traguardo di classificarsi al terzo posto, dopo che gli ultimi italiani che si riuscirono a piazzare sul podio furono Cannavaro e Buffon nel 2006, rispettivamente al primo e secondo posto; ma nell'anno in cui il centrocampista del Chelsea ha vinto da protagonista assoluto la Champions League e l'Europeo non è di certo un'eresia affermare che avrebbe meritato molto di più. 
Ma si sa, avere determinati cognomi dietro sulla maglietta vale più di ogni cosa.
E il campo? No, quello ormai conta poco e nulla.