Tutto sbagliato, tutto da rifare. Forse questa volta sarebbe il caso di ripartire seriamente da zero, senza le classiche vendite di fumo da proclami grotteschi di personalità risibili. C'è del marcio nel calcio italiano, molto grande, se ne parla ormai da troppe estati e la prossima sembra non essere esente da ulteriori scandali e polemiche. Perché quella nostra a livello culturale è una regola non scritta che fedelmente viene rispettata dai vertici del mondo del pallone tricolore: tutto cambi affinché nulla cambi.

Il Palermo viene declassato all'ultimo posto nella stagione in corso di Serie B: scatta la retrocessione d'ufficio in Serie C. Fin qui nulla di strano, se non la tempistica. Il club rosanero ha commesso illeciti amministrativi nel periodo risalente tra il 2014 e il 2017, durante ancora la gestione Zamparini, che intanto evita la radiazione e ad oggi potrebbe tranquillamente rilevare le quote di un altra società calcistica. Questi illeciti hanno consentito al Palermo la garanzia dell'iscrizione al campionato di Serie B 2017/18, nella quale ottenne la qualificazione ai Play-off e sfiorò la promozione in Serie A per mano del Frosinone in quella ormai famosa partita dai mille dubbi. Dopo un lungo e oneroso lavoro d'indagine, uno dei fiori all'occhiello della Sicilia viene punito, ma la sentenza lascia strascichi infiniti.

La prima domanda sorge spontanea: perché aspettare il termine della stagione regolare, con il Palermo classificatosi terzo e qualificato a disputare i Play-off di Serie B (quattro pareggi si sarebbe tradotto in promozione in massima serie), falsando così l'andamento della stagione? Ma in principio, perché assicurare la partecipazione agli due campionati cadetti di una società che evidentemente non avrebbe dovuto esserci per insofferenze finanziarie?

Insomma, il Palermo può ricorrere in Corte d’Appello, la Lega Serie B procede inconsciamente, sui propri passi. Dapprima aveva lasciato intendere il naturale slittamento dei Play-off e del Play-out, poi si rende protagonista di uno straordinario colpo di genio, da rendere ogni azione una farsa. Questo è il rischio che si corre quando invano ci si prova a nascondersi dietro all'apparente buona condizione della Serie A, che intanto difficilmente riesce a tenere sotto controllo i propri malanni.

I Play-out si faranno, basta soltanto ridisegnare la classifica e accogliere il Perugia tra le papabili sei per un posto in paradiso, ma l'apice è l'annullamento del Play-out tra Venezia e Salernitana. Il regolamento parla di un fatto accaduto fuori dall'ordinario: il Palermo è retrocesso dalla giustizia, si aggiunge alle cadute sul campo - Foggia, Padova e Carpi - e si è risolta la questione. Sì, perché sarà la Serie C a garantire, con una squadra in più tra le promosse, il raggiungimento del numero 20 delle partecipanti al prossima annata di B.

Mentre Foggia e Palermo gridano allo scandalo e il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, l'uomo che avrebbe dovuto rappresentare il cambiamento, asserisce che la decisione di cancellare il Play-out non è competenza del Consiglio di Lega Serie B, assistiamo all'ennesima farsa di un calcio malato, fermo sempre e ancora una volta all'anno zero, incapace realmente di alzarsi, volto ad affidarsi a una Serie A mediocre e alla solita manna dal cielo dei diritti tv. Mettiamoci comodi, perché questo è solo l'inizio di una nuova telenovela estiva.