Tavecchio ?

Di nuovo ?!?!?

Non è possibile !!!

Siamo qui, dopo mezza stagione scarsa, a guardarci in faccia increduli.

Il calcio è veramente lo specchio della nazione.

In un Paese dove i politici sono, spesso, talmente corrotti o autoreferenziali da non vergognarsi più di nulla e continuano a comportarsi come se niente fosse anche dopo condanne passate in giudicato, ecco che il calcio dimostra di essere adeguato alla situazione.

La Lega Calcio.

Un luogo dove vengono decisi i destini di società che fatturano centinaia di milioni di euro e vengono indirizzate somme che ammontano ad oltre un miliardo di euro complessivi.

Ma la Lega è anche l’organismo che governa il calcio giocato e, in un business che fa dello spettacolo la proprio mission da cui dovrebbero poi derivare, direttamente e indirettamente gli introiti, non si tratta di un’attività secondaria.

Ebbene, negli ultimi anni in Italia abbiamo assistito al disastro più totale: un crollo verticale, esclusa la Juventus, di risultati a livello europeo delle squadre di club; una perdita di appeal a livello internazionale a discapito di Spagna, Inghilterra, Germania e Francia; l’ingresso di capitali, spesso incontrollati, dall’estero e, comunque, anche se capitali controllati, più attenti al bilancio che non ai risultati con effetti devastanti sul piano sportivo dovuti ai regimi di tassazione e alla mancanza di controlli a priori; non ultimo abbiamo avuto il peggior risultato che la Nazionale ricordi da 50 anni e oltre.

Alla guida della Lega si trovava il sig. Tavecchio che ha cercato di restare attaccato alla propria poltrona in ogni maniera, qual cozza a scoglio.

Dopo aver dichiarato, quando la nazionale sembrava giocare una calcio spumeggiante, che Ventura era una sua scelta e che insieme avrebbero fatto la storia del calcio italiano e nessuno li avrebbe più dimenticati (mai fu più profetico), è sparito nei momenti di difficoltà, abbandonando il C.T. a sé stesso e allo spogliatoio, salvo rinnovargli il contratto quando già lo stesso aveva perso il controllo di tutto ed essere costretto, con i soldi pubblici, a pagargli lo stipendio anche se non ha ottenuto l’unico obiettivo per cui era stato assunto. Già solo per questo Tavecchio si sarebbe dovuto nascondere in uno stato straniero ricco di grotte e anfratti: perché si tratta di un dirigente che, oltre ad aver fallito nella scelta dei suoi collaboratori e nell’ottenere l’unico risultato che gli era richiesto, ha fatto spendere un surplus alla sua società per fallire quest’obiettivo.

In qualsiasi azienda seria verrebbe licenziato e dovrebbe ringraziare per non essere condannato a risarcire i danni.

In Italia deve essere rimosso dalla volontà popolare, perché, da regolamenti e statuti è più intoccabile del Papa, ma viene fatto rientrare dalle società. E chiariamo, quando si parla di società, parliamo di società di Lega Pro nella migliore delle ipotesi. Si, perché qui abbiamo anche questa alienazione: l’Amministratore Delegato di una società viene scelto dalla maggioranza del capitale. Il Presidente della Lega, che ha le medesime funzioni di un A.D. di una società e che controlla capitali per svariate centinaia di milioni di euro, viene scelto dai voti dell’1% di questi capitali.

Già il fatto che sia scelto da chi ha foraggiato per anni dovrebbe lasciare pochi dubbi sulle motivazioni che ce lo ripropongono fra i piedi.

Salvo, poi, ricordarci che, in Italia, tutto si fa per convenienza politica.

E Tavecchio a qualcuno conviene.

Solo che non conviene a nessun tifoso o appassionato di calcio.

L’Italia tutta, democraticamente, a stragrande maggioranza, per acclamazione, lo ha defenestrato.

Le società di calcio tutte lo rimettono al suo posto.

A questo punto, dimostrato che non esiste nessun motivo valido, sportivo o economico che sia, non ci sono neppure motivazioni di interesse generale, in quanto la generalità ha deciso che non lo vuole.

Ma rieccolo, senza vergogna né sua né dei vertici calcistici e sportivi nazionali.

Forse sarebbe il caso che i “tifosi” facessero finalmente qualcosa, invece di parlare.

Vogliamo sapere chi voterà Tavecchio e i tifosi di quelle società che lo hanno appoggiato dovrebbero avere il coraggio di non andare più allo stadio, di non fare abbonamenti tv per guardare la propria squadra e di non comprare gadget di nessun tipo.

Ma nessuno farà nulla. Perché in un Paese che fa le rivoluzioni su Facebook con gattini e cagnetti al seguito, il massimo che possiamo permetterci è un articolo su Vivo per Lei.

E’ questione di Panem et Circenses, come insegnavano i Romani.

E di Circenses ci sono rimasti solo più i pagliacci.