Questa serie si chiama “pagelle disordinate” di Indaco32. Poteva non concludersi con un ultimo capitolo a distanza di quasi 50 giorni dalla conclusione della manifestazione continentale? Sarebbe stato troppo banale, troppo semplice, troppo acchiappalike pubblicarla il giorno dopo.

Quello che avete appena letto è assolutamente falso: mi sono preso un periodo per me a luglio e dunque ho rinviato il tutto, consapevole di dare un degno finale a questo percorso. Messaggio per Calatino, autore della strepitosa copertina: ho mantenuto la promessa, visto? Poi in privato ti devo chiedere un’altra opera ma… ehi, sto divagando.
Insomma, se potete, fingete che sia stata una scelta assolutamente ragionata e ponderata, altrimenti… buona lettura lo stesso: non è che adesso ve ne andate?

VOTO all’intro di Indaco32: 3…2…1

Ultimo rigore. Donnarumma respinge. È fatta! Sì, per la prima volta nella mia vita vedo la Nazionale trionfare agli Europei, è un sogno che si avvera, ma… ma perché Gigio non ride? Vuoi vedere che oltre 59 milioni di italiani si sono fatti male i conti? Che diavolo è successo? Ah no, eccoli, sono arrivati i compagni da centrocampo ad aiutare il portiere più forte del pianeta e fargli capire che anche lui è campione d’Europa. Anzi, soprattutto lui! Però, c’è da comprenderlo, lui è uno che quando fa una cosa vuole essere sicuro. Mica ha lasciato il Milan per il PSG così a cuor leggero, anzi, ha contato fino a 10 prima di scegliere se andare a vincere lo scudetto nel sesto campionato europeo per importanza (notizia di oggi) oppure diventare l’icona di un Milan in fase di costruzione. Come dite? Ha contato fino a (parametro) zero? Va beh, però una cosa la dobbiamo dire: è stato fenomenale in campo. Per cui, se a livello di club sarà sempre discutibile, con la maglia azzurra è già entrato nella galleria dei portieri più forti di ogni epoca.

VOTO alla espressione di Gigio dopo essere stato travolto dai compagni: 9

L’Inghilterra è il Paese del fair play, il Paese che ha dato la luce al gioco più popolare al mondo. La correttezza, il terzo tempo, l’accettare con il sorriso la sconfitta, rendere onore all’avversario vincitore, il vivere una partita di calcio come uno spettacolo proposto su una delle piattaforme di streaming più in voga e non come una questione di interesse nazionale: questo è ciò che caratterizza la terra d’Albione. Nessuna provocazione, nessuna aspettativa o spacconeria, nessun insulto fuori e dentro lo stadio. Niente fischi durante l’esecuzione degli inni nazionali, niente proclami, niente di tutto questo. La medaglia d’argento tenuta al collo come simbolo di un traguardo comunque tagliato nonostante la sconfitta amara. E invece, mi viene da dire: ma contro chi abbiamo giocato? Io difenderò sempre a spada tratta il modello Premier e FA Cup, la loro impostazione sui diritti televisivi e la loro lungimiranza nel riuscire a creare impianti sportivi all’avanguardia coniugandoli con attività commerciali e trasferendo la cultura calcistica adeguandosi ai tempi, però, ragazzi miei, quello a cui abbiamo assistito in questa edizione riporta sulla Terra il mito british. E noi abbiamo riportato la coppa nella penisola.

VOTO alla spocchia “It’s coming home”: 1 (come i titoli internazionali vinti dalla Nazionale)

A proposito, non solo di Europei si è vissuto quest’estate: le Olimpiadi erano così attese che Sterling ci ha tenuto a darne un antipasto. Peccato fosse indigesto.

VOTO ai tuffi da altezza terreno di gioco: 2 (come la posizione a cui la sua squadra è arrivata)

La mia pausa è avvenuta in concomitanza con gli ottavi di finale e un pensiero per i campioni del mondo transalpini… no, dai, è troppo. Uscire in quel modo è già abbastanza, non mi sembra corretto andare a scrivere che hanno ciarlato in modo altezzoso, autoconvincendosi di essere la squadra più forte del sistema solare e che, sebbene in teoria tale affermazione possa essere assolutamente corrispondente a verità, ciò non toglie che non basta sostenerlo o accumulare nomi su un pezzo di carta recitando a memoria la lista di transfermarkt, ma bisogna dimostrarlo con i fatti, andando a sudare dal primo al novantesimo minuto come insegnato dai professori Bonucci e Chiellini e dagli allievi Chiesa e Barella. Ecco, io sinceramente non me la sento di dire tutto questo ai cugini francesi. Lasciamo perdere, su.

VOTO al Tour della France: 3 (come le reti svizzere)

Oh, alla fine l’abbiamo spuntata: Schick è capocannoniere! Ok, quell’altro ragazzo semisconosciuto del Portogallo che ha vinto 5 Palloni d’Oro ha vinto perché ha fatto più assist, ma per noi (plurale maiestatis cit. Il Grande Lebowski… no, non la squadra in cui giocherà Borja Valero e a cui vanno i più grandi applausi, ma del film dei fratelli Coen) la più grande delusione romanista di tutti i tempi è il vincitore indiscusso della classifica marcatori.

VOTO all’Europeo dell’attaccante della Repubblica Ceca: 7.5 (come… no, come niente)

Gli inglesi hanno scritto le regole del gioco e dunque dopo la semifinale contro la Danimarca sappiate che potremo fare una cosa meravigliosa: giocare con due palloni. Sì, proprio come si faceva al parco quando si era in 25 e nessuno voleva stare fermo ad aspettare il suo turno. Parlate sempre di calcio del popolo, di ritorno alle origini, e ora che vogliono inserire una bella novità fate i sofisti? Non vi capisco!

VOTO all’opposizione alle nuove regole: 5 (recuperate a settembre… oh oh, mi sa che tocca studiare)

Voglio concludere queste pagelle così disordinate, senza regole, leggere e assolutamente in libertà con un pensiero non ironico: questa avventura itinerante è stata la consacrazione definitiva da allenatore per Roberto Mancini. Un tecnico che ha vinto tanto, che ha sempre fatto giocare le sue squadre provando a esprimere un buon calcio, ma che ha dovuto subire per anni l’accusa di non essere vincente a livello internazionale (ed effettivamente la bacheca piangeva in questo senso). Ora, con questo successo, ha smentito quanto sopra ma, più di ogni altra cosa, ha riportato la Nazionale ad essere amata in modo sentito e appassionato. Ne avevamo bisogno. Lo dissi dopo la prima partita del girone in una delle edizioni delle pagelle: la mia generazione, sebbene abbia vissuto il Mondiale del 2006, attendeva ancora quella estate che ci facesse sognare in modo verace. E con il massimo e doveroso rispetto per l’impresa in Germania di 15 anni or sono, quella che abbiamo vissuto un mese e mezzo fa è stata una cavalcata che ha unito probabilmente in modo unico il Paese, come forse dal 1990 non avveniva. Dalle “notti magiche”. Quelle che sono proseguite anche con le Olimpiadi, con Tamberi, Ferrari, Jacobs e i velocisti della staffetta che mi sono rimasti nel cuore in modo unico. Insomma, è stata l’estate più italiana di sempre. Queste “notti magiche” non le dimenticheremo mai. E forse, qualcuno di voi, in un modo quasi ingenuo e inaspettato, ricorderà tra qualche anno queste settimane e questo tentativo maldestro di un blogger interista di far sorridere sulla cosa più importante delle cose meno importanti.

VOTO a Mancini e all’Italia Campione d’Europa: 10!!!!!!!!!!!!

 

Indaco32