I fatti di Udine contro il Napoli, una pagina nerissima dello sport friulano, hanno lasciato in modo indiscutibile il segno. Provocazioni dall'una e dall'altra parte, nel giorno dello scudetto del Napoli, con lo stadio Friuli invaso dai tifosi partenopei che lo hanno poi invaso nel vero senso della parola, comportandosi come se fossero a casa loro, dimenticandosi di essere ospiti in casa dell'Udinese, per festeggiare dopo trent'anni il loro terzo scudetto. Momento di festa finito in rissa, scontri e tensione alle stelle, cone decine di DASPO emessi successivamente, poteva finire decisamente peggio, situazione gestita malissimo, nonostante ci fossero tutte la avvisaglie e da quel momento la rivalità tra tifosi friulani e napoletani è andata alle stelle. Il coro odio Napoli oramai è una costante ad Udine ma ciò ha delle implicazioni. Viene da chiedersi se il "monfalconese" Pafundi, amante del Napoli, ed originario di Napoli, che sogna di giocare con il Napoli, abbia deciso di ripensare i rapporti con l'Udinese anche per questo motivo qui. Il rinnovo non è stato immediato, è arrivato all'ultimo, in extremis, quando oramai si paventava il rischio di rimanere fuori rosa e di compromettere seriamente la sua crescita professionale. Nessuna grande al momento aveva bussato alla porta di Udine. Non ancora. Troppo prematuro. Ma alcuni si chiedono se le ostilità proprio contro i napoletani abbiano potuto condizionare la decisione sul rinnovo. Forse è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lo scorso anno ha giocato solo 77 minuti, gestito poco e niente da Sottil, e nonostante ciò si è trattato del minutaggio più alto avuto in SerieA tra i suoi coetanei. Come siam messi? Quest'anno se Sottil lo gestirà nella stessa maniera, sarà un bel guaio con una formazione che ha fatto buona parte del suo mercato in entrata attingendo dalla Serieb inglese. Certo è che di Simone si è parlato forse anche troppo, sul campo non si è visto tantissimo, salve qualche piccolo momento di luce che ha entusiasmato i suoi sostenitori. Di strada Pafundi ne deve fare ancora molta, l'infortunio lo ha condizionato parecchio e l'attenzione mediatica dovuta alle parole e scelte di Mancini ha avuto effettivamente un peso notevole, non ottimale, per alcuni si trova in bilico tra il bruciarsi una carriera mai decollata e chi invece dice che dovrà trovare il trampolino giusto per rilanciarsi. E quale trampolino meglio dell'Udinese? Ma se non gioca, come può rilanciarsi? Quale spazio? Nell'Udinese di quest'anno difficilmente potrà avere un minutaggio radicalmente diverso rispetto a quello dello scorso anno, qualcosa in più dovrà arrivare sicuramente, forse nelle competizioni come la Coppa Italia, potrebbe anche essere girato in prestito in qualche squadra minore o di serieB, per farsi le "ossa" sul campo, come si suol dire potrebbe essere l'occasione giusta questa.
Di Pafundi si parlerà ancora, fino al 2026 in teoria è alla corte di Udine, ma se per caso il ragazzo talentuoso che sogna l'azzurro, quello napoletano, oltre quello della Nazionale, ha deciso in cuor suo di andare via da Udine anche per quell'ostilità extracalcistica che si è creata con Napoli, nonostante i rapporti tra le due società siano invece ottimi, nessuno potrebbe dirgli niente e forse si tratterebbe anche di un segnale importante che si vuol dare al mondo del calcio. Rispetto. I tifosi dell'Udinese non sono razzisti, non sono discriminatori, Udine è la casa di Pafundi, ma quella rivalità con il Napoli però è andata ben oltre le questioni calcistiche ed i segni li ha lasciati volendo o non volendo.
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