- ANNI '60

Ed eccoci al secondo appuntamento con gli Oscar Inter.

Dopo aver decretato i primi nomi, la vicenda prosegue con un decennio appena appena memorabile: gli anni '60.

Sono gli anni della contestazione studentesca, dei Beatles, dei Rolling Stones, dei Pink Floyd, di Woodstock, di Kubrick. La rivoluzione culturale. E mentre l'uomo mette piede sulla Luna, una squadra di alieni sconvolge il pianeta Calcio.

Già, come è abbastanza noto, gli anni '60 sono il periodo che vede la nascita di quella che negli annali prenderà il nome di Grande Inter. Una squadra che qualunque appassionato di calcio non può non conoscere, dai racconti di chi ha avuto il piacere di ammirare una delle formazioni più forti di tutti i tempi fino alle grandi narrazioni disponibili in qualsiasi formato. I premi dedicati, ovviamente, non potevano che essere monopolizzati dagli appartenenti al team vincitore in quattro anni di tre campionati, di due Coppe dei Campioni consecutive e di due Coppe Intercontinentali (prima squadra italiana a issarsi sul tetto del mondo).

Sebbene non sia in senso stretto il decennio più ricco di successi (in termini puramente numerici), è fuori discussione che sia stato quello che ha reso l'Inter il club blasonato che è. Una società che divenne conosciuta in tutto il globo, complice risultati straordinari.

Da questo decennio, per la difesa vi saranno due premi: terzino e difensore centrale.

Chiarito ciò, ecco, dunque, candidati e vincitori: si parte!

 

Presentatore: Fabio De Luigi

Ospite musicale: Roberto Vecchioni

  • CANDIDATI MIGLIOR PORTIERE
  1. Lorenzo Buffon – Il tempo ha associato il cognome Buffon a Gigi, indubbiamente tra i più forti portieri di tutti i tempi. Eppure, già molti anni fa, di un Buffon tra i pali si sentiva parlare. Eccome, aggiungerei. Lorenzo fu uno dei pilastri del Milan degli anni '50, quello degli svedesi per intenderci. La sua rivalità con Ghezzi (vincitore del premio di miglior portiere interista del decennio precedente) fu una delle più sentite nella storia del calcio italiano. Dopo una parentesi al Genoa, passò sulla sponda neroazzurra del Naviglio, dove vinse il primo alloro nazionale targato Herrera nel 1962/63. Viene ricordato, alla pari del rivale per eccellenza, per le acrobatiche uscite dai pali.

  2. Giuliano Sarti - Hombre de la revolución. Portiere di ghiaccio. Questi gli appellativi del portiere neroazzurro, primo nominato nella filastrocca più decantata della storia del calcio. Non era spettacolare come i predecessori, ma la sua concretezza gli permise di avere il successo che ha ottenuto. Considerato universalmente tra gli estremi difensori più forti del XX secolo, ha caratterizzato la sua carriera basandosi sull'efficacia degli interventi, anteponendola a qualsiasi altro vezzo estetico.

  3. Lido Vieri – Arrivò a Milano nel 1969, all'alba di un'impresa che troverà spazio nel capitolo successivo. In quell'unica stagione valida per gli anni '60, però, si mise comunque in mostra, dimostrando sicurezza e tempismo.

WINNER: GIULIANO SARTI

Motivazione – Prima dell'approdo all'Inter che lo consacrerà a livello internazionale, vestì la maglia della Fiorentina, con la quale disputò la finale di Coppa dei Campioni contro il Real Madrid, ricevendo i complimenti di un certo Alfredo Di Stefano. Basterebbe già questo per consegnare il riconoscimento di miglior portiere interista del decennio, ma ovviamente le sue performance negli anni d'oro neroazzurri lo conducono senza alcuna possibilità di replica sul tetto del ruolo.

  • CANDIDATI MIGLIOR DIFENSORE
  1. Tarcisio Burgnich – Si narra che, grazie alle sue eccellenti doti in marcatura, l'avversario ritenuto più pericoloso fosse assegnato automaticamente a lui. Il suo compagno di reparto Picchi lo definì Roccia, grazie alla sua fisicità e alla sua capacità di anticipo straordinaria. Abile nel tackle, fu molto duttile in quanto giocò sia da terzino che da libero. Per i successi con la maglia interista... inutile elencarli, li conosciamo già.

  2. Giacinto Facchetti – Così come Burgnich, fu uno dei protagonisti della vittoria degli Europei con la maglia della Nazionale del 1968. La sua carriera, eccetto il percorso giovanile vissuto nella sua Treviglio, conobbe una sola maglia di club: quella neroazzurra. Diciotto anni al servizio della causa interista da calciatore, futuro dirigente e presidente: un'icona. I trionfi targati Herrera gli hanno dato il giusto lustro. Un terzino straordinario, recordman di reti in Serie A per un difensore (59 realizzazioni, tutte su azione), al punto da divenire una stagione il più prolifico dei suoi. Le sue capacità offensive erano un tesoro importantissimo, alla quale il tecnico argentino ricorreva non di rado. Un autentico gigante vestito di neroazzurro.

  3. Aristide Guarneri – Di lui ho già parlato nello scorso episodio (https://vivoperlei.calciomercato.com/articolo/oscar-inter-anni-50), nel quale ha ricevuto il premio di miglior difensore. Esploso sul finire degli anni '50, si consoliderà nel periodo della Grande Inter. Non fu mai espulso in carriera: da qui, la nomea di Stopper Gentiluomo.

  4. Spartaco Landini – Chiuso dai suoi compagni di reparto nel periodo d'oro, trovò spazio sul finire del decennio, dimostrando appieno di essere un validissimo elemento. Una nomination meritata e doverosa.

  5. Armando Picchi – Morto prematuramente, dal 1990 lo stadio di Livorno porta il suo nome. Nato addirittura attaccante, arretrò fino a diventare terzino, dimostrando comunque di avere nelle sue corde spiccate doti offensive. Con Herrera divenne libero e nel suo ruolo ha avuto pochi rivali in Italia. Oltre a ciò, fu il capitano di quella prodigiosa formazione. Proprio con il tecnico argentino non si lasciò benissimo. La sua avventura interista terminò nel 1967, in concomitanza della fine del ciclo. Immenso, posto assicurato nella top 11.

WINNER: GIACINTO FACCHETTI (TERZINO) – ARMANDO PICCHI (DIFENSORE)

Motivazione – La lista dei cinque è di tutto rispetto, ma il premio è quasi d'obbligo per Facchetti. France Football lo ha inserito tra i papabili per il Dream Team del Pallone d'Oro, riconoscimento a cui andò vicinissimo nel 1965, anno di grazia in cui divenne con il club campione d'Italia, d'Europa e del Mondo. Un interista verace, dedito alla causa. Uno dei più forti calciatori di sempre. Essendo terzino, finisce nella lista di questo ruolo. Per quanto riguarda i centrali, spazio ovviamente ad Armando Picchi, leader e capitano di quella corazzata.

  • CANDIDATI MIGLIOR CENTROCAMPISTA
  1. Gianfranco Bedin – Arrivato in prima squadra nel 1964, si guadagnò un ritaglio importante nella rosa pazzesca degli anni '60. Mediano vecchia maniera, dotato di una visione di gioco non indifferente, mise in mostra le sue caratteristiche, specialmente in fase di copertura.

  2. Mario Bertini – Siamo nel 1968. Il Regno di Herrera è giunto al suo tramonto, e la squadra riparte da Foni (investito come miglior allenatore degli anni '50 nella precedente serata). Lui fu l'acquisto principale di quell'estate e ripagò segnando tante reti per un centrocampista. La stagione fu avara di successi, ma riscuoterà tutto qualche anno dopo (to be continued... forse). Si ricorda anche per essere stato uno dei cardini della Nazionale nel Mondiale del 1970: a lui spettò l'ingrato compito di marcare Sua Maestà Pelé.

  3. Enea Masiero – Ha giocato i primi anni del decennio, alternando stagioni da titolare inamovibile ad altre in cui ebbe meno spazio. Sarà allenatore per due brevi periodi negli anni '70.

  4. Luis Suarez – Il suo legame con Herrera nasce ai tempi del Barcellona. Con la maglia blaugrana vinse due volte la Liga, due Coppe del Re, due Coppe delle Fiere e, soprattutto, il Pallone d'Oro del 1960. Le sue abilità registiche innalzeranno il livello collettivo della squadra interista. Dal suo arrivo, infatti, arriveranno i risultati più importanti e in breve tempo diventerà imprescindibile per il gioco neroazzurro. Con l'Inter vinse ovviamente tutto in quel periodo, sfiorando il bis del Pallone d'Oro nel 1964, aiutato anche dalla vittoria degli Europei con la maglia iberica. Uno dei più forti interpreti del ruolo di centrocampista della storia di questo sport.

  5. Carlo Tagnin – Ai più questo nome dirà poco o nulla. Eppure, Di Stefano, uno dei più grandi di sempre, se lo ricordò bene dopo la finale di Coppa dei Campioni del 1964. Tagnin è uno di quelli che è arrivato tardi in una grande squadra, alla soglia dei trent'anni. Tanta provincia, una gavetta infinita, prima che la grande occasione si presentasse: l'Inter. Lui cercò di trovare più spazio possibile, cosa non semplice vista la concorrenza pazzesca che si ritrovava, ma la soddisfazione di marcare e addirittura di contenere con efficacia il brillante del Real Madrid al Prater di Vienna è valso tutto il sacrificio. Grande empatia per un profilo che si è battuto e ha ottenuto dei risultati importanti dopo essersi duramente impegnato.

WINNER: LUIS SUAREZ

Motivazione – Anche qui, i pronostici non possono che essere rispettati. Lo spagnolo è stato incantevole, chi lo ha visto ne parla come di un illuminante ed è uno di quei calciatori che mette d'accordo praticamente tutti i tifosi, a prescindere dall'appartenenza. Il miglior centrocampista in assoluto di quella Inter è lui.

  • CANDIDATI MIGLIOR ATTACCANTE
  1. Roberto Boninsegna – Lo so, molti lo associano agli anni '70, ma in realtà Bonimba giunge dal Cagliari nell'estate del 1969. Una scelta che avrebbe potuto giudicare scellerata, visto che i sardi conquistarono lo storico titolo proprio la stagione successiva. Non dovrà aspettare molto per prendersi la sua rivincita. Sotto la guida di Heriberto Herrera mette a segno un discreto bottino personale di reti, sfiorando la conquista della Coppa delle Fiere e arrendendosi in campionato ai rossoblù, indomabili in quella storica annata.

  2. Angelo Domenghini – Percorso inverso per lui: nel 1969 lasciò l'Inter per la società isolana, vincendo il titolo al primo tentativo. Con la maglia neroazzurra disputò i precedenti cinque anni, conquistando una marea di trofei e distinguendosi come attaccante, ruolo atipico per lui in quanto spesso utilizzato come ala. Fu tra i principali componenti della Nazionale azzurra che vinse gli Europei e arrivò fino in fondo ai Mondiali di Messico '70.

  3. Jair da Costa – Non posso dimenticare la prima volta che sentii nominare Jair. Ero piccolo, e vidi per la prima volta il cult «Tre uomini e una gamba» di Aldo, Giovanni e Giacomo. L'urlo di Giovanni, nella celebre scena della partita sulla spiaggia, invoca il suo nome. Sì, proprio lui, il calciatore che decise la finale di Coppa dei Campioni in quel di San Siro nel 1965, sotto una pioggia battente, con un campo ai limiti della praticabilità. Quel video in bianco e nero, con la sua conclusione non trattenuta dal portiere del Benfica, è uno dei simboli di quell'epoca storica. Giocava spesso da ala, ma la sua abilità gli consentiva di andare spesso al tiro e di mettere a referto numerosi gol. Chiuso da Garrincha in Nazionale, lascia comunque di sasso il fatto che abbia disputato una sola gara con la maglia della Selecao.

  4. Alessandro Mazzola – Ho scelto di mettere i nomi all'anagrafe, ma chiaramente, per tutti gli appassionati di calcio, si parla di Sandro. Perché si trova nella categoria attaccanti? Spiego subito: Mazzola è stato un calciatore fuori dagli schemi, uno dei più grandi talenti di sempre e che avrebbe fatto bene anche giocando in tribuna. Seriamente, è stato formidabile, ma nell'Inter vincitrice di tutto, è stato il riferimento offensivo per eccellenza. Di sicuro non il centravanti puro, ma colui che aveva il compito di trasformare in rete le azioni costruite dalla squadra. Non è un caso il fatto che si laureò capocannoniere del campionato nel 1964/65 e della Coppa dei Campioni del 1963/64. Servirebbe un libro per parlare di lui, ma in fondo, chi è che non lo conosce? Sontuoso.

  5. Aurelio Milani – Lui è stato un calciatore che si è fatto le ossa in piccoli club, conoscendo la gloria nel biennio 1963-1965. Ebbene sì, avuta l'occasione della vita, ha sfruttato appieno l'opportunità, segnando un gol rimasto impresso nella storia, quello nella prima finale di Coppa dei Campioni vinta dal club nel 1964.

WINNER: ALESSANDRO MAZZOLA

Motivazione – Mazzola ha rappresentato l'interismo allo stato puro. Da una parte Rivera, dall'altra lui. Il dualismo per eccellenza del calcio italiano. Un calciatore devastante. Menzione per Jair, al quale la nomination gli garantisce un posto speciale nel cuore dei neroazzurri (e del sottoscritto, pur non avendolo vissuto).

  • CANDIDATI MIGLIOR TOP PLAYER
  1. Mario Corso – Ed eccolo qui, come anche avvenne negli anni '50. Di lui si è scritto, forse sempre troppo poco. Un campione straordinario.

  2. Alessandro Mazzola – Sì, lui è unico, e il fatto che sia in due categorie differenti lo dimostra. Non solo attaccante, ma, come anticipato nella descrizione precedente, un giocatore assolutamente incollocabile. Se fosse esistita la terminologia vigente ora, lui sarebbe un top player di livello internazionale e incarnerebbe alla perfezione questo appellativo.

WINNER: MARIO CORSO/ALESSANDRO MAZZOLA EX-AEQUO

Motivazione – Mi spiace, ma stavolta non posso scegliere, almeno fino alla serata conclusiva. Non si può non portare entrambi nella categoria top player, due dei più grandi talenti dell'intero movimento, anche perché hanno mostrato due tipologie di fantasie completamente differenti. Inammissibile poter escludere uno dei due, nel modo più assoluto.

  • CANDIDATI MIGLIOR ALLENATORE
  1. Helenio Herrera – Praticamente si è detto già tutto di lui. Tre campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali. Eppure, non sono questi i trofei più importanti. Ma come? Sì, ne sono sicuro. Quello che ha fatto Herrera è stato molto più che riempire il palmares (che già non è poco). Lui ha reso immortale l'Inter. Ne sono arrivate altre belle, addirittura una ha fatto qualcosa di leggendario, ma se non fossero mai giunti quei successi, la squadra neroazzurra avrebbe comunque avuto il suo ruolo fondamentale nella storia di questo sport. E ciò grazie agli anni del Mago.

  2. Heriberto Herrera – Un secondo posto onorevole nel 1969/70, dietro un Cagliari troppo forte. Menzione giusta.

WINNER: HELENIO HERRERA

Motivazione – Non poteva esserci partita, oggettivamente. Vola dritto in finale.

  • CONCLUSIONI

La seconda serata di questi Oscar Inter si conclude con risultati grossomodo preventivabili, e con una sorpresa nella categoria top player, dove il cuore interista non ha avuto il coraggio di escludere uno dei due giganti dalla contesa. Dunque, accedono alla finalissima: Sarti (portiere), Facchetti (terzino), Picchi (difensore), Suarez (centrocampista), Mazzola S. (attaccante), Mazzola S. (top player), Corso (top player), Helenio Herrera (allenatore).

Di seguito la top 11 del decennio, giusto riconoscimento anche per chi non si è fregiato della preziosa statuetta.

TOP 11 (4-2-3-1) - Sarti; Burgnich, Picchi, Guarneri, Facchetti; Suarez, Corso; Jair, Domenghini, Mazzola S.; Boninsegna. Allenatore: Helenio Herrera.

Ricapitolando, ecco finora coloro che accedono alla finalissima.

Portieri: Ghezzi-Sarti

Difensori: Guarneri-Picchi

Terzini: Facchetti

Centrocampisti: Skoglund- Suarez

Attaccanti: Lorenzi-Mazzola S.

Top Player: Nyers-Mazzola S.-Corso

 

Episodi

- Anni '50: https://vivoperlei.calciomercato.com/articolo/oscar-inter-anni-50

 

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