Si può passare dal decennio più glorioso della storia a quello peggiore e, purtroppo, a tratti imbarazzante di sempre? Risposta scontata: sì, e l’Inter è stata capace anche di questo. Ed è anche a causa di questa sua indole che la amo così come è. Certo, l’amore è un sentimento inspiegabile. È qualcosa che non puoi spiegare a parole, non puoi trovare motivazioni. Se le trovassi, sarebbe qualsiasi altra cosa, ma non amore. Detto dunque che mai ciò che ho provato è stato scalfito, è chiaro che gli anni post-triplete sono stati durissimi da digerire. Il distacco con Mourinho è stato fortissimo: niente e nessuno ci ha regalato lontanamente quelle sensazioni che il tecnico lusitano era riuscito a produrre. Dopo due anni di godimento puro, eravamo in balia delle onde. Però, oggettivamente, i mezzi per competere e c’erano e tutto sommato tra secondo posto, Supercoppa Italiana, Mondiale per Club e Coppa Italia, non è andata neanche così male. Tra i fraintendimenti con Benitez e l’arrivo di Leonardo che ha riportato gioia ma che in pochi giorni ha perso malamente derby e accesso alle semifinali di Champions League, si sono spalancate le porte del nulla per anni. Cambi societari, avvicendamenti tecnici e le solite (purtroppo va detto) illusioni di mercato: vi ricordate Gabriel Barbosa, alias Gabigol, che doveva essere il nuovo fenomeno? Confesso che quando abbiamo acquistato Lautaro Martinez ho avuto il timore che potesse regalare lo stesso epilogo: meno male che l’argentino è un fuoriclasse, senza possibilità di smentita. E non dimentichiamoci di Joao Mario, spacciato per il colpo del secolo (ricordo ancora la presentazione che avvenne contro il Palermo a San Siro e io sugli spalti che ci credevo… ingenuo Indaco!), Kondogbia soffiato ai cugini (non che loro siano andati meglio in questi anni, però…) e i campioni affermati che hanno deluso le aspettative quali Forlan, Vidic, Miranda (forse il meno peggio della lista), Jovetic, Cassano e lo stesso Nainggolan, che di certo non ha dato quanto era lecito attendersi. A ciò si aggiungano due grandi rimpianti: Alvarez, che pareva avere dei mezzi importanti per emergere, ma soprattutto Coutinho, divenuto uno dei più forti calciatori del mondo, la cui quotazione di mercato è entrata nell’Olimpo, e che non abbiamo avuto la pazienza di aspettare. Errore macroscopico.

Insomma, di questi anni poco si può salvare, se non qualcosa con l’avvento di Spalletti: il biennio con l’ex giallorosso ha restituito l’Inter ad una dimensione più consona alla sua storia, accedendo per due volte di fila in Champions League. Con l’arrivo di Conte, la squadra è definitivamente tornata ad essere credibile: al primo anno, l’ultimo preso in considerazione per questi premi, secondo posto e finale di Europa League persa contro il Siviglia. Buon viatico per… non si sa che cosa, ma lo scopriremo nella puntata che Indaco32 dedicherà nel 2030 (chissà come sarà la piattaforma… ogni tanto mi capita di pensarci). Finite queste premesse poco liete, ahinoi, vediamo chi è riuscito ad emergere in questo decennio, che fortunatamente ci ha regalato comunque dei sussulti e dei calciatori in grado di rilanciare l’Inter al vertice. A proposito, nessun cambio nome come previsto: è arrivato il nuovo logo. Ed è bellissimo!

Presentatore: Alessandro Cattelan
Ospite musicale: Nina Zilli

CANDIDATI MIGLIOR PORTIERE

  1. Samir Handanovic – Lo sloveno arriva con un compitino niente male: raccogliere la titolarità della porta neroazzurra dopo colui che ha difeso i pali arrivando ad essere uno dei protagonisti del Triplete. Lo sloveno, però, non è uno qualunque. Non solo nel suo ruolo, dove dimostra di essere formidabile e confermando la sua già acclarata fama di “pararigori”, ma soprattutto dal punto di vista dell’attaccamento a questa maglia: Samir ricevette un’offerta dal PSG qualche anno fa, sebbene i transalpini non si spinsero mai oltre una cifra ritenuta assolutamente inaccettabile dal club neroazzurro. E per fortuna, direi! Dopo il caso-Icardi, ha indossato la fascia di capitano ed è tutt’oggi il leader dello spogliatoio. Ha scelto questi colori, ne ha sposato la causa e adesso attende di raccoglierne i frutti: tra tutti gli eccezionali componenti di quest’annata, lui lo meriterebbe più di chiunque altro proprio in virtù di questo profondo legame con i colori. E c’è qualcuno che è riuscito persino a contestare uno dei più grandi portieri della sua generazione…
  2. Julio Cesar – Quando si tocca l’apice, è evidente che tutto il resto appare meno luminoso. Le ultime due stagioni prima della rescissione lo vedono sempre brillante, ma senza gli acuti delle annate dorate. Si concederà diverse esperienze dopo il 2012, con un triennio al Benfica che gli consente di rimpinguare ulteriormente il suo già ricco palmares.

WINNER: SAMIR HANDANOVIC

Motivazione – Se abbiamo evitato piazzamenti ancor più fallimentari e figure barbine in queste stagioni di una lunghissima transizione, il merito è suo. Un portiere esemplare che non ha mai nascosto le sue ambizioni e che ha fatto una scelta. Ha ingoiato rospi amari, ma adesso è giusto che anche lui ottenga i dovuti riconoscimenti. Il primo è quello di essere premiato come miglior portiere degli anni ’10. Il secondo… beh, dobbiamo aspettare e continuare sulla strada tracciata finora.

CANDIDATI MIGLIOR DIFENSORE

  1. Stefan De Vrij – Il suo trasferimento a Milano generò polemiche già prima del suo effettivo approdo: sancita la cessione dalla Lazio all’Inter, nel 2018 incrocerà in uno spareggio per l’accesso alla Champions League proprio la sua prossima futura squadra. Lui gioca da serio professionista quale è, ma nulla impedisce di scatenare le critiche nei suoi confronti, tuttora viva da buona parte del pubblico biancoceleste che ad ogni occasione non manca di riempirlo di fischi quando affronta la compagine allenata attualmente da Simone Inzaghi. Vestito di neroazzurro, diventa il perno della difesa, soprattutto con l’avvento di Antonio Conte nel 2019 grazie al quale si assume la leadership del reparto. Si può dire senza paura che è uno dei migliori centrali d’Europa?
  2. Andrea Ranocchia – Arrivato dopo l’exploit di Bari e un trascorso al Genoa, in molti potrebbero rimanere basiti da questa decisione. Nel terzetto di nominati l’ho preferito a Juan Jesus e Murillo, ma ho preferito la signorilità dell’ex capitano. In molti ignorano che proprio nel gennaio 2011 il suo arrivo nel mercato di riparazione permise alla squadra di riprendersi sotto la guida di Leonardo, giungendo alla conquista dell’ultimo trofeo alzato finora. Con gli anni, delude le aspettative e i risultati disastrosi della squadra amplificano l’insofferenza nei suoi confronti, a volte francamente esagerata. Diventa capitano, gli viene tolta la fascia, viene mandato in prestito, poi ritorna e ogni volta che viene chiamato in causa offre il massimo. Sì, ho voluto premiare la sua correttezza e dedizione alla causa, che a volte merita una menzione anche superiore rispetto al solo tasso tecnico.
  3. Milan Skriniar – Quando nel 2017 arriva dalla Sampdoria per oltre 30 milioni in molti restano allibiti, compreso il sottoscritto. Mai avrei immaginato di sbagliare così tanto: in poco tempo si prende il suo posto nella difesa e ne diventa uno degli elementi imprescindibili. La giovane età lo porta ad essere considerato tra i più grandi interpreti nel ruolo anche a livello internazionale. Dopo una parentesi in cui sembrava essere fuori dalle gerarchie di Conte, lui non ha mollato e si è ripreso il suo legittimo ruolo di protagonista, tornando ad essere uno dei cardini dell’intero impianto. Devastante.

WINNER: MILAN SKRINIAR-STEFAN DE VRIJ

Motivazione – Non posso scegliere: devo prendermi una licenza. Ammetto che il momento interista incide non poco, in quanto l’entusiasmo è ovviamente alle stelle, ma ritengo doveroso premiare i due pilastri del team. Il loro impatto sul mondo Inter, insieme alla splendida scoperta di Bastoni, ha riportato la squadra ad essere competitiva e solida, regalandoci quel senso di sicurezza smarrito per anni. Con loro finalmente siamo tornati ai fasti dei grandi difensori: in coda a questo decennio, finalmente due bagliori luminosi.

CANDIDATI MIGLIOR TERZINO

  1. Joao Cancelo – Rimasi stupito quando una delle poche note liete della stagione non venne riscattata nell’estate del 2018. Non solo: sempre in quella stagione già particolare per l’assenza della Nazionale italiana ai Campionati del Mondo in Russia, il portoghese finisce alla Juventus. Un anno solo in bianconero, prima di approdare nella sua attuale società, il Manchester City. Ed una stagione anche con noi, in cui fece vedere delle cose importanti sulla fascia. Adesso abbiamo un fenomeno assoluto, ma se non ci fosse stato Hakimi staremmo qui a mangiarci per l’ennesima volta le mani. Annata di livello per lui.
  2. Danilo D’Ambrosio – Ne ho lette tante di ironie su questo calciatore, spesso non considerato all’altezza. Col tempo anche i simpaticoni si sono dovuti ricredere. L’abnegazione di Danilo D’Ambrosio, l’impegno, la sua tenacia e la voglia agonistica hanno reso il calciatore prezioso. Arrivato nel gennaio del 2014, ha alternato stagioni da titolare ad altre da riserva assolutamente all’altezza, convincendo comunque sempre i vari allenatori susseguiti in questi anni a contare sempre sul suo apporto. Dopo Handanovic e Ranocchia, è il più longevo dei suoi, al punto che viene ormai riconosciuto il suo ruolo carismatico all’interno dello spogliatoio, considerato capitano silenzioso ed elemento di spicco della rosa.
  3. Maicon – Forse in questa nomination c’è tanta gratificazione per il vincitore del decennio precedente. Il Maicon post-2010 non è più stato quel «Colosso» di cui si era guadagnato l’appellativo. Per lui l’esperienza neroazzurra dura fino al 2012, mantenendo comunque un livello assolutamente valido.
  4. Yuto Nagatomo – Dal 2011 al 2018 colleziona 210 presenze in neroazzurro: è stato per molti anni uno dei più utili. Oggettivamente, negli anni peggiori, è stato uno dei pochi a salvarsi. Mai una parola fuori posto, stile encomiabile, si merita a pieno titolo una doverosa menzione.
  5. Javier Zanetti – Il 18 maggio 2014 si spengono i riflettori sulla carriera del capitano, il più presente di sempre (858 gettoni totali) e di cui non solo gli interisti, ma gli sportivi interi, ne sono innamorati. E nel suo, anche in questa speciale rassegna, entra nella leggenda: è la sua terza nomination. Solo Mario Corso ha ottenuto il medesimo risultato. Negli ultimi anni di carriera si è sempre contraddistinto per la solita grinta e correttezza: tratti caratteristici della sua intera carriera.

WINNER: JAVIER ZANETTI

Motivazione – «Ho sognato di chiudere la mia carriera all'Inter, la mia casa, ed è un orgoglio poterlo fare». Devo aggiungere altro?

CANDIDATI MIGLIOR CENTROCAMPISTA

  1. Nicolò Barella – Lo so che qualcuno potrebbe trovarlo esagerato, ma mi sono ufficialmente innamorato di lui quando ha segnato uno degli ultimi gol potuti ammirare dagli spalti di San Siro: il 2-1 in rimonta contro l’Hellas Verona. L’anno scorso ha disputato una stagione importante, dimostrando che non era un fuoco di paglia già quest’anno. Tuttocampista, è il profilo ideale e il capitano del futuro. Neroazzurro dentro.
  2. Marcelo Brozovic – Arrivato nel gennaio del 2015, è stato uno dei pochi a salvarsi negli anni bui della squadra neroazzurra. Diversi gli allenatori che si sono succeduti, ma ha sempre mantenuto fisso il posto: il perno centrale su cui si basa il gioco neroazzurro è lui, il vice-campione del mondo nel 2018. Dopo anni di attesa, così come Handanovic, Ranocchia e D’Ambrosio, potrebbe finalmente coronare il grande sogno tricolore.
  3. Esteban Cambiasso – Dopo averlo celebrato come migliore nel ruolo dello scorso decennio, ritroviamo Cuchu a contendere la palma di centrocampista neroazzurro più forte anche nell’ultimo decennio trascorso. L’anno post-Triplete segna 8 reti in totale (non male) e fino al 2014 mantiene sempre ordine e costanza, pur calando come è naturale che sia. Chiuderà il rapporto con l’Inter nel 2014, con 431 presenze all’attivo e 51 reti: mitologico. E io, l’ho confessato anche nello scorso episodio, mi auguro di vederlo un giorno seduto sulla nostra panchina…
  4. Fredy Guarin – Nel gennaio del 2014 il mercato stava per regalare uno scambio tra big: Vucinic dalla Juventus all’Inter e il colombiano a effettuare il percorso inverso. Una mobilitazione così forte da parte del popolo neroazzurro alla notizia della cessione probabilmente non si era mai vista prima. Alla fine l’operazione saltò. Questo basterebbe per inserire il centrocampista sudamericano nella cinquina dei più forti di questo decennio poco brillante, ma anche sul campo è stato abbastanza incisivo. Capitato in un periodo storto per la squadra, terminerà il suo legame con l’Inter nel gennaio del 2016.
  5. Dejan Stankovic – Il suo nominativo era in lizza con quello di Medel, altro giocatore che avrebbe forse meritato qualche soddisfazione in più, ma alla fine ha prevalso il serbo. Motivo? Nella disfatta contro lo Schalke 04 nella stagione 2010/11, segna uno dei gol più belli della storia del calcio dopo pochissimi secondi. Solo per questa ragione, la candidatura è tutta sua.

WINNER: MARCELO BROZOVIC

Motivazione – Ne sono passati tanti, alcuni dimenticabili, altri più validi: da Gargano a Borja Valero, agli attuali Vecino e Gagliardini, ai talenti della Capitale Hernanes e Nainggolan mai pienamente al top fino al sempre puntuale Candreva. Nessuno, però, ha lasciato il segno in questo decennio non straordinario come il croato: un calciatore spesso accusato di essere incostante nei primi anni, è maturato, ha preso consapevolezza e da ormai diverso tempo è divenuto un autentico metronomo. Un giocatore su cui fare necessariamente affidamento: quando lui gira, la squadra fa altrettanto. Premio più che meritato.

CANDIDATI MIGLIOR ATTACCANTE

  1. Samuel Eto’o – Dopo essersi sacrificato a livello tattico nella gloriosa stagione 2009/10, l’anno seguente il camerunense torna a fare quello che ha sempre fatto: il cannoniere implacabile. E lo fa regalando la miglior stagione sotto il profilo realizzativo della sua strepitosa carriera: 37 reti complessive, di cui 8 in Champions League. Al termine della stagione cede alle lusinghe dell’Anzhi, squadra russa, che gli offre un contratto che all’epoca lo rese il calciatore più pagato di sempre. Lo rivedremo nuovamente in Italia con la maglia della Sampdoria per qualche mese.
  2. Mauro Icardi – Croce e delizia. Acquistato dalla Sampdoria, dopo una stagione di rodaggio si prende sulle spalle l’attacco del club, segnando una valanga di reti e vincendo due volte la classifica marcatori. Nel frattempo, diviene capitano della squadra, ma nell’ultimo anno di gestione Spalletti è protagonista di un caso che la squadra si porta dietro per tutta la seconda metà della stagione: gli viene tolta la fascia e il rapporto diviene irrecuperabile, portando all’inevitabile separazione in estate. È stato uno dei pochissimi top player di questi anni, e questo è innegabile, ma l’accentramento eccessivo sulla sua figura è stato azzardato, a conti fatti.
  3. Romelu Lukaku – Per sostituire l’argentino, serve un nome forte e Conte, appena insediatosi, lo richiede espressamente. L’acquisto più oneroso di sempre della società si compie: 75 milioni di euro per le sue prestazioni. Lui non fallisce: segna quanto Ronaldo alla stagione d’esordio e trascina la squadra alla migliore stagione da 10 anni a questa parte, sfiorando l’Europa League, in una finale per lui veramente sfortunata. L’anno dopo è ancora più devastante e maturo: dopo anni, il gigante belga è finalmente sbocciato e ha mostrato tutto il suo potenziale.
  4. Diego Albero Milito – L’eroe neroazzurro non riuscirà a ripetere quanto fatto nell’epica stagione vissuta al termine dello scorso periodo, tranne nel 2011/12, mettendo a segno 26 reti. Saranno 5 anni totali, in cui siglerà complessivamente 75 reti. Il meglio lo ha dato nel 2010, ma era impensabile escludere dal lotto il Principe e vincitore della scorsa edizione.
  5. Giampaolo Pazzini – Nella stagione 2010/11, dopo l’addio di Benitez e l’avvicendamento con Leonardo, il colpo in attacco nel mercato di riparazione è lui, che aveva attirato le attenzioni grazie alle fantastiche performance offerte con la maglia della Sampdoria. All’esordio contro il Palermo, entra all’intervallo e segna una doppietta e procura il rigore: l’Inter vincerà 3.2 dopo che il primo tempo era terminato sullo 0-2. Micidiale in quei mesi, disputerà un’altra sola stagione, ma l’impatto che ha avuto meritava un giusto riconoscimento, vincendo il duello con Eder per entrare nel lotto dei potenziali vincitori.

WINNER: ROMELU LUKAKU

Motivazione – Scatenerò le ire di Calatino, ma la ragione che mi spinge a premiare l’ex United è non solo tecnica (segnare 34 reti al primo anno è qualcosa di mostruoso), ma soprattutto di cuore. In lui vedo l’interismo, l’attaccamento alla maglia, la voglia di immergersi nel progetto e cercare di vincere a tutti i costi per questo club. Il bacio ai colori dopo il derby è ancora profondamente impresso. La sua foga, la sua carica agonistica mi hanno conquistato. Icardi, numeri alla mano, avrebbe potuto benissimo trionfare e sarebbe stato legittimo, ma per vincere questo premio serve anche tatuarsi l’interismo sulla pelle e Lukaku, in questo, è assolutamente avanti anni-luce. Perciò, Romelu vince meritatamente il titolo di miglior attaccante del decennio con una sola stagione. E il meglio, ci auguriamo, deve ancora venire…

CANDIDATI MIGLIOR TOP PLAYER

  1. Kovacic Sneijder era a fine corsa, Alvarez e Jovetic sono rimasti incompiuti e Cassano non ha mai dato quel qualcosa in più. Erano questi i nomi in lizza, ma alla fine la decisione è virata verso il croato. Qualcuno potrà dire: incompiuto anche lui. Vero in parte, perché nei due anni e mezzo di militanza, lui ha davvero fatto vedere la luce. Ha mostrato un talento che non si sa per quale ragione è rimasto nascosto, ma rispetto agli altri succitati mi ha lasciato qualcosa di diverso. Certo, se Coutinho avesse avuto maggior fiducia non avrebbe trovato spazio, ma vista la situazione… il suo nominativo è più che giustificato.
  2. Lautaro Martinez – Approdato a Milano nell’estate del 2018, il modulo spallettiano a una punta non gli permette di esprimere il suo potenziale, che esplode con l’arrivo di Conte. Il tandem con Lukaku è perfettamente assortito: 55 reti in due al primo anno e definitivo salto di qualità nella stagione in corso. Un talento con dei margini di miglioramento da capogiro.
  3. Rodrigo Palacio – Il tacco spaziale nel derby della Madonnina è ancora oggi un’immagine iconica della stracittadina. Per lui, arrivato nel 2012, 5 anni totali: nelle prime due tiene su la squadra, che versa in condizioni davvero allarmanti dopo i grandi trionfi degli anni precedenti. Avrebbe meritato di più? Assolutamente sì!
  4. Ivan Perisic – La storia del croato con i colori neroazzurri è davvero particolare. Arrivato nel 2015, nella prima esperienza durata fino al 2019 è uno dei pochissimi a garantire numeri e giocate. Nonostante ciò, una parte della tifoseria gli rimprovera una certa incostanza nelle prestazioni. Il periodo preso in considerazione per la nomination si ferma appunto a due anni fa. Per dovere di cronaca, lui è finito al Bayern Monaco in prestito, mettendosi in luce e portandosi a casa il Triplete, tornando quest’anno agli ordini di Conte e trovando nuova linfa, divenendo uno dei titolari della squadra: quando sembrava ormai impossibile, il croato si appresta a vincere lo Scudetto con questi colori. Misteri e bellezza del calcio.
  5. Matteo Politano – Un anno e mezzo al servizio dell’Inter, ma è stato per il poco tempo a disposizione un talento innegabile. Col nuovo modulo contiano non ha più trovato una collocazione ideale per mostrare i suoi colpi, che rimangono indubbiamente importanti.

WINNER: LAUTARO MARTINEZ

Motivazione – Forse mi sono fatto prendere dalla foga per lo squadrone che sta disputando un campionato straordinario quest’anno, ma in realtà questo discorso vale fino a un certo punto: l’indecisione era tra lui e Perisic e alla fine ho scelto di premiare il Toro, che non ha tradito le aspettative e sta crescendo sempre di più. Il miglior top player del decennio trascorso è lui, che ancora può dare tantissimo alla causa neroazzurra.

CANDIDATI MIGLIOR ALLENATORE

  1. Rafael Benitez – Arrivare dopo Mourinho sarebbe stato complicato per chiunque. Lui, forse, non è riuscito a trovare la chiave empatica necessaria nel mondo Inter: rimane comunque il tecnico che ha vinto il titolo di Campione del Mondo per club nel 2010, ultimo atto prima della rottura di un rapporto mai realmente decollato.
  2. Antonio Conte – Dopo nove anni, la squadra ha terminato il campionato sul podio, precisamente al secondo posto, ad una lunghezza dalla Juventus. Non solo: arriva a un passo dalla conquista di un trofeo internazionale. Una stagione, ma tanto è bastato per entrare realmente nella storia dell’Inter, nonostante i pregiudizi dovuti al suo passato bianconero, che tuttora resistono nonostante stia conducendo il club dritto a conquistare il 19° tricolore della storia. Per lui, però, parlano i fatti. E i fatti dicono che ha riportato l’Inter nelle posizioni consone alla sua tradizione e al suo blasone.
  3. Leonardo – Nel momento in cui scrivo, è ancora lui l’ultimo allenatore vincente. La Coppa Italia vinta contro il Palermo rappresenta il finale di pochi mesi in cui il brasiliano è stato al timone della squadra, riaccendendo una passione svanita nei mesi di Benitez. Peccato che dopo una grandissima rimonta, in pochi giorni perde campionato e Champions League, uscendo sconfitto dai due scontri contro Milan e Schalke 04: sarebbe potuta andare diversamente, ma inutile recriminare.
  4. Luciano Spalletti – Se siamo ad un passo dalla riconquista del campionato dopo 11 anni, il merito è anche suo. Le basi per tornare ad essere competitivi le ha gettate lui, con la sua difesa a spada tratta del gruppo, anche contro colui che è stato capitano della stessa. Non le ha mai mandate a dire ed ha riportato la squadra nell’Europa che conta: ha occupato un posto nei cuori dei veri sostenitori. Due anni per lui, dal 2017 al 2019, grazie ai quali l’Inter ha preso consapevolezza ed è cresciuta. Se vinceremo lo scudetto, in parte sarà anche merito dell’ottimo lavoro di ricostruzione svolto dal tecnico di Certaldo.
  5. Andrea Stramaccioni – In molti storceranno il naso, perché è stato il condottiero del peggior campionato del decennio e uno dei più brutti di sempre in termini di risultati, ma in realtà è stato un allenatore che in poco tempo aveva ripreso l’amore e l’affetto del pubblico. Come si può dimenticare la prima vittoria allo Stadium contro la Juventus in rimonta per 1-3? Quello è stato il momento top, coinciso purtroppo con una lenta discesa. Solo per quel capolavoro, però, merita. Lui ci ha messo tutto e secondo me meriterebbe qualche altra chance su una panchina della massima serie.

WINNER: ANTONIO CONTE

      Motivazione – Ci è andato più vicino di tutti in questo decennio e, cosa da non sottovalutare, è arrivato a un gol dal trionfare in Europa. Etichettato come juventino perenne, in realtà la sua professionalità parla per lui. Stagione importante la 2019/20, preludio a… a cosa non lo sappiamo ancora, ma tutti gli interisti hanno un auspicio. Nel frattempo, si prende il titolo di miglior tecnico di questo decennio.

CONCLUSIONI

Hanno vinto un sacco di elementi che appartengono alla rosa attuale, e questo dimostra che il buono di questo decennio è stato prodotto nelle ultime stagioni, in cui si è seminato tanto. Quest’anno, forse, sarà quello della prima raccolta: l’ambito tricolore. Di seguito la top 11 del decennio, con uno schema fantascientifico.

TOP 11 (4-1-3-2) – Handanovic; Cancelo, Skriniar, De Vrij, Zanetti J.; Brozovic; Eto’o, Lautaro Martinez, Perisic; Icardi, Lukaku. All. Conte.

RIPESCAGGI

In attesa della finalissima, ho deciso di effettuare dei ripescaggi, in modo da avere 10 nomi per ogni categoria (tranne per i terzini, che saranno invece 5). Da questa e dalle precedenti edizioni ecco i ripescati e il quadro finale di coloro che accederanno alla serata finale, che porterà a determinare i migliori calciatori della storia neroazzurra.

Portieri: Ghezzi-Sarti-Bordon-Zenga-Pagliuca-Julio Cesar-Handanovic

Portieri ripescati: Buffon L.-Vieri L.- Toldo

Il portiere del primo titolo di Herrera, quello dell’indimenticabile scudetto 1970/71 e un estremo difensore tra i più forti del nuovo millennio: questi i tre prescelti che raggiungono in finale una serie di numeri uno da brividi. Che parate… di stelle!

Difensori: Guarneri-Picchi-Burgnich-Bergomi (2 Premi) -Samuel-Skriniar-De Vrij

Difensori ripescati: Cordoba-Ferri-Materazzi-Lucio

In difesa ho deciso di concedermi un ulteriore slot: Cordoba, Materazzi e Lucio sono stati componenti del decennio più importante, ma anche Ferri meritava indubbiamente di rientrare in finalissima.

Terzini: Facchetti (2 Premi) -Brehme-Zanetti J. (2 Premi)-Maicon

Terzino ripescato: Bellugi

Il compianto Mauro Bellugi, scomparso recentemente, rientra tra i più forti terzini di sempre della storia interista: assolutamente necessario il suo nome nella lista.

Centrocampisti: Skoglund- Suarez-Oriali-Baresi-Berti-Cambiasso-Brozovic

Centrocampisti ripescati: Bianchi-Matthaus-Stankovic

Bianchi è stato uno degli eroi dello scudetto dei record, e dunque era inevitabile un suo inserimento; il tedesco non era stato candidato negli anni ’80 in quanto ho preferito lasciar spazio agli altri e inserirlo nella lista Top Player, ma è evidente che una classifica credibile non può non avere anche lui tra i migliori nel ruolo. Insieme a Sandro Mazzola, è l’unico che può vantare due candidature. Infine, Stankovic: candidato negli ultimi due decenni, è stato micidiale ed entra nel novero dei migliori.

Attaccanti: Lorenzi-Mazzola S.-Boninsegna-Altobelli-Vieri C.-Milito-Lukaku

Attaccanti ripescati: Adriano-Eto’o-Icardi          

Pochi anni al top, ma quello che ha dato l’Imperatore è stato importantissimo. Al suo fianco uno degli indiscussi protagonisti del Triplete e Mauro Icardi, che ha perso contro Lukaku ma che certamente merita il giusto riconoscimento, entrando nella top ten dei migliori centravanti di sempre della storia interista.

Top Player: Nyers-Mazzola S.-Corso-Beccalossi-Matthaus-Ronaldo-Sneijder-Lautaro Martinez

Top player ripescati: Angelillo-Ibrahimovic-Jair

La stagione mostruosa di Angelillo e l’estro di Jair non potevano restare fuori dalla serata finale. Ai due si aggiunge il talento svedese, che ha riportato l’Inter al vertice con i suoi colpi strepitosi.

Allenatori: Foni-Herrera-Bersellini-Trapattoni-Simoni-Mourinho-Conte

Allenatori ripescati: Invernizzi-Cuper-Mancini

Il tecnico che ha compiuto l’autentico miracolo nel 1971 e colui che ha riportato l’Inter a vincere il campionato dopo tantissimi anni. In mezzo, l’allenatore argentino troppo spesso sottovalutato. I tre completano la lista dei migliori allenatori di sempre.

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