Nelle mie intenzioni il mio primo articolo nel 2022 avrebbe dovuto essere una sorta di celebrazione della squadra che amo, il Milan, finalmente tornato a competere nell'alta classifica della Serie A; certo non mi sarei mai sognato di parlare dei gravi errori autolesionistici che allontanano i rossoneri dall'Inter e probabilmente le impediranno di contendere lo scudetto agli attuali Campioni d'Italia.
Avete letto bene autolesionistici, perchè qui non troverete amici milanisti una dietrologia degli errori arbitrali che -pur gravi e determinanti su alcuni risultati del campo- secondo me non sono i principali responsabili dei deludenti risultati dei milanisti.

Siamo realisti: il Milan ripartiva da una stagione dove era arrivato secondo in classifica e dopo un settennato aveva riconquistato il diritto di partecipare alla tanto desiderata CL., il che significava la massima visibilità europea e sensibile incremento dei ricavi.
Il popolo rossonero si aspettava quindi una campagna acquisti intelligente, economicamente giudiziosa, ma che potesse sensibilmente rafforzare la squadra per essere all'altezza di competere nel migliore dei modi sia in Italia che in Europa; inoltre già all'epoca si prefiguravano le assenze dei giocatori chiamati in inverno a partecipare alla Coppa d'Africa e quindi indisponibili per diverse partite.

Le esigenze individuate dagli stessi dirigenti erano principalmente rivolte alla necessità di coprire i buchi dei calciatori col contratto non rinnovato e accasatisi altrove; Donnarumma (portiere) Chanalogu (trequartista) certo, ma anche Romagnoli la cui posizione era traballante (come ora ndr.); la coppa africana si sapeva che avrebbe inoltre coinvolto i nostri centrocampisti Kessie e Benacer per i quali il solo Tonali non poteva sostituire entrambi (la matematica non è una opinione); infine si diceva che era necessario aggiungere un attaccante sostituto di Ibra e un giovane ma già "pronto" che portasse gol al posto del fallimentare Mandzukic.

Siccome è il totale che fa la somma un portiere, un difensore centrale, un centrocampista, un trequartista e due attaccanti fanno 6 acquisti tra i titolarissimi... in effetti a fine estate gli acquisti sono: Maignan (portiere) Giroud (attaccante), Ballo Tourè (difensore esterno africano), Florenzi (esterno basso o alto), Pellegri (attaccante), Messias (esterno alto) e Bakayoko (centrocampista).
I ragionieri del Milan direbbero che i conti tornano, 6 dovevano essere e 6 sono stati; certo, ma a questo punto potevano anche essere 6... portieri, sul piano numerico c'eravamo lo stesso.
Già, perchè difensore centrale e trequartista ce li siamo sognati; inoltre Pellegri portava sicuramente in dote infortuni, non certo i gol di cui il Milan aveva bisogno; a centrocampo per subentrare pezzi da 90 come Kessie e Bennacer è stato scelto Bakayoko, girovago senza una maglia da titolare e minestra riscaldata insipida ben conosciuta anche a Milanello.
E Pioli che aveva "disegnato" il suo esterno destro con i requisiti di chi sia capace di saltare l'uomo e capace di apportare una decina di gol allo stitico reparto offensivo milanista, si ritrova Messias che di certo non era la prima scelta dei rossoneri.
Insomma, quale calciatore acquistato poteva migliorare la rosa? Chi le poteva far fare il salto di qualità e avvicinarla all'Inter? Chi aveva la necessaria statura internazionale per guidarla nel ritorno in Champions?
Il clamoroso errore di valutazione su alcuni dei giovani in rosa Gabbia, Kalulu, Diaz, Saelemaekers su tutti, la insufficiente resa di altri titolari Theo, Rebic, Krunic, e Messias, la ininterrotta serie di infortuni gravi e infezione Covid Kjaer, Calabria, Maignan e Rebic shakerate il tutto e viene fuori l'altalenante andamento della squadra, già rilevato nella passata stagione.

Lo stesso Pioli non appare esente da colpe; il tecnico parmigiano non ha trovato credibili alternative al 4-2-3-1 che continua ad essere sostanzialmente l'unico schema adottabile; il Mister inoltre ha la tendenza ha effettuare i cambi a partire dall'ora di gioco, costringendo la squadra a un eccessivo dispendio di energie, a giocare spesso in affanno nelle code delle gare.
Anche nella lettura delle partite Pioli manifesta difficoltà inaccettabili: ieri lo Spezia è cresciuto visibilmente nel secondo tempo impegnando Maignan per 3/4 volte in interventi difficili e quando ha segnato l'1-1 il gol era ampiamente nell'aria senza che l'allenatore sia minimamente intervenuto per evitarlo.
Certo poi c'è stato il caos finale con l'errore dell'arbitro Serra al 92' e il gol sconfitta al 96': ma a quel punto un Milan degno del suo nome doveva essere sul 3-0 e se Theo sbaglia un rigore, se gli attaccanti non segnano, se il portiere avversario le prende tutte sono tutte cose che fanno da contorno, esattamente come la mancata concessione di un vantaggio da parte dell'arbitro.