L’Italia a volte è un paese buffo; soprattutto lo è il mondo del calcio.
Dopo la vittoria del derby, molti addetti ai lavori, quasi tutti di fede interista, si sono infilati a piedi uniti nella diatriba Inter-Wanda Nara-Icardi e si sono schierati dalla parte della Società; e lo hanno fatto tanto scopertamente da dichiarare che la squadra non ha più bisogno di Icardi.

Questa improvvisa convinzione è nata sulle ali dell’entusiasmo non solo per la vittoria della stracittadina, ma soprattutto per l’ottima prova fornita da Lautaro Martinez, rivelatasi decisiva per l’esito del match. Per cui sono piovuti come coriandoli dal cielo giudizi a iosa sul fatto che ormai  il centravanti della squadra è Lautaro e che Icardi -  se dovesse rientrare -  andrebbe in panchina.            

Purtroppo -  e non è la prima volta – il mondo del calcio ha la memoria corta; e questo consente di salire con più facilità anche sul carro dei vincitori. Senza considerare che anche la matematica si schiera contro Icardi, perché i numeri dimostrano che con Lautaro la media punti ottenuta dall’Inter è stata superiore. Naturalmente tutto in barba ai numeri precedenti, quelli di Maurito che ci ricordano il suo passato nerazzurro con 109 reti in 179 partite – 2 volte capocannoniere del Campionato, la prima con 22 reti (2013-14) e la seconda con 29 marcature (2017-18) – e  capitano della squadra a 22 anni, per volere di Roberto Mancini, attuale CT della Nazionale.

Certo, ad onor del vero bisogna dire che Lautaro Martinez si sta comportando molto bene e sta dimostrando di avere le qualità per fare il titolare, e qui le domande sorgono spontanee: perché Spalletti non ha mai cercato una soluzione tattica per far giocare insieme Icardi e Lautaro? E perché, nonostante da più parti sia stato sollecitato a fare l’esperimento e abbia subito anche aspre critiche – basta ricordare le dichiarazioni del padre di Lautaro -  ha sempre fatto intendere che i due giocatori sarebbero per qualità tecniche incompatibili?

Sinceramente si fa fatica a capire; credo che questo non depone a favore del Tecnico, così come non depone a suo favore tutta la vicenda Icardi, che forse con maggiore accortezza poteva essere risolta nel chiuso dello spogliatoio -  dove come è noto è l’allenatore che deve comandare, ma deve anche saper mediare ed accomodare - come è richiesto di solito ad un capofamiglia.

Nella vicenda Icardi, ci sono molte analogie con quella di Totti; anche lì c’era una moglie coinvolta, che non faceva la procuratrice ma che sparava giudizi molto più taglienti di quelli della bella e loquace Wanda Nara.

In conclusione credo che mentre Totti se n’è andato dal campo per salire in tribuna a fare il Dirigente dei giallorossi, Icardi, che sicuramente se ne andrà dal terreno di Appiano Gentile, pare che abbia una doppia direzione davanti a sé: quella di Torino, con probabile scambio con Dybala,  oppure quella più lontana ma sempre affascinante di Madrid, sponda Real.