Che io sia un estimatore di Mister Pioli, non lo si scopre certo oggi. Mi avvio a pubblicare il 200 articolo, in questa piacevolissima rubrica e se ho un merito è quello di essere coerente, portando avanti le mie opinione, senza pretese che siano quelle giuste, ma neppure facendo la "banderuola". Cosa che viceversa accade fin troppo spesso a personaggi ben più importanti di me. Evito di fare nomi, anche se Sconcerti e Ruiu è da tempo che hanno oltrepassato ogni limite di pudore.

Mister Stefano Pioli è nato a Parma, il 20 Ottobre 1965, la sua carriera, già sufficientemente lunga lo ha visto alla guida anche di squadre importanti, due anni alla Lazio, uno all'Inter, oltre a Bologna, Palermo e Fiorentina, prima di approdare al Milan, nel novembre del 2019, subentrando a Giampaolo dopo sette giornate di campionato, accolto dallo scetticismo generale e da uno slogan divenuto famoso : Pioliout.                                     

Due stagioni più che positive centrando tutti gli obiettivi fissati e riportando il Milan a giocare la Champion, cosa che non accadeva da sette anni. Eppure il suo palmares vede ancora la scritta "zero", sotto il capitolo, titoli vinti, in ottima compagnia con tanti altri allenatori. E' giunto il momento di fare quel salto di qualità, che personalmente ritengo fattibile, per iscriversi di diritto nella colonna dei Top Allenatori. Per riuscirci serve vincere una competizione, ma prima di riuscirci deve contribuire al rinforzamento della squadre, riuscendo ad indicare, gli acquisti e le cessioni, che possano migliorare l'organico a sua disposizione, potendo affrontare ogni avversario. Nell'intervista rilasciata qualche giorno fa, c'è un passaggio molto interessante, quando ha affermato che più importante del suo rinnovo è il rafforzamento della squadra. Bravo Mister, deve affiancare la Dirigenza, indicare scelte precise e, se serve, fare anche qualche telefonata per convincere qualche giocatore dubbioso. Non è un mistero che Calhanoglu sia un suo "favorito", ma sembra oramai in partenza, troppo onoresa la richiesta di sei Milioni all'anno a fronte dei quattro offerti dal Milan. Probabilmente una chiaccherata potrebbe essere l'ultima possibilità prima di perderlo. Un "grande allenatore" riesce a toccare i tasti giusti, fa gli interessi propri e della Società, magari mediando, suggerendo qualche bonus extra, su gol e/o assist. Così come serve chiarezza sull'utilizzo di Hauge, Leao e Krunic per non trovarsi a vederli in panchina, inutilizzati senza poter ricavare quelle risorse indispensabili per il salto di qualità.
Che Lui si trovi bene al Milan, si vede nettamente e le sue conferenze stampa ne sono la più lucida delle dimostrazioni. L'augurio è che possa rimanere per altri anni, come successo ai più bravi, senza necessità di nominarli, ma per farlo è necessario tornare a vincere, scelga lei quale titolo, anche la Coppa Italia, va benissimo, meglio lo scudetto, anche se "casa nostra" ha una coppa dalle grandi orecchie ed è troppo presto anche solo per sognarlo. Ecco Mister, una grande squadra si avvale certamente di un Top Allenatore, ma senza giocatori all'altezza neppure Gasperini può diventare Klopp.  Come Maldini è una garanzia per tutti i Milanisti, così Pioli che sta per iniziare la terza stagione sulla panchina del Milan, una delle Società più importanti e conosciute nel mondo, può dare una svolta significativa alla propria carriera. Serve entusiasmo, convinzione e professionalità, tutte prerogative che certamente non mancano, la concorrenza è forte ed agguerrita, ma solo i migliori conoscono la differenza fra partecipare e vincere.
 Acquisti mirati, tanto lavoro e un pizzico di fortuna, Mister Pioli, ci faccia volare.