Decido, come ogni giorno, di fare la mia solita lunga passeggiata propedeutica, dicono i medici, anche per scaricare le tensioni.
Sarà, almeno che...
Almeno che tu non entri dal panettiere, come ogni mattina, a comprare il filoncino di pane che il vecchietto di turno in rigoroso fiorentino esclama: "dammi un dorcino, visto che Vlaovicce c'ha rimescolato i'fiele".
"Segna Paolina, a domani" - esclamo uscendo di corsa
Ho la sventura di fare la coda alla posta per quella bolletta che, lasciandola sul comò, speravo sparisse e invece niente. "Dio ce ne scampi e liberi", come si diceva nel periodo dell'alluvione. Tutti esperti di formazione, tattica e di "Cabral che avrà anche segnato ma in quellaltrocampionato" detto talmente veloce e con celata ironia nemmeno fosse un centravanti venuto da un rione piuttosto che dal campionato elvetico.

Basta! Stamani torno a casa senza i miei otto chilometri otto. Mi fermo per il mio rigoroso "basso in vetro" e poi a fare la doccia.
Vade retro Satana. Non entrate in un bar a Firenze il lunedì.
La nostra schiacciata alla fiorentina, dolce caratteristico del periodo di carnevale, era menzionata nella vetrina come "Schiacciata dalla plusvalenza". O' Bonci... almeno te abbozzala stamani...
Firenze è sempre stata la città della zuffa, è la storia che ce lo ricorda. Scontri verbali, di piazza, sempre per i nostri ideali. Le casate, i partiti, l'unica squadra del cuore.
È la nostra tradizione, nel bene e nel male. Da una calamità naturale a un cambio di viabilità è sempre un "mugugno". 
Comitati, cartelli, mobilitazioni; qualcosa di sublime, la polemica. Poco conta la motivazione. E ogni fiorentino, che si dica tale al mattino, non ha mai pensato il perché di cosa stesse succedendo, ma pensa e pensava: per cosa potrei arrabbiarmi? La soluzione poi dove si trova? Nelle parole. Fiumi e fiumi, da sempre, con tutti, con la stessa verve, la stessa chiosa ironica, lo stesso sberleffo che Monicelli seppe fotografare anni fa. Se avete da ridire, siete fiorentini DOC.

Ormai il serbo, uno dei più cristallini fuoriclasse millenial, è stato necessariamente venduto a Lei (stamani non la voglio nemmeno nominare), ma non si può rimettere in gioco tutto, dimenticarci tutto.
Dopo due anni di non calcio, abbiamo finalmente abbracciato un tecnico, con la propria filosofia, che ci sta facendo nuovamente innamorare del nostro giocattolo preferito. Ha fatto gruppo, ha ricostruito giocatori fantasma, ha plasmato un'identità di calcio propositiva e di personalità. In sostanza, per noi palati fini, ci ha rimesso in carreggiata cercando di tornare a salire i gradini della notorietà che ci competono con orgoglio e soddisfazione.
Non dimentichiamoci che abbiamo raccolto due salvezze, negli ultimi anni, più per il demerito di altri che non per la propria filosofia di gioco praticamente inesistente.

La storia la fanno a volte i se. Se Cabral avesse segnato invece di esaltare, come d'istinto, il portiere laziale e se Vlahovic, magari, avesse preso il palo, sicuramente noi avremmo perso ugualmente e la squadra di Torino avrebbe vinto a mani basse, ma almeno il nostro ego non sarebbe stato scalfito. Se. Da noi si usa dire che "se la mi' nonna avesse le ruote sarebbe un carretto"!
Purtroppo il nostro atteggiamento va oltre la nostra arguta dialettica calcistica; spesso oltre le righe alla soglia dell'autolesionismo.
Se pensiamo che tutto quello che è stato fatto nei primi cinque mesi di campionato fosse solo merito di Vlahovic, non ne usciamo più. Ormai è ita, andata, come si dice a San Frediano.
Era fondamentale per carisma, forza fisica, furore, muscoli, ma sempre era. E, ricordo, che era presente anche quando abbiamo raccolto figure barbine a Venezia piuttosto che nella trasferta dei nostri cugini granata.
Però... era.
Bisogna aspettare i nuovi, farli integrare e poi valutarli al termine della stagione e oltre. Penso, e lo sostengo da sempre, che la Fiorentina con un fatturato di 70 milioni non potesse rifiutare un'offerta monstre di 80 per un calciatore in regime di svincolo. O ce ne facciamo una ragione oppure rimarremo sempre nei ricordi del limbo.
Facciamola finita con Scamacca, Berardi e compagnia cantante. Erano alla nostra portata, forse, l'anno passato.
Ecco cosa possiamo chiedere: essere lungimiranti, questo sì. Gli Alvarez di turno, per esempio, andavano presi con anticipo; una volta alla ribalta siamo fuori dai giochi.
Resettiamo.
C'è un progetto calcistico interessante, un allenatore bravo, un presidente "particolare" ma ambizioso e voglioso di riportarci ai fasti di un tempo.
Mi sembra, e lo spero vivamente, di ritornare ai tempi del primo Prandelli quando, dopo una salvezza miracolosa avvenuta all'ultima giornata, fu resettato tutto creando un gruppo capace di entrare stabilmente in Champions League e ai vertici del campionato.
Voltiamo pagina, davvero! 
Visto che lo cantiamo ogni volta a squarciagola, ricordiamo più spesso, e mai come adesso, il nostro inno perché sempre "una speranza viva ci consola abbiamo undici atleti e un solo cuore".
In fondo, cosa interessa, è che al 90° la maglia abbia rappresentato per Firenze Vanto e Gloria e che il nostro Labaro sventoli sempre in cima al pennone della nostra Fede.