Bergamo non te l'aspetti: arrivi e ti dicono che oltre quella dove sei, ce n'è un'altra; un double, che quelli in bassa chiamano Alta e quelli in Alta chiamano Bassa... Se vuoi visitare l'altra, puoi scegliere di fare una lunga camminata seguendo il percorso delle Mura Venete; non sono delle semplici Mura di cinta; no sono Mura che trasudano Storia. Le mura venete di Bergamo sono cosi descritte in Wikipedia: "Un'imponente costruzione architettonica risalente al XVI secolo (...) costituite da 14 baluardi, 2 piani, 32 garitte (di cui solo una è giunta sino a noi), 100 aperture per bocche da fuoco, due polveriere, 4 porte". Dal 9 luglio 2017 le mura venete sono entrate a far parte dell'UNESCO, come patrionio dell'umanità, nel sito seriale transnazionale: "Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale". L'alternativa, se non si vuol camminare troppo seguendo il percorso delle mura, è quella di prendere la Funicolare, peraltro sempre preda dell'assalto dei numerosi Gruppi turistici e dalle loro immancabili guide e fare la fila per entrare si aggiunge al prezzo del biglietto.

Bergamo doppia anima; due città in una pianura in mezzo a due fiumi: il Brembo e il Serio; ovviamente due i laghi: si chiamano Endine e Iseo; il primo incredibile e spettacolare oasi faunistica; il secondo, più godibile nella sua dimensione, a misura d'uomo, si presta agli sport acquatici e al turismo, soprattutto estivo, stante la presenza di meravigliosi e caratteristici Borghi lacustri e non. Per entrambi la vista paesaggistica, si pittura dei variopinti colori che solo il corollario delle Prealpi Lombarde può offrire in tutto il suo caratteristico splendore. In questa città unica, vivono in quasi 122 mila, sotto un vessillo comunale bicolore: giallo/rosso. Il Patrono, invece e per fortuna, è solo uno: sant'Alessandro martire. Era un soldato romano che visse nel 300 d.c di stazza in Mesopotamia, quando il "clima" era di persecuzione ai Cristiani; il nostro, dal cuore tenero, disobbedì agli ordini e ne risparmiò tanti da morte certa; inseguito dai Romani, dopo molte peripezie, giunse nella città orobica (si narra che Bergamo fu fondata da una etnia originaria della Liguria detti appunto Orobici, ndr) e si converti alla religone Cristiana, dove peraltro fu raggiunto dai Romani che lo fecero decapitare. Curioso il fatto che, nella sua fuga, S. Alessandro fu di passaggio a Milano, ove esiste un luogo di culto a lui dedicato nell'omonima piazza, negli anni 60/70/80 sede della biglietteria presso il Circolo AC Milan....

L'aneddoto ci introduce alla squadra di calcio di Bergamo, che in origine non potevano che essere... due! Bergamo double...  La storia peraltro richiede un minimo di chiarimento supplementare: nel settembre del 1877 fu fondata a Bergamo la Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma, che come da denominazione, nulla aveva a che fare con il football, almeno all'inizio. Nel 1907 nacque l'Atalanta società calcistica, che sin da subito fu riconosciuta e affiliata alla neonata Federazione calcistica nazionale. I problemi cominciarono nel 1913, allorchè la Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma, vista la crescente superiore popolarità del football, anche rispetto a Scherma e Ginnastica, aprì al proprio interno la Sezione Calcio e chiese e ottenne l'affililiazione alla Federazione; per brevità tale Sezione Calcio fu chiamata La Bergamasca. A questo punto Bergamo si ritrovò con due squadre affiliate, MA SOLO UNA AMMESSA AL CAMPIONATO DI PRIMA DIVISIONE. Ne derivò una disputa, per dirimere la quale fu deciso di giocare una partita spareggio in campo neutro. La sede prescelta fu Brescia. Il Derby venne giocato il 5 ottobre 1919 e l'Atalanta si impose 2-0; La Bergamasca, sconfitta e ridimensionata, accettò il progetto di fusione con i rivali concittadini e il 4 aprile 1920 NACQUE UFFICIALMENTE LA SOCIETA' NERAZZURRA, dalla combinazione dei colori sociali il nero atalantino e l'azzurro della Bergamasca.

Si decise di mantenere il nome di Atalanta e, anche in questo caso, vale la pena una divagazione sull'origine del nome, evidentemente di natura mitologica. Atalanta era figlia del Greco IASO, il quale deluso che non si trattasse del sospirato primogenito maschio decise di abbandonarla al suo destino, alle pendici del monte Pelio. Intenerita dal triste fato cui era avviata la bimba, la divina Artemide dall'Olimpo le invio un orsa capace di allevarla, proteggerla e farla crescere; la antesignana di Tarzan crebbe bella, selvaggia, grande combattente, eccellente cacciatrice, insuperabile nella corsa e abilissima arciera, ben capace di difendersi e di uccidere fior di minacciosi guerrieri nemici. Le sue gesta si diffusero rapidamente e giunsero sino agli Argonauti, che la vollero compagna d'avventura, unica donna, a condividere le loro leggendarie imprese; sicchè l'eco delle gesta giunse anche al padre IASO che, pentito di averla abbandonata, la rivolle con lui in modo da maritarla e creare una discendenza. Atalanta sapeva da un oracolo che sposandosi avrebbe perduto tutte le sue incredibili abilità e pose quindi al padre la condizione che avrebbe accettato solo l'uomo che l'avesse battuta in una gara di corsa, ma che altrimenti sarebbe stato ucciso, onde dissuadere i pretendenti. Fu Melanione, innamorato di lei, che accettò e vinse la sfida, attuando un trucco che ritardò la corsa di Atalanta, che quindi sconfitta, lo dovette sposare; inizialmente felici, i due incorsero nelle ire di Afrodite di cui avevano profanato il tempio e così furono trasformati in due leoni. Una tale mitologica derivazione non poteva che determinare i presupposti caratteriali e quindi ciò che è universalmente riconosciuto come il DNA della squadra: arrembante a disprezzo del pericolo, determinata nella ricerca della vittoria, mai disposta alla resa neppure nella lotta impari. Cavalcando sulle ali della propria storia, il pedigree degli atalantini risulta tutt'altro che disprezzbile, ove si considerino le limitazioni dei mezzi e del bacino di utenza tipici di una città di provincia; nell'Albo d'oro della Società nerazzurra figura una Coppa Italia e 6 vittorie del campionato di serie B; inoltre la Dea vanta 58 partecipazioni al campionato di serie A; vanta l'incredibile performance di aver disputato una semifinale di Coppa delle Coppe mentre disputava il campionato di serie B! 

La vera svolta però si è verificata da quando alla sua guida si è composto un binomio d'eccellenza: stiamo parlando di Antonio Percassi il presidente e Gian Piero Gasperini l'allenatore; il primo è stato un eccellente difensore della squadra dal 1970 al 1977; successivamente è divenuto un imprenditore di successo e vanta prestigiose collaborazioni e frequentazioni, tra le quali spiccano Flavio Briatore e la famiglia Benetton. La sagacia e la lungimiranza, unita alla smisurata competenza con cui guida la società, hanno consentito di raggiungere non solo ragguardevoli risultati sportivi, ma soddisfacenti risultati economici, destinati presto ad incrementarsi, con i ricavi derivanti dal nuovo stadio i cui lavori sono stati recentemente ultimati. Al suo fianco, Gian Piero Gasperini ha dimostrato tutto il suo valore, capace com'è di innovare e lavorare ogni anno con una rosa ritoccata, per le cessioni dei giocatori migliori, strategia di vitale importanza per la gestione economica della Società, visto l'incredibile elevato livello del Settore Giovanile atalantino, storicamente all'avanguardia in Italia. Nelle ultime 4 stagioni la squadra realizza exploit rilevanti e per ben due volte si è qualificata tra le prime 4 del massimo campionato di serie A, circostanza che la stagione scorsa le è valsa la qualificazione alla Champion League 2019/2020.

La DEA non si è fermata e continua a stupire: ha superato il girone eliminatorio di Champions dopo una partenza ad handicap (inevitabile tributo al noviziato europeo) con tre sconfitte in tre partite e ora si gode il prestigio di aver portato Bergamo tra le prime 16 in Europa, con la soddisfazione di vedere eliminate squadre ultratitolate e plurivittoriose del torneo come Inter, Benfica e Ajax. Ben figurare in Coppa come in Campionato, anche questo può essere un... double! Ora si attende di conoscere dal sorteggio quale avversario toccherà alla Dea negli ottavi di finale della massima competizione continentale: Barcellona, Liverpool, PSG, Bayern Monaco, Lipsia o Valencia? Nomi da far tremare i polsi a chiunque.... In realtà non crediamo che in casa Atalanta ci sia tutto questo timore: i nerazzurri sono ormai una splendida realtà, ma pur sempre una cenerentola e come tale non ha nulla da perdere; gli squadroni qui sopra, invece se vinceranno avranno semplicemente rispettato il pronostico. Quindi non succederà, ma se succede... In Bocca al lupo DEA.