Solitamente il giorno dopo una brutta sconfitta sono più sereno e obiettivo, stavolta no, non è così, anzi è anche peggio. 

Oggi dovrei scrivere dieci articoli, perché ne avrei un po' per tutti, ma mi limito a uno e spero di poter toccare i vari aspetti della mia cocente delusione. 

Ieri sera ho messo a letto il bambino, la moglie è andata in doccia, accendo la TV, prendo la birra gelata dal frigo, nel frattempo dalla cucina sento che in telecronaca c'è il mio unico e grande capitano Alex, e un brivido di malinconia mi passa per la schiena, arrivo sul divano e mi stendo, la cagnolina si sistema al solito posto tra le mie gambe, alzo lo sguardo verso la tv e vedo i giocatori dentro il corridoio pronti ad entrare in campo e vedo De Sciglio tra i titolari.
E già capisco che qualcosa non va, cervo di capire, chatto con amici per sapere se hanno notizie di un problema per Cancelo o Sandro, ma non trovo risposte, l'unica notizia che mi arriva è che Pjanic ha avuto una attacco di febbre molto alta, ma subito passa Miralem sempre tra i titolari, allora mi convinco che mi sono appisolato e tra poco mia moglie uscirà dal bagno e mi desterà da questo brutto sogno. In realtà mia moglie esce dal bagno ma sono sveglio e non sto sognando.
Inizia la partita e capisco immediatamente che le poche certezze e speranze di vedere la mia Juve, pronta alla battaglia nell'inferno del Wanda Metropolitano, vengono spazzate via come coriandoli nella bufera.

Da una parte il Cholo Simeone, urla sbraita, carica i suoi come leoni davanti alla preda, dall'altra Allegri continua il suo mantra... calma calma, usate la testa.
La frittata è fatta, le scelte di Allegri sono chiare, arrivo alla partita più importante della stagione, preparata nei minimi dettagli, la partita che la Juve vuole giocare e dimostrare chi è, è l'allenatore decide di fare il "CAGON" per l'ennesima volta. Lasciare fuori Cancelo è una bestemmia, far giocare Pjanic con la febbre e dire alla squadra, io ho paura e cerchiamo di non prenderle. E già questo sarebbe sufficiente per essere esonerato. La partita è scontata, la Juve subisce tutto dell'Atletico, agonismo, tecnica, tattica, tutto insomma. La Juve prende una sonora lezione di come ci si approccia ad una gara di Champions.

Mi chiedo come il presidente Agnelli, dopo quanto fatto e con quali giocatori ha consegnato questa rosa ad Allegri, possa sopportare tutto questo scempio. Agnelli, che è ambizioso e visionario, come può pensare di poter continuare con questo allenatore? Mi scontro spesso anche con juventini, che lo difendono dicendo che ha vinto quattro scudetti, quasi cinque, quattro coppe Italia, e ha fatto due finali Champions. Questa è la teoria secondo cui il palmares nasconde le magagne. Sarebbe come dire che, Totti, è stato una pippa perché a livello di club ha vinto uno scudetto solo. Ma che discorsi sono? Bisogna saper giudicare a 360 gradi, non solo le apparenze. È come ridurre l'analisi di una partita per un episodio, o cambiare opinione se una squadra disputa una partita deludente e brutta, ma magari al novantesimo segna allora tutti felici. Chi mi conosce sa bene quanto in passato abbia anche io difeso Allegri, perché nel mio modo di vivere il calcio, l'allenatore a questi livelli dovrebbe solamente non fare danni nello spogliatoio, tipo Conte o Mourinho, e mettere ogni giocatore nelle condizioni migliori di rendere al meglio. E in questo, Allegri, era partito anche bene, ma poi si è perso. Da un allenatore da nove milioni l'anno mi aspetto molto molto di più. Allegri, bisogna essere onesti anche se juventini, ha vinto quasi cinque scudetti semplicemente perché non ha avuto mai una vera rivale in Italia. Qualsiasi suo errore tattico e tecnico in questi anni, è stato nascosto dallo stragrande strapotere della rosa al confronto con dei rivali inestintenti. Le milanesi affrontano problemi societari non da poco conto, le romane sono lontane, e il Napoli ha fatto il massimo in questi anni, ma la rosa ristretta ha complicato i piani.

I giocatori sono arrivati, e anche buoni, Ronaldo su tutti ma non solo. La rosa a disposizione di Allegri è di tutto rispetto, ma come sempre il tecnico toscano, si limita al compitino, tanto in Italia basta e avanza, fa felice chi si accontenta delle vittorie nazionali, ma l'idea di gioco è ancora un'utopia. Allegri ha sperperato negli anni un bagaglio tecnico di primo piano, lasciando partire via via molti giocatori di livello e di personalità. Ma a lui non vanno, lui vuole soldatini da compitino. Sta snaturando calciatori come Dybala, Mandzukic, o sminuendo gente come Bernardeschi, con tanta panchina. Gioca con gente inutile come Kedira e Pjanic e i giovani in panchina.

Il problema è che sicuramente al ritorno la Juve farà una grande prestazione, e potrebbe anche nell'impresa, perché la forza della disperazione e il non avere niente da perdere, aiuta Allegri a liberarsi delle paure, come a Madrid l'anno scorso. Ma questo, se succederà, sarà solo un spostare più avanti un problema serio che prima o poi andrà affrontato. Allegri non dovrà più essere l'allenatore della Juve il prossimo anno. Se vogliamo davvero arrivare ai top club, Allegri non ci porterà da nessuna parte.