È stato bello vedere Inter-Juve, come tutto l'anno la squadra zebrata ha dominato la partita dispensando bel giuoco come non se ne vedeva da tempo in Italia. Difesa granitica, pressing asfissiante e poi tanta tanta fantasia.
Il Napoli si deve inchinare, non perché la Juve abbia più punti, ma perché per il settimo anno di fila ha dimostrato il miglior calcio d'Italia. Che poi il motto societario sia "Vincere è l'unica cosa che conta" non rende giustizia alle grandi idee calcistiche espresse in questi anni da questa squadra.

Bene, dopo questo viaggio nel calcio che non c'è, torniamo sulla terra.
C'è una squadra che per potere economico e capacità organizzativa al momento non ha rivali, lo stadio di proprietà ne è una dimostrazione. Negli ultimi anni ha comprato quello che ha voluto sul mercato italiano, mantenendo una sostanziale posizione di monopolio e ha gestito entrate ed uscite in modo piuttosto soddisfacente, almeno dal punto di vista economico.
Probabilmente le sole riserve di questa squadra potrebbero ambire a creare una propria squadra che compete per il campionato, ciononostante questa squadra continua a giocare come se dovesse salvarsi. E non ci si riferisce alla cattiveria agonistica e alla fame di vittoria, bensì alla povertà del calcio espresso. 

La mia domanda è: dopo 6 campionati vinti di fila non ci si stanca? Non sarà questo il motivo dei limiti che questa squadra palesa fuori dai confini italici? 
Fortunatamente sabato contro l'Inter l'arbitro è stato piuttosto sensibile, come del resto riconosciuto da Allegri. La stessa cosa non è successa la settimana prima contro il Napoli quando l'arbitro sprezzante della storia della blasonata squadra torinese, si è permesso di ammonire ben due giocatori juventini in una stessa azione a pochi minuti dall'inizio. Sono le piccole cose, non sempre i gol alla Muntari a fare la differenza, queste piccole cose che io chiamerei sensibilità. Orsato non se l'è sentita di infierire su una squadra che ne sarebbe uscita a pezzi e in questo si è dimostrato una persona di una empatia incommensurabile. Peccato per le lacrime del povero Icardi, che non ha capito. 

Alla fine della fiera poi possiamo dire che nel complesso della partita le cose si bilanciano, che c'era un fallo su Higuain (ormai la frittata era già stata fatta), ciononostante resta il fatto che le squadre che seminano calcio, quello vero, raramente lasciano dietro di sé gli strascichi di polemiche. Credo che non ci siano problemi ad inchinarsi di fronte al Milan di Sacchi, al Barcellona di Guardiola, ben diversamente da quanto accade ad esempio con il Real di Champion's degli ultimi anni.

Concludendo cari juventini, per ora siete il Real d'Italia come loro sono la Juventus d'Europa siete l'uno per l'altro, vincerete pure, avrete grandi giocatori, dirigenti e stadi, ma sarete ricordati più negli almanacchi statistici (alla voce tante vittorie) più che nei cuori di chi ama il calcio. Infine, per essere più chiaro ricorro all'ambito musicale esiste Another Brick in The Wall e pure Gangam Style... vedete voi a cosa assomiglia questa Juve.