"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior." Ovvero: "Odio e amo. Perché lo faccia, mi chiedi forse. Non lo so, ma sento che succede e mi struggo." Tranquilli, nonostante abbia da poco terminato il liceo scientifico e mi senta un latinista completo (evviva la modestia!), non ho voglia di tenere lezioni di letteratura o grammatica latina. Perché allora cominciare questo pezzo con il carme di Catullo? Cosa c'entra il pallone con il latino? Il poeta romano, noto per l'intensità delle passioni amorose espresse, in un solo distico elegiaco mette a nudo i due sentimenti più potenti ma opposti allo stesso che provocano una lotta interiore molto forte. Ossia: l'amore e l'odio. Gli stessi due sentimenti che stanno convivendo, in questi giorni, nei tifosi bianconeri ancora increduli per il ritorno di Leonardo Bonucci. 

Cosa è stato Bonucci per il tifo juventino e cosa rappresenta adesso il 19? Bonucci è stato quel calciatore che ha deciso di sposare la causa bianconera malgrado il momento fosse tutt'altro che felice. E' stato il primo gol realizzato in una delle poche partite decenti della stagione 2010-11: Udinese vs Juventus 0-4. E' stato una rete pesante contro la Fiorentina nel primo anno di Conte. Quella partita si concluse poi con il risultato di 2 a 1 in favore della Vecchia Signora. E' stato un gol importantissimo nell'aprile 2011 contro il Palermo che consentì alla Juve di mettere la freccia, superare il Milan (dopo che lo svantaggio era diventato di ben sette punti) e iniziare la rincorsa al primo dei sette scudetti vinti dalla società più forte in Italia. E' stato due grandissime marcature messe a segno contro la Roma: a gennaio 2014 con Conte (il gol del 2-0), a ottobre 2014 con Allegri (il tiro al volo del definitivo 3-2). E' stato il "coast to coast" contro la Lazio che siglò il 2-0. E' stato un gol favoloso, da centravanti consumato d'area di rigore, nella partita dalle mille polemiche inutili contro il Napoli in Coppa Italia. Bonucci in campo è stato tutto questo. Reti spesso decisive, prestazioni importanti, ma anche innumerevoli disattenzioni difensive che lo hanno reso più umano. 

Fuori dal campo, Bonucci è stato quel giocatore che squalificato decide di andare a sostenere i suoi compagni in curva in mezzo alla gente della Juve dove si respira un'atmosfera di amicizia, di fratellanza, di passione, di amore appunto per i colori bianconeri. Un quadro perfetto in cui Leo sembrava starci benissimo. Bonucci è stato dichiarazioni importanti del tipo: "C’è tanta Juventus in me, è una questione di cuore e di pelle. Ogni volta che indosso la maglia mi trasferisce un’energia incredibile. Spero di essere importante per la Juventus, quanto la Juventus lo è per me. Quando ti cerca uno degli allenatori più importanti del mondo e ti mostra tanto rispetto e tanto apprezzamento è difficile dire di no. Ha prevalso il cuore". Oppure quella famosa frase: "Io via dalla Juventus? Piuttosto legatemi ai cancelli dello Juventus Stadium perché non me ne andrò mai!" Bonucci per la Juve è stato tutto questo. Ma per il tifoso questo è solo un lontano ricordo perché il passato più recente ha detto altro. Molto altro. Ecco perché nei supporters di Madama a prevalere adesso è l'odio e non l'amore. 

Perché, così come è stata ricordata la "parte buona", è altresì importante fare menzione della "parte meno buona" di questa storia che ha portato comunque Leonardo a tornare sui suoi passi rinunciando ai tanti milioni che percepiva al Milan. Bonucci è stato l'uomo che durante l'anno appena trascorso in rossonero ha preferito fare clamore alla stampa ricordanto piuttosto "lo sgabello di Oporto" anziché la bellezza dei sette anni vissuti con la maglia della Juventus. Bonucci è stato l'uomo che ha rinnegato il passato: "La Juventus è acqua passata. La società e l'allenatore hanno fatto delle decisioni e io ho agito di conseguenza." Bonucci è stato il motivo principale per cui si è persa la finale di Cardiff (mettersi contro nello spogliatoio un'intera squadra non è un atteggiamento da professionista). E' stato lo sbruffone e buffone che in diretta televisiva sceglie di mettere in imbarazzo Marotta: "Si è conclusa una parte della mia carriera per cose che sarebbe poco carino e poco da signore dire in diretta, ma io non ho nessun tipo di problema né nei confronti della Juventus né tantomeno del direttore Marotta." E' stato soprattutto quel volersi mettere in mostra a tutti i costi all'Allianz Stadium andando prima dell'inizio della sfida nel centro del campo, a voler sfidare i suoi vecchi tifosi prendendosi inevitabilmente una bordata di fischi. E' stato soprattutto l'esultanza irrisoria verso il suo vecchio pubblico: "Sciacquatevi la bocca!" che è di fatto lo stesso bentornato che gli stessi sostenitori juventini di una volta gli hanno riservato ieri alla Continassa. 

Ma ora basta usare questo passato prossimo come voce verbale. Cerchiamo di utilizzare un po' il presente indicativo. Cosa è adesso Bonucci per la Juve? Per la Juve-società un grandissimo calciatore che va a rimpolpare un reparto che necessitava di una pedina diversa, fuori dagli schemi. Che va ad innalzare ancora il livello di esperienza della retroguardia perché come ha detto giustamente Allegri (che lo ha già perdonato!): "Non è che Bonucci nel giro di un anno sia diventato scarso. Rimane uno dei più forti difensori al mondo!". Per la Juve-tifoseria è un traditore, un mercenario, un infame, uno che quella casacca non dovrebbe più indossarla. Facciamo un altro passo in avanti, spingendoci ancora oltre, guardando al futuro. Cosa sarà Bonucci per la Juve-tifoseria? E a questa domanda non possono rispondere i tifosi, solo Leo. E dovrà farlo in fretta sul campo, magari abbassando la cresta e riconquistarsi la fiducia di "casa sua" (queste le sue prime parole pronunciate ieri) con umiltà e professionalità. Insomma, con meno chiacchiere e più fatti! La richiesta dell'Italia bianconera è "soltanto" questa...