Dalle ore 22:30 di ieri sera è ufficialmente partita la missione Atletico Madrid per la Juve di Allegri. Ma come ci arriva la squadra bianconera?

Sicuramente non era il turno casalingo di ieri sera contro il Frosinone l'esame più arduo da superare, ma come troppo spesso è successo in passato, anche quella di ieri sera poteva essere una gara da complicarsi la vita. Solitamente partite del genere diventano complicate per la Juve, che trova difficoltà a sbloccare il risultato e poi a chiudere la partita, è come contro il Sassuolo, rischiando pure di andare sotto. In realtà, ieri sera è stata una serata tranquilla risolta già poco dopo il quarto d'ora con il raddoppio di Bonucci. Prima la perla di Dybala ha spazzato via i fantasmi e alla fine è arrivato pure il sigillo di Cr7 a chiudere definitivamente i conti, diciannovesimo gol stagionale per lui in campionato.

Fortunatamente la serata pre Atletico è stato un buon banco di prova per il rientro di Chiellini e Bonucci, che hanno ripreso contatto con il campo e i ritmi gara, per gli altri è servito a far girare le gambe dopo la dura preparazione invernale che aveva fatto preoccupare i tifosi juventini per le gare con Atalanta Parma. Non siamo sicuramente ancora a livelli eccelsi, alcuni giocatori sono ancora un po' imballati, ma sicuramente si vede la luce in fondo al tunnel. Poi c'è da dire che le motivazioni che ti può dare una sfida come quella di mercoledì, ti possono fare andare oltre e trovare energie insperate.

Mi focalizzo molto sul punto fisico della squadra, perché, purtroppo, è quello più importante per noi, visto che il profilo del gioco è quello che è, e quindi io so che la Juve ha ottime possibilità di andare avanti in Champions se la condizione fisica è soddisfacente, altrimenti son dolori. Viviamo delle giocate come quelle di Dybala di ieri sera, o dei numeri di Ronaldo della intraprendenza di Cancelo, e della solidità della difesa. Tutte cose che dovranno essere al massimo mercoledì per sopperire alla mediocrità del gioco e degli schemi di Allegri. Servirà una prova di squadra attenta, gajarda, e su questo non ho dubbi. I ragazzi da anni dimostrano un unità e una voglia di lottare e sacrificarsi per i propri compagni che hanno fatto le fortune di questa squadra. Questa peculiarità ha spesso mascherato i limiti tecnici di questa squadra che dai tempi di Conte, ha saputo andare oltre le attese. Ora le possibilità tecniche e i margini per costruire qualcosa di tecnico tattico più elevato ci sarebbero, ma chi è alla guida, punta ancora su grinta e carattere e mentalità, che sono sicuramente doti da tenersi strette e andarci fieri, ma non dovrebbero essere le uniche doti.

Simone è altrettanto grintoso e ostico e andare al Wanda Metropolitano a combattere con la stessa arma usata dai padroni di casa potrebbe non essere sufficiente. 

Comunque sono fiducioso, ce la andiamo a giocare a viso aperto, cercando di segnare un gol pesante a Madrid. In fin dei conti, ora si fa sul serio e per andare avanti ci vuole il pelo sullo stomaco.