Bene. Dopo la gloriosa, per modo di dire, batosta subita dall'Italia di Mancini da una Germania tutt'altro che devastante (ma per l'Italia, questa Italia, lo è stata eccome), per una questione di par condicio arriva la batosta anche da parte delle azzurre.
Umiliazione calcistica pazzesca subita alla prima dell'Europeo contro la favorita che è la Francia.
Verrebbe da dire che è stata raggiunta finalmente la parità dei diritti tra il calcio maschile e femminile... ma sul piano dei disastri.
Volete vedere la Nazionale femminile vincere? E allora bisogna invertire in modo radicale marcia.
Dopo il vento mediatico dei Mondiali giorno dopo giorno si è spento in modo netto il faro dell'attenzione sul calcio femminile. Non sarà mica un caso che buona parte delle convocate ai Mondiali siano le stesse di questo Europeo. Manca il rinnovamento, anche se delle novità ci sono.

Sappiamo bene che in Italia c'è una forma di pregiudizio ancora enorme verso il calcio femminile. Tra chi dice che non è calcio, chi blatera le solite cose, ma non me la prendo con costoro, il problema è un sistema di potere maschilista che ha consentito l'affermazione di certe pregiudizialità con cui poi devi scottarti.
Piace vincere, non è vero? E allora è inutile criticare delle ragazze che fanno quello che possono. Sì, è vero, dal primo luglio si parla di professionismo. Ma bisogna vedere cosa comporterà tutto ciò. Pensiamo al caso Tavagnacco, che per anni è stato in SerieA ed ora a causa delle difficoltà delle risorse economiche e cambiamenti in atto che rendono la SerieA difficilmente accessibile, si trova a dover rimanere in SerieB. Certamente non siamo all'anno zero e il gruppo storico della Nazionale del calcio femminile andrà per sempre ringraziato per aver colmato quel vuoto agghiacciante che in Italia c'era. Ma da sole non possono andare da nessuna parte.
Il calcio femminile è la fotografia perfetta delle discriminazioni che esistono in Italia. Le giocatrici della Nazionale guadagnano quanto i giocatori di Legapro. La questione del salario è importante, non è una bazzecola. Da Trieste in giù con gli sforzi che le società stanno sostenendo spesso da sole i settori giovanili del calcio femminile stanno crescendo. Di più si deve fare.
L'umiliazione subita dalla Francia è una cosa positiva. Si dirà che è un paradosso. Perchè queste batoste servono a dover accendere il dibattito più che le critiche sulle giocatrici. Il dibattito sullo stato del calcio femminile, che progredisce con i passi di una tartaruga capricciosa. Se il calcio femminile avesse solo un decimo degli investimenti che ci sono in quello maschile, oggi si racconterebbe una storia diversa. Certo, vero è anche che la Nazionale maschile sta ultimamente sbandando.
Ma lì i problemi sono di altra natura, anche se in parte simili. Troppi stranieri nel calciomercato, servono quote azzurre nelle squadre di SerieA, serve una nuova valorizzazione dell'attaccamento alla maglia, più che al fatto se i giocatori cantino o meno l'inno, che trova il tempo che trova, e serve dare spazio ai giovani potenziando i nostri vivai.

Non occorrono molte formulette magiche o chissà quali strabilianti magie alla Harry Potter. E non occorrono neanche misure compensative lava coscienza o accontentini che fanno ridere i polli, tipicamente all'italiana. Serietà, programmazione e progettualità, per un professionismo serio ed una equiparazione vera tra il calcio maschile e femminile.
Solo allora, quando ciò sarà avvenuto, si potranno criticare le giocatrici e fare battutine del tipo, chiamate la Farnesina per riportarle a casa.