Era il 26 settembre 2019, giorno del mio 66° compleanno (e chi se ne frega, direte giustamente, ndr...) quando il dr. Scaroni, Presidente dell'AC Milan e il dr. Alessandro Antonello, Amministratore Delegato del FC Inter, presentarono i due progetti alternativi, relativi alla costruzione del nuovo Stadio di Milano, che dal 2026 dovrebbe sostituire l'attuale Stadio San Siro, dedicato alla memoria del Grande Peppino Meazza (interista fino al midollo, senza tema di smentita...).

Quale destino attende l'iconico impianto milanese è tutt'ora da stabilire; il progetto originario ne prevedeva la completa demolizione, visto che – nel maggio 2020 -  il Ministero dei beni culturali, attraverso la commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, in riscontro a specifico quesito posto dal Comune di Milano, aveva dichiarato che “lo stadio di San Siro non presenta interesse culturale” e pertanto non soggiace alle normative di tutela (VINCOLO MONUMENTALE).

Ma già nel settembre 2020, l'Associazione Gruppo Verde San Siro, al fine di superare il disposto su enunciato, avviava un nuovo iter per assoggettare il vetusto impianto al VINCOLO STORICO, valido per quegli immobili di particolare importante interesse per i loro riferimenti con la “Storia, Scienza, Tecnica, Industria, Istituzioni pubbliche, religiose o collettive”.
Nel frattempo, anche gli abitanti del quartiere si mobilitavano attraverso comitati di protesta, contro l'abbattimento dello stadio, preoccupati dalla durata dei lavori di rimozione dei detriti, dal dover respirare per un periodo eccessivo polveri dannose e per i danni collaterali inevitabilmente causati dai lavori (chiusura dei negozi, soppressione o modifica della viabilità, etc.).
Anche molti romantici difendevano San Siro, un impianto di straordinaria riconoscibilità architettonica per la città di Milano e ancora pienamente utilizzato per eventi sportivi e non,  di grande richiamo.
Infine, ma non ultimo, anche all'interno del Consiglio Comunale si verificavano insanabili diversità di vedute tra i Consiglieri, che inducevano il Sindaco Sala a rinviare a dopo le elezioni amministrative ogni decisione in merito.

Adesso che le elezioni sono avvenute e Sala è stato rieletto Sindaco, il nodo sta per tornare al pettine, solo che... Ogni ostacolo che ritarda la positiva evoluzione dell'iter burocratico, fa ora molto comodo qualcuno...
La base di partenza del progetto Stadio è stata quella che Inter e Milan condividessero al 50% oneri e onori, affrontando insieme un investimento complessivo di circa 1200 milioni e non stiamo parlando di Lire ma di Euro!
Significa che ognuna delle due squadre deve sborsare -alla fine della fiera- 650 milioni a testa.
E' chiaro che le due Società sapessero sin dall'inizio dell'onere da sopportare e quindi avessero già pianificato la copertura della spesa, sicuramente sarebbero passate da un indebitamento a medio-lungo termine, una mutualità acquisibile ad esempio attraverso finanziamento delle banche o emissione di Bond, aumento di capitale finanziato dai Soci; insomma la copertura finanziaria due anni fa non era di ostacolo, a patto che le Società fossero patrimonialmente sane...

Facile immaginare cosa nasconde l'attuale stato di fatto; neppure 24 ore dopo la rielezione di Sala, il Presidente del Milan ha chiesto un incontro immediato sulla questione stadio, mentre da parte nerazzurra il silenzio regna sovrano ormai da diversi mesi.
Come potrebbe essere diversamente? Se da parte dei dirigenti “italiani” dei nerazzurri si continua a pensare con immutato favore e fervore all'investimento, ciò che invece spiazza è l'assoluto immobilismo della proprietà cinese.
Non stiamo a girarci intorno: l'Inter con l'attuale proprietà non può più partecipare col Milan al progetto stadio. Non ha la forza economica Suning, che ha ormai un rischio di insolvenza da fronteggiare; inoltre il Governo Cinese ha sostanzialmente bloccato ogni investimento estero.
E poi l'Inter soltanto 5 mesi fa ha comunicato (ANSA) di aver ottenuto un prestito di 275 milioni (un altro!) da Oaktree Capital, garantito dalle azioni della Società FC Inter, durata del finanziamento 3 anni, destinazione: consentire all'azionista (Suning) di continuare a sostenere il FC Internazionale Milano, con l'obiettivo di superare le difficoltà e le opportunità perse a seguito del periodo Covid.

Siamo davanti a una situazione gravissima: Suning che come scrivono in Cina risulta insolvente per oltre 600 milioni di bond non rimborsati che - per garantire la gestione ordinaria del club nerazzurro- è costretta a indebitarsi di 275 milioni di finanziamento garantiti dal pegno delle azioni; ma sul club nerazzurro si avvicina il 31/12/2022, ossia la scadenza di altri 2 bond per 700 milioni, per un indebitamento complessivo di circa un miliardo! Come si può pensare allo stadio nuovo i cui tempi previsti per il RIEQUILIBRIO FINANZIARIO sono di 32 anni!
La questione stadio è quindi l'ultimo, ma proprio l'ultimo dei pensieri che ha la proprietà cinese destinata a passare la mano.
Sì ma quando, si chiede il Milan? E i nuovi proprietari come si porranno di fronte alla questione stadio? Alla questione San Siro? Alla questione di un solo stadio per due squadre? Alla questione esborso?
Per il nuovo stadio di Milano mala tempora currunt come direbbero i latini.