Il viaggio europeo della Juventus riparte dalla Svezia. Reduce da un avvio di campionato brutto ogni oltre pessimistica ipotesi, la squadra di Allegri è chiamata a conquistare la prima vittoria stagionale in casa del Malmoe. Rispetto alla trasferta di Napoli, tornano a disposizione del tecnico toscano tutti i nazionali sudamericani mentre è ancora assente Chiesa, alle prese con un infortunio di cui non è stata comunicata l'esatta entità. 

I canali di comunicazione del club, come sempre, diffondono la formazione ufficiale mezz’ora prima del fischio d’inizio. Nonostante alcuni opinionisti nel pomeriggio avessero agitato il fantasma di una possibile difesa a tre, la Juventus si presenta invece in campo con il tipico 442 “impuro” che tanto piace ad Allegri. Szczesny ancora confermato tra i pali. In difesa, Danilo e Alex Sandro agiranno sulle due fasce, con Bonucci e De Ligt a formare la coppia centrale. A centrocampo, la scelta cade su Locatelli e Bentancur come coppia di mediani. Cuadrado a destra e Rabiot dalla parte opposta completano il reparto, mentre in attacco il duo Morata - Dybala chiude le scelte di Allegri.

Il Malmoe, di cui sappiamo pochissimo e che scopriremo nel corso dei 90 minuti, viene presentato con un 532 che vede Diawara tra i pali protetto da una folta linea difensiva composta, da destra verso sinistra, da Berget, Ahmedhodzic, Nielsen, Brorsson e Rijeks. Innocent, Christiansen, Rakip formano il trio centrocampo, mentre in avanti Birmancevic e Colak chiudono la composizione di Mister Tomasson, ex centravanti di buon livello con trascorsi anche nel Milan. 

Per la Juventus quella di stasera in terra svedese rappresenta la prima partita stagionale trasmessa da Sky. Per una sera quindi non sono necessarie le opportune verifiche della linea internet, dell'app e di tutto l'occorrente necessario per guardare una partita di campionato in questa epoca ultra moderna. La qualità dell'immagine, finalmente all'altezza, torna infine a giustificare il costo di un televisore ad alta risoluzione.

Le due squadre scendono in campo accolte da uno stadio che presenta una buona cornice di pubblico, caldo ed entusiasta, nonostante gli evidenti limiti di capienza imposti dalle norme anti covid. Come accade in quasi tutti gli stadi europei, la musichetta introduttiva della manifestazione viene sovrastata dal canto dei tifosi. Ultimi fuochi di ribellione contro un’omologazione che ormai ha invaso la società e di conseguenza anche il mondo del calcio. 

Esaurite le lunghe formalità iniziali, agli ordini dell’arbitro portoghese Artur Dias, la partita può avere inizio. I primi minuti di gioco mostrano chiaramente, ancora una volta, la preferenza di Allegri nello schierare in fase difensiva due linee di quattro uomini. Come previsto, a centrocampo tocca a Rabiot ricoprire quella posizione esterna nella quale negli anni recenti abbiamo visto disimpegnarsi, anche con discreto successo, il buon Matuidi. Rispetto al solito, il tecnico bianconero presenta una piccola novità in fase di possesso palla. Alex Sandro si alza molto rispetto alla posizione di partenza, andando idealmente ad allinearsi con Cuadrado dall’altra parte. Per bilanciare, Danilo rimane basso insieme a Bonucci e De Ligt, formando in fase di impostazione una linea arretrata di tre uomini.

Il Malmoe si produce in una partenza a ritmi sostenuti.  Trascinati dall'entusiasmo del rumoroso pubblico, i padroni di casa provano, con una pressione continua in questa fase di gioco, a superare i limiti evidenti e ad impensierire la Juventus. L'arbitro Dias è costretto a intervenire in diverse occasioni, interrompendo spesso il gioco per sanzionare la foga entusiasta con cui gli svedesi cercano di opporsi ad un avversario che nonostante il momento di difficoltà rimane fuori portata.

Nonostante l’indiscutibile impegno la squadra di Tomasson non riesce ad impensierire più di tanto la difesa bianconera ma, anzi, sbilanciata in avanti dal tentativo di pressare altissima, lascia spazi invitanti nella propria metà campo dentro i quali la Juventus comincia ad affondare. La prima grande occasione dell’incontro capita sui piedi di Dybala intorno al decimo minuto di gioco. L’argentino, servito da un lancio profondo e perfetto di Morata, si presenta davanti al portiere Diawara, perdendo però l’appoggio sul terreno al momento di concludere. Il tiro finisce ampiamente fuori.

Trascorrono altri dieci minuti e la Juventus passa in vantaggio. Rabiot accelera palla al piede rompendo il pressing di due avversari e serve Morata al limite dell’area. Lo spagnolo, spalle alla porta, protegge il pallone e lo tocca indietro verso l'accorrente Bentancur. L’uruguaiano imprime una nuova accelerazione all'azione bianconera, allargando il gioco verso Cuadrado e lanciandosi in area per ricevere il nuovamente il pallone. Il cross del colombiano è appena più arretrato rispetto all'inserimento di Bentancur ma cade precisamente al centro dell'area, dove Alex Sandro con un colpo di testa quasi a filo d'erba manda avanti la Juventus. Un bel gol, un'azione che strappa un applauso convinto e un sorriso di soddisfazione. 

Il Malmoe continua a mostrare notevole imbarazzo nella gestione del lancio in profondità. In più occasioni, durante la partita, la Juventus creerà diverse azioni pericolose sfruttando questa situazione di gioco. Il copione della partita diventa subito chiaro. Un lungo palleggio bianconero in attesa che si apra la possibilità per lanciare gli attaccanti in velocità. Pochi minuti dopo il gol del vantaggio, ancora Alex Sandro, servito in profondità da un lancio telecomandato di Bonucci, supera con il controllo di petto il suo diretto avversario e si presenta davanti a Diawara. Il diagonale di sinistro, da posizione leggermente defilata, termina però di poco a lato. Trascorrono solo pochi minuti e questa volta tocca a Morata, servito in verticale da Locatelli, presentarsi davanti al portiere bravo in questa occasione a chiudergli lo specchio in uscita. 

Il gol subìto, le occasioni che la Juventus crea con una certa facilità e il grande sforzo profuso nella prima parte di gara, spengono gli ardori dei padroni di casa. Il pubblico continua ad sostenere la squadra ma l’effetto è molto affievolito. La Juventus gestisce il pallone con tranquillità, a volte persino troppa, tentando, per fortuna senza riuscirci, di complicarsi la vita in un paio di occasioni. Locatelli si rivela un buon punto di riferimento per la manovra. Sempre dentro il gioco, pulito con il pallone tra i piedi ed efficace nel contrasto, si offre come elemento di equilibrio nello scacchiere tattico di Allegri. Della presenza di Locatelli ne beneficia Bentancur che, liberato dalle incombenze in fase di impostazione, viene lasciato libero di offrire alla squadra il suo importante contributo di intensità, pressing e palloni recuperati, esibendosi anche in diversi inserimenti che non vengono premiati dai compagni. 

Il primo tempo è prossimo ormai alla conclusione, la Juventus palleggia in sicurezza nella propria metà campo. Danilo serve Bonucci che gli restituisce il pallone. Largo sulla destra, il terzino brasiliano disegna una traiettoria di oltre quaranta metri con la quale lancia in porta Morata. La trappola del fuorigioco non scatta. Nielsen, nel disperato tentativo di impedire il gol del raddoppio, trattiene il centravanti juventino. Per l’arbitro Dias è calcio di rigore. Gli svedesi protestano, il Var conferma la decisione, Dybala posiziona il pallone sul dischetto. L’argentino, al momento dell’esecuzione, perde nuovamente l’appoggio con il piede destro sul terreno di gioco ma riesce comunque a segnare con una conclusione centrale che spiazza il portiere Diawara. La Juventus raddoppia e la sensazione, a meno di eventi imprevedibili, è che la questione sia chiusa.

Non trascorre forse nemmeno un minuto e la Juventus, a ridosso del fischio di chiusura del primo tempo, trova anche il terzo gol. Questa volta è Szczesny ad avviare l’azione con un rinvio che innesca una serie di colpi di testa risolti da Rabiot con un tocco di sinistro in verticale. La difesa del Malmoe nemmeno in questa occasione si dimostra efficace e Morata si ritrova solo davanti al portiere, libero di depositare in rete il pallone del tre a zero. Esulta Morata, esultano i compagni, esulta anche un bambino in tribuna, forse unico rappresentante della tifoseria bianconera allo stadio in questo periodo ancora segnato dalla pandemia.

Si chiude quindi con il triplo vantaggio bianconero il primo tempo. L’intervallo scorre sereno. La partita è ampiamente nelle mani della Juventus e gli avversari non sembrano avere i mezzi per impensierire la squadra di Allegri. La tranquillità è tale che, nelle solite chat di whatsapp, più di qualche amico si permette di lanciarsi in pungenti battute sulla sconfitta del Manchester United in casa dello Young Boys.

Le due squadre rientrano dagli spogliatoi senza novità negli schieramenti. Le prime battute della seconda frazione di gioco, chiariscono che la partita di fatto si è conclusa con il gol di Morata. Il Malmoe tutto quello che aveva da mettere in campo lo ha calato in quei primi venti minuti in cui con una pressione continua ha provato mettere in difficoltà la Juventus e magari cercare il colpo del vantaggio. Sotto di tre gol, gli svedesi non ci provano nemmeno più. La Juventus ha gioco facile nel gestire la gara, controllando il pallone senza avere nemmeno più l'ostacolo di un pressing che, nella prima parte, aveva creato almeno qualche lieve difficoltà. L'imminente scontro di campionato con il Milan, in programma domenica sera allo Stadium, induce i bianconeri a non forzare ulteriormente  e a cercare di preservare preziose energie. 

Il copione rimane lo stesso del primo tempo. Tanto possesso palla e, al momento opportuno, un lancio capace di tagliare fuori la retroguardia svedese. Bonucci continua la sua lezione avanzata di regia difensiva, pescando Alex Sandro sulla sinistra con un pallone che taglia il campo per quaranta metri. Il brasiliano premia, con un tocco in profondità, l’inserimento verticale di Morata che in diagonale non riesce ad inquadrare la porta. La partita è in mano alla Juventus, le occasioni per incrementare il punteggio arrivano con buona regolarità. Un contrasto vinto da Bentancur a centrocampo innesca una ripartenza condotta da Morata. Dybala prende il corridoio centrale, Cuadrado segue l’azione sulla destra. Il passaggio di Morata premia il colombiano che, con un tocco a scavalcare il diretto avversario, trova Dybala al centro dell’area di rigore. L’argentino inventa un colpo di tacco di prima intenzione con il quale libera al tiro Morata. La conclusione del centravanti spagnolo è parata a terra da Diawara.

Con il risultato ormai in pugno, Allegri inizia a pensare anche alla sfida di domenica sera contro il Milan. Intorno alla metà del secondo tempo, manda in campo Kean al posto di Morata, uno che sicuramente sarà in campo contro i rossoneri. Lo spagnolo attraversa un buon momento e quando gioca in questa maniera, diventa indispensabile alla squadra per la sua capacità di offrirsi come riferimento verticale per la manovra e la velocità con la quale può innescare pericolose ripartenze. Esce anche Bentancur, autore anche lui di una buona prestazione. Al suo posto entra McKennie, dal quale Allegri, come ha fatto chiaramente capire nel corso delle varie conferenze stampa, si aspetta in questa stagione un sostanzioso contributo di gol. La bravura del tecnico livornese sarà ottenere dall’americano i gol che cerca senza penalizzare troppo la squadra a causa delle carenze tattiche del giocatore.

La partita non si discosta dal solco già abbondantemente tracciato. Kean, appena entrato, si vede annullare per fuorigioco il primo gol della sua nuova avventura juventina. Allegri manda in campo anche Ramsey e Kulusevski, concedendo minuti di riposo a Dybala e Cuadrado. E’ proprio una giocata del centrocampista svedese, in chiusura di partita, ad offrire a Kean la possibilità di andare in rete. La conclusione dell’attaccante, liberato da un illuminato colpo di tacco di Kulusevski, incontra però la deviazione di Diawara che riesce ad evitare alla sua squadra un passivo ancora più pesante.

Si chiude così una partita che possiamo definire tranquilla e gradevole. Una buona partita di cui probabilmente non si ricorderà più nessuno già tra qualche settimana, ma una serata di cui aveva bisogno la squadra e di cui avevano bisogno anche i tifosi per cominciare a guardare con maggiore fiducia al futuro prossimo, a partire dallo scontro con il Milan che diventa già decisivo per rilanciare le ambizioni bianconere anche in campionato.