La stagione è ufficialmente iniziata anche per la beneamata, la quale si è lasciata completamente alle spalle gli strascichi residui dovuti alla finale di Europa League persa contro il Siviglia, ma ciò che è ancor più importante e dal quale se ne evince appieno il contenuto dall’ultima conferenza stampa congiunta tra Marotta e Conte (al loro quinto anno di lavoro assieme), tenutasi ieri, è sicuramente il senso di appartenenza per questa nuova avventura, e una visione d’insieme ampiamente ritrovata e totale (dalla conferenza di Conte mi ha colpito tanto questa frase: spesso sono duro con me stesso e mi dimentico di godermi il percorso intrapreso con le mie squadre. Io per primo devo imparare a farlo. Forse la prima amissione di colpa da quando siede sulla panchina dell’Inter), o come ama ripetere spesso il giovane presidente Steven Zhang, “off and on the pitch”, fuori e dentro al campo, e che fa ben sperare in vista appunto dell’inizio del nuovo campionato. Nulla a che vedere quindi, con le dichiarazioni di Conte post Siviglia, in cui in maniera nemmeno troppo velata rassegnò di fatto le dimissioni, poi fortunatamente rigettate grazie all’accordo siglato a Villa Panfili nel quale si è deciso di proseguire tutti assieme, (scelta più logica ed economica che si potesse prendere, ruolo cruciale nella mediazione l’ha ricoperto sicuramente Marotta, un po’ da padre di famiglia nel rapporto con Conte e con i giocatori che loda e ringrazia sempre da uomo più navigato di tutto il club, esprimendo dichiarazioni sempre impeccabili, risolvere una matassa come era l’Inter due anni fa e la situazione di Conte di un mese fa, solo lui con la sua diplomazia e al contempo con punti cardine e imprescindibili poteva trovare un compromesso, percepisco nuovamente un’ unità di intenti per raggiungere la vittoria, rimotivando il mister e l’ambiente e non era per nulla scontato). Visto anche gli importantissimi traguardi raggiunti, il tutto condito da una ritrovata credibilità (termine ripetuto spessissimo sia da Marotta che da Conte in conferenza) ottenuta grazie agli sforzi di tutti, dovuti proprio al lavoro, “off and on the pitch”.
Importantissimo quindi il filo diretto che si è venuto a creare nel tempo, e che unisce i vari organi all’interno del club, vale a dire Suning, questa grandissima proprietà che, anche se talvolta non comprendiamo appieno alcune scelte e tempistiche, come ha ricordato ieri Marotta, continua e continuerà però a investire pesantemente nell’Inter, (solo negli ultimi giorni e settimane infatti hanno ufficializzato i nuovi alloggi per i giocatori presso il Suning Training Centre, è nata Inter College una scuola nerazzurra per i ragazzi del settore giovanile, l’approdo su Telegram, e tantissimo altro ancora, segno di grande voglia di far tornare l’Inter grande), segue la dirigenza totalmente rinnovata con a capo ovviamente Marotta che detta la linea comune, per poi proseguire con un grandissimo allenatore, e infine una squadra che è stata completamente migliorata, nonostante gli intertristi dicano ben altro e nonostante una pandemia che farà perdere quattro mld di introiti all’industria del pallone, come ha spiegato Agnelli (capo dell’ECA).

Ma tralasciando questi e altri discorsi che al tifoso medio possono giustamente non interessare, e passando invece al mercato e al calcio giocato i due argomenti che scaldano e appassionano sicuramente di più, c’è da dire che finalmente e quasi a sorpresa il mercato che di fatto era bloccato e immobile, proprio per le paure delle squadre di vedere ulteriormente aumentare i costi, già di per se schizzati causa covid, (fissi) e ricavi, (variabili) che quest’anno per tutti rappresenteranno un’ incognita, si è ufficialmente e definitivamente sbloccato, complice anche l’inizio dei vari campionati europei, i quali sicuramente avranno fatto capire ai vari Ds, che le squadre necessitano ancora di qualche rinforzo in più, (Genoa, Sampdoria e Cagliari su tutti). Anche la stessa Inter, che tolto l’acquisto strepitoso di Hakimi (maggio), sì è poi ritrovata con moltissimi giocatori in rosa, e con uscite completamente bloccate, tant’è che per giorni si è semplicemente vociferato di Ranocchia futuro partente, e di Godin quasi ufficiale al Rennes. Poi però, complice appunto l’inizio del campionato, e la fine del calciomercato sempre più imminente, e di un solo mese di durata, si sono improvvisamente sbloccate moltissime operazioni quali:

Cessioni 20/21:

Giocatore: Squadra: Costo:

  • Yann Karamoh: Parma Calcio 1913

Parma: 8,00 mln €

  • Andrea Palazzi: AC Monza

Monza: 2,00 mln €

  • Valentino Lazaro: Borussia Mönchengladbach

Bor. M'gladbach: Spesa prestito: 1,20 mln €

  • Felice D'Amico: UC Sampdoria : 400 mila €
  • Matteo Rover: FC Südtirol Südtirol: 100 mila €
  • Diego Godín: Cagliari Calcio

Cagliari gratuito

  • Borja Valero: ACF Fiorentina

Fiorentina gratuito

  • Andreaw Gravillon: FC Lorient

FC Lorient Prestito

  • Eddie Salcedo: Hellas Verona

Verona Prestito

  • Antonio Candreva: UC Sampdoria

Sampdoria Prestito

  • Sebastiano Esposito: SPAL

SPAL Prestito

  • Darian Males: Genoa CFC

Genoa Prestito

  • Lucien Agoume: Spezia Calcio

Spezia Prestito

  • Gabriel Brazão: Real Oviedo

Real Oviedo Prestito

  • Tommaso Berni: svincolato

Analizzando quindi più approfonditamente la rosa, nonostante a detta degli intertristi sia appunto peggiorata, e anzi non sia sufficientemente competitiva, si evince esattamente il contrario, disponiamo ora di una profondità di rosa come ha spiegato bene ieri Marotta che prima non avevamo, “in alcune partite Conte, girandosi verso la panchina e volendo attuare dei cambi spesso si è ritrovato a non avere alternative valide a centrocampo per esempio, complici infortuni e squalifiche, che sono assolutamente fisiologiche”, e questo non è accettabile, curioso perché per altre squadre la rosa profonda e abbondante, è un fattore positivo, per noi, negativo …l’abbondanza deve essere la regola ogni anno se vuoi lottare su tre fronti.

Inoltre, volevo fare un breve appunto sui giocatori che di recente hanno lasciato l’Inter, (Candreva, Biraghi, Ranocchia, Berni, Asamoah), anzitutto sono incettabili gli insulti rivolti a questi giocatori, perchè stiamo pur sempre parlando di calcio, ma il problema sostanziale non è la loro pochezza tecnica, (quanti giocatori non all’altezza hanno tristemente indossato la nostra maglia negli ultimi anni? E ben più peggiori), il vero dramma è la loro mentalità non vincente, mediocre, che gli ha portati ad esultare per un pareggio nel derby, o ad un misero quarto o quinto posto, festeggiando come se avessero alzato un trofeo, oppure sconfitte inaccettabili con squadre alla portata, non solo in campionato ma anche in coppe europee, affrontate con superficialità e con indifferenza, come se non facesse molta differenza vincere o perdere, insomma un mediocrità che ci ha attanagliato troppo, e che ha reso di conseguenza mediocri anche noi tifosi. Emblematico è il caso Kumbulla e Tonali.
La società aveva inizialmente deciso di spendere quasi 80 - 85 mln per questi due giovani sicuramente promettenti, ma nel momento in cui sono cambiate le strategie e si è preferito puntare su Vidal (per inciso, gennaio 2020 il Barcellona chiede prima 20 poi 15 mln. Estate 2020: il Barcellona offre il giocatore in uno scambio per Lautaro, Settembre 2020 l’Inter lo prende gratis), Kante o Kolarov, top player di assoluto livello e riconosciuti a livello europeo, molti tifosi hanno espresso la loro delusione e frustrazione sui social, perché convinti che a quest’Inter non serva esperienza, ma bensì ulteriori giovani promettenti da far crescere, in un gruppo che a sua volta già di per sé è giovane, posto che il livello della rosa sarebbe rimasto invariato, indubbiamente, nonostante l’arrivo dei due giovani promettenti.

Venendo alla rosa e analizzandola reparto per reparto; in porta l’Inter è tornata ad avere un secondo portiere all’altezza con padelli ultima scelta, in difesa disponiamo di Skriniar - d’Ambrosio, Kolarov - Bastoni e De VrijPirola, sugli esterni Hakimi - Darmian, Perisic - Young, a centrocampo un’ abbondanza tecnica e numerica che non si vedeva dai tempi del triplete, Barella, Sensi, Vidal, Eriksen, Brozovic, Nainggolan e Gagliardini, (Conte ha espressamente chiesto sette centrocampisti per quest’anno), e ha di fatto consacrato la permanenza di Perisic e Nainggolan, “quest’anno non ci risultano atti eclatanti negativi in riferimento ai due”, con il ruolo di trequartista che potrà essere ricoperto da: Eriksen, Vidal o Sensi, mentre in attacco la solita coppia Lu-la, oltre a Sanchez,  praticamente un nuovo acquisto e Pinamonti, come quarta punta (vice Lukaku).
Le stesse uscite sono ormai relativamente poche da completare, Ranocchia settimana prossima approderà al Grifone, rimangono da piazzare Vecino, vicino al Napoli e Dalbert, mente pochi altri sono stati addirittura esclusi dalla lista. Per essere un mercato anomalo e guardando le altre squadre ci si può ritenere più che soddisfatti.

Per concludere, il progetto rinascita dell’Inter è nato dopo una trattativa durata sei mesi, alle 9.30 di martedì 15 ottobre 2013 il presidente nerazzurro infatti firmò il contratto per la cessione al gruppo indonesiano che fa capo a Erick Thohir (prese il 35% con Roeslani e Soetedjo al 17% ciascuno) del 70% del pacchetto azionario della società, da lì in poi tra mille sfottò e indifferenza generale non solo salvò di fatto l’Inter, da un tracollo finanziario ormai certo, ma, anzi, sistemò i conti in maniera impeccabile, riformò il club (fuori e dentro il campo), assunse Mancini, l’allenatore migliore in circolazione a quel tempo comprandogli e accontentandolo con tutti i giocatori richiesti (fuorché il più importante, Yaya Tourè), posizionandosi al quarto posto in campionato, e, quando capì di non poter fare di più cedette al colosso cinese Suning giugno 2016, che in poco più di quattro anni, ha riportato l’Inter nel gota del calcio mondiale, fuori e dentro il campo, sotto tutti gli aspetti: economico - finanziario, comunicazione, marketing, brand, appeal, progetto tecnico, settore giovanile infrastrutture, e quant’altro.
Tanto lavoro è stato fatto e tanto ancora bisognerà svolgere, ma una cosa è certa, il futuro è roseo ed è nostro, siamo oramai padroni del nostro destino e non più in balia degli eventi, il tutto condito da una credibilità riconquistata attraverso il duro lavoro.
Il futuro è roseo, d’oro e di neroazzurro come i colori dell’Inter.