Già dai tempi antichi, l’uomo parla di categorie. Si pensi a quanto affermava Platone che nel Sofista le vedeva come “«generi sommi» … le cinque determinazioni di essere, movimento, quiete, identità, alterità” oppure ad Aristotele che le considerava alla stregua dei “concetti generali sotto cui si può comprendere ogni realtà” sino a giungere alla filosofia moderna e a Kant: “ciascuno dei concetti fondamentali del pensiero puro, cioè delle forme a priori della nostra conoscenza, che rappresentano le funzioni attive del pensiero, ordinatrici della realtà fenomenica”.

La categorizzazione della realtà è un’azione che l’uomo compie da sempre. Tale capacità è certamente nell’essenza dell’essere umano. Si pensi a una vita che non comprenda una simile possibilità. Sarebbe praticamente impossibile in quanto guidata dal coas. Regnerebbe la confusione. Questa possibilità che la nostra natura ci ha donato è fondamentale e aiuta le persone nella più banale quotidianità. Tutto è categorizzato. Si tratta di un comportamento meccanico che ormai si considera scontato e al quale non si pone alcun valore, ma che si presenta come indispensabile. Esistono molteplici esempi. Si consideri l’alimento base: il pane. A ognuno di noi sarà capitato, almeno una volta, di trovarsi dal fornaio o davanti al banco del supermercato atto alla vendita di tale bene primario e avrà sicuramente notato la varietà di specie che propone. Quanti tipi di pane esistono? Molteplici. La scelta è più che varia: da quello comune, a quello integrale passando per la baguette o altri. Ognuno di noi ha una sua preferenza, ma l’opzione è possibile solo in quanto vi è una divisione in generi. Non vi è scampo: la realtà ha necessità di categorizzare.

Il mondo del calcio è parte della vita. E’ una delle attività più fruibili dell’esistenza e proprio in questo sta la grande forza attrattiva che esercita sulla società. Per praticare questo sport basta davvero poco. Le regole base sono semplici e di facile apprendimento. Essendo molto diffuso vanta pure una enorme porzione di spettatori. Proprio perché di pubblico dominio, viene adattato alle necessità della vita reale e concreta. In questo senso, non esiste sport che sia meno elitario. Così anche la serie A viene categorizzata. Le squadre che la compongono sono classicamente suddivise in 3 fasce: le cosiddette “grandi”, le “medie” e le “piccole”. Questo frazionamento non vuole assolutamente essere denigratorio nei confronti di qualcuno. Semplicemente è molto utile all’attività di coloro che sono addetti ai lavori come protagonisti, tifosi od opinionisti.

Qualche anno fa esistevano le “7 sorelle”: Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio, Fiorentina e Parma. Queste compagini dominavano la serie A e combattevano per aggiudicarsi lo Scudetto. Il nostro campionato proponeva quanto di meglio il pallone potesse offrire. Poi il “vento è cambiato”. Alcune squadre sono andate incontro a noti problemi societari. Si pensi a quanto accaduto ai ducali di patron Tanzi, ai viola di Cecchi Gori e ai biancocelesti guidati da Cragnotti. Tutto il calcio italiano ha risentito di certe vicende che hanno contribuito ad abbassare notevolmente il suo valore. Così, tra varie vicissitudini, attualmente la lotta per il titolo si è limitata a una corsa tra 2-3 compagini che solitamente si conclude molto prima della fine del torneo perché la Vecchia Signora è troppo superiore rispetto alla concorrenza. Detto questo, nel modo di pensare comune, più squadre vengono considerate come “big”. Si tratta dei Campioni d’Italia, del Napoli, della Beneamata, dei cugini rossoneri e di entrambe le capitoline. Vi è, poi, una fascia media nella quale potrebbero essere inserite rappresentative di città rinomate che sono da sempre piazze importanti del nostro pallone. Si tratta di Genova che vanta ben 2 rappresentanti: Genoa e Sampdoria. Non si vede la necessità di annoiare il lettore con un’analisi relativa alla città della Lanterna, polo economico di primo livello sicuramente ben noto. Grifone e blucerchiato hanno costantemente cercato di raggiungere il palazzo e vi sono riuscite. Entrambe hanno avuto la gioia di festeggiare Scudetti e Coppe Italia. In questa categoria si staglia pure Fiorentina. Questa squadra rappresenta una delle città più attraenti e famose dello Stivale: il capoluogo toscano. Pure per la Viola si può sostenere esattamente quanto detto per le 2 “colleghe liguri”. Lo stesso vale per il Torino. E’ parte di tale genus anche l’Atalanta. Pur non avendo mai vinto la serie A, la Dea ha sempre fatto parte della borghesia del nostro pallone. Vi sono, poi, casi particolari come Parma, Bologna e Udinese che hanno avuto momenti di grande risalto per poi ricadere sovente nella lotta per non retrocedere o persino nelle categorie inferiori. Le altre sono solitamente considerate “provinciali” o “piccole”. Non ci si stancherà mai di ripetere che questo termine viene utilizzato a scopo puramente organizzativo e non intende avere alcuna accezione negativa.

Come si potrà notare non esiste una precisa corrispondenza tra il valore attuale della squadra e la sua categorizzazione. In ogni caso, la suddivisione non è scientifica, ma di libera interpretazione. Qualcuno si chiederà come sia possibile considerare l’Atalanta nel genere delle “medie” e, per esempio, le milanesi tra le “big”. La classifica di serie A della passata stagione mostra una diversa realtà. In effetti è proprio così. Detto questo, la suddivisione non si può basare sulla singola annata o soltanto sul risultato finale di un torneo. Si devono osservare un periodo più lungo di tempo e altre variabili. L’esperienza insegna che, in futuro, Inter e Milan potrebbero avere grandi chance di riscatto. Non si ritiene opportuno escluderle dalla specie delle “grandi squadre” anche per la immensa quantità di tifosi che le sostengono e per il loro valore economico. Fanno parte di quello che si potrebbe considerare il cosiddetto “palazzo del calcio italiano”.

Mai come quest’anno pare essere di fronte a un vero e proprio “attacco al potere”. Storicamente viene considerato come borghesia quel ceto che si contrappone alla nobiltà. E’ economicamente florida, ma le manca “il sangue blu”. La classe media del calcio vuole provare il colpo di Stato aggiudicandosi il regno inteso come la serie A. I vari Presidenti di molte compagini che sono parte di questa categoria stanno rinforzando in maniera evidente e palese i loro ranghi. E’ tutto molto positivo. Se davvero tali società avessero la forza di avvicinare il loro valore a quello delle “grandi”, ci si preparerebbe a vivere finalmente un torneo più intenso e combattuto. Si pensi a una Juventus che disputava certe gare con un risultato già scontato prima dell’inizio della sfida. I bianconeri potevano permettersi un turnover assolutamente totale senza correre il rischio della sconfitta. Naturalmente, ogni norma ha la sua eccezione e quanto accaduto pochi mesi orsono a Ferrara contro la Spal, ne è la palese dimostrazione. E’ logico pure che rimarranno alcune compagini che saranno considerate come le cosiddette “squadre materasso”, ma il loro numero pare diminuire rispetto al passato. Sembra, quindi, che la forbice si allenti e ci si prepara a vivere una serie A di livello più elevato. Il margine tra le “big” e le rivali esiste ancora, ma in futuro si potrebbero vivere casi simili a quello dell’Atalanta andando a rendere ancora più avvincente pure la lotta per le posizioni che garantiscono un posto nelle competizioni europee e proprio le squadre che solitamente lottano per questo traguardo dovrebbero iniziare a far suonare un campanello d’allarme.

Nella trascorsa stagione, la Dea ha centrato la qualificazione in Champions League giungendo terza in campionato e non pare avere la minima intenzione di mollare la presa rispetto alle posizioni che si è guadagnata con programmazione, fatica e sudore. A parte Mancini, passato alla Roma, i nerazzurri non si sono privati di alcun protagonista del recente passato glorioso, Gasperini compreso. Anzi, i lombardi paiono essersi ulteriormente rinforzati con gli arrivi di Muriel e Malinovskyi. L’ucraino è un regista 26enne proveniente dal Genk e di lui si parla davvero bene. Lo stesso vale per il Torino che, dopo aver conquistato l’accesso ai preliminari di Europa League a causa dell’esclusione del Milan dalla competizione, ha deciso di non andare ad alterare in maniera troppo importante la rosa che ha raggiunto un simile risultato. Occorrerà vedere come un playoff di una competizione internazionale possa influenzare lo stato psicofisico della squadra. Si pensi alla stanchezza che deriva dal fatto di avere cominciato a giocarsi gare importanti ben prima della concorrenza e, sperando che non accada, il contraccolpo dovuto a un’eventuale eliminazione. Ammesso questo, i ragazzi di Mazzarri devono essere tenuti in ampia considerazione.

Non ci sono solo le conferme della passata stagione. Dopo lo spavento della trascorsa annata nella quale il Genoa si è giocato la salvezza sino all’ultima giornata, Preziosi pare avere l’intenzione di “sdebitarsi” con il suo pubblico creando una super squadra. Il Grifone ha scelto di essere guidato da Andreazzoli, tecnico che nella passata stagione ha sfiorato un autentico miracolo con l’Empoli. Sino a pochi minuti dalla fine dell’ultima gara, gli azzurri, che poco prima del ritorno dell’allenatore di Massa erano considerati praticamente spacciati, erano in una situazione tale da mantenere la categoria. Nainggolan, però, ha deciso che non fosse cosa buona e con un suo gol ha spedito l’Inter in Champions condannando i toscani alla serie B. Non è finita perché i rossoblù hanno messo nel motore giocatori come Schone che è stato tra i protagonisti della scorsa edizione di Champions League vestendo la maglia dell’Ajax dei miracoli. In molti ricorderanno la sua punizione magica con la quale ha spazzato le minime residue speranze di qualificazione del Real Madrid durante gli ottavi di finale. Si tratta di centrocampista dalla caratura continentale. Non va poi dimenticato “il ratto” di Saponara che pare molto vicino a passare dal blucerchiato al rossoblù. Anche il trequartista rappresenta un giocatore di valore che, in passato, ha vestito pure la maglia del Milan venendo accostato ad altri grandi club. In attacco, è arrivato Pinamonti. Il bomber di Cles è uno dei migliori prospetti del nostro calcio nonché capitano della Nazionale Italiana Sub 20 giunta quarta nell’ultimo Mondiale. Zapata, invece, porterà una dose di ulteriore esperienza alla difesa. E’ chiaro che le novità sono parecchie, ma se Andreazzoli troverà l’amalgama giusta, il potenziale è davvero importante. Grande risalto deve essere garantito pure alla nuova Fiorentina targata Rocco Commisso. Pure la Viola è stata con il fiato sospeso sino all’ultimo turno della scorsa serie A rischiando un’incredibile retrocessione. Ora, però, ha rialzato la testa. Ha confermato Montella che, pur non avendo un recente passato troppo positivo, nella sua carriera da allenatore ha mostrato grandi doti. Lo ha fatto alla guida della squadra toscana stessa con la quale è giunto quarto in campionato e sino alla semifinale di Europa League. La nuova compagine sociale americana pare proprio essere in grado di mantenere in rosa il suo gioiello più luminoso: Federico Chiesa. Nel Capoluogo toscano sono sbarcati pure Dragowski, Lirola, Badelj e KP Boateng. Tanta roba. In attacco ci si attende molto da Vlahovic. Proprio il ghanese, recentemente, ha paragonato il suo nuovo compagno a Ibra. Trattasi di riconoscimento davvero importante. Infine merita una citazione pure il Cagliari di patron Giulini. I sardi si sono privati di Barella, ma sono riusciti comunque a rinforzarsi. Hanno “riportato a casa” Nainggolan. Hanno acquistato Rog e sono sul punto di fare lo stesso con Nandez, giovane regista uruguaiano proveniente dal Boca e che ha mostrato grandi doti.

La borghesia della nostra serie A è in crescita e ci si aspetta un attacco al potere che potrebbe entusiasmare un torneo ormai troppo prevedibile.