L'altra sera Fiorello presentava a sorpresa nella seconda serata del  70° Festival di San Remo (record di ascolti, share del 53.3 %) con una racchetta in mano il recente vincitore dell'Austrialian Open N°1 del tennis mondiale Novak Djokovic invitandolo sul palco. Il trentreenne tennista serbo nativo di Belgrado, soprannominato "Nole" si è anche esibito, con discreta intonazione, nella canzone "Terra promessa" di Eros Ramazzotti duettata con lo stesso Fiorello terminando sempre con lui con un improvvisato palleggio dove il serbo ha esibito il rinvio della pallina con la racchetta posta dietra la gamba, e verrà calorosamente applaudito da tutta la platea riconoscendo in lui quel mix, che non guasta ad un simile campione, fatto di bravura e simpatia.

Il grande Novak, attualmente N°1 del tennis mondiale, ha battuto in finale sul cemento di Melbourne il ventiseienne austriaco Dominique Thiem n°5 dell'ATP in cinque set dopo ben quattro ore di gioco. Si tratta della sua 17ma vittoria nei tornei del Grande Slam, la terza nella classifica di tutti i tempi. Per ben 8  volte risulta vincitore degli Open di Australia. Davanti a lui nella classifica di tutti i tempi solo due storici rivali Roger Federer a quota 20 e Rafael Nadal a quota 19. E' sposato dal 2014 con Jelena ed ha due figli, Stefan e Tara. Con un montepremi di 144 milioni di dollari risulta l'atleta che ha ottenuto maggiori guadagni nella storia del tennis.

Fin dall'età di sei anni il piccolo Novak vide costruire di fronte alla pizzeria dei suoi genitori nella località di Kopaonik, parco nazionale della Serbia immerso tra monti e vallate, dei nuovi campi da tennis. L'allora allenatrice, certa Jelena Gencic, la stessa che scoprì il talento di Monica Seles, visto l'interesse del piccolo, lo invitò a giocare e di lì a breve scoprì essere un "bambino prodigio" e proseguirà nel suo percorso di crescita fornendogli tutti gli apprendimenti che in pochi anni lo porteranno a diventare una stella del tennis mondiale.           
Nonostante la guerra civile in atto in quegli anni nella ex Jugoslavia, Novak continuerà gli allenamenti spostandosi al Partizan Club di Belgrado. I suoi campi a Kopaonik saranno bombardati e tutti gli abitanti dovranno fuggire. Ma a breve inizierà la sua luminosa carriera sportiva, che però nel gennaio del 2010 subirà uno stop di oltre un anno. 
Sempre nel torneo Australian Open in un match contro il francese Tsonga, a causa di continui spasmi allo stomaco sarà costretto ad abbandonare l'attività tennistica. Sarà solo un medico, certo Cetojevic, a scoprire la sua intolleranza al glutine e gli fornirà una diversa dieta a base di alimentazione vegana che lo riporterà nell'arco di diciotto mesi ad essere protagonista assoluto vincendo nel 2011 il torneo di Winbledon  per poi proseguire con un inarrestabile sequenza di successi. Pensate che nel solo mese del recente mese di gennaio ha ottenuto gli stessi punti che il nostro Berrettini ha totalizzato nell'intero 2019. 
E' un grandissimo tifoso rossonero, ed alcuni giorni fa ha dichiarato alla stampa che l'Europa, orfana nelle sue competizioni del Milan, non è vera Europa!  Il suo augurio è che, visto il cambio di passo imposto dall'avvento di Ibrahimovic nelle ultime gare, la squadra possa reagire con un bel filotto di vittorie e tornare ad essere una vera protagonista, si spera, sia in Italia che nel nostro continente.

E quindi proclamiamo vincitori del 3°Torneo tennistico Villaggio Gabbiano Beach di Santa Maria di Merino i Signori Massimo di Roma e Kurt di Monaco di Baviera. Una signorina, con tanto di bacio, ci consegnò la Coppa e le medaglie al collo e noi due sul palco a saltellare e gioire come veri atleti vincitori ( mi ricordai  in quell'istante l'immagine di capitan Baresi mentre sollevava in cielo la sua prima Coppa campioni). Seguì la banda di Vieste che ci allietò tutta la serata con le sue marcette, infine uno spettacolo per i nostri occhi, quello di variopinti fuochi di artificio in riva al mare con il magico sfondo del Gargano e la luna splendente sul mare imperlato da quelle luci. Una notte mitica, un ricordo unico!

Trascorremmo quell'anno, siamo alla fine degli anni '80, in un villaggio vacanze sul Gargano a 50 mt. dal mare, in un bungalow, io mia moglie e i due figli Davide e Manuel di 8 e 10 anni, due settimane meravigliose. Il villaggio era pieno di animazione dal primo mattino fino a tarda sera. Iniziavamo la giornata con una passeggiata sul bagnasciuga con le barche dei pescatori ricolme di pesce fresco, mentre nell'immediato entroterra cavalli liberi galoppavano, criniera al vento, sull'arenile un raccogli telline ce ne offriva un sacchetto per il nostro pranzo, vivemmo insomma giornate pervasi da una atmosfera magica, paradisiaca. Un sabato mattina subito dopo colazione i miei due figlioli m'invitano ad indossare la muta tennistica ed andare all'adiacente circolo tennistico. "Cosa?!?... Ma non sono allenato... Ma dai papà tu sai giocare!...Ma se ho lavorato fino a tre giorni fa... Ah!tu fai il modesto... e sbrigati che hai la prima partita alle 9.30 ed il sorteggio ti ha accoppiato con un tedesco, un certo Kurt... Cosa???... Ma ragazzi scherzate! Papà è un singolarista, gioco solo da fondo campo alla Barazzutti! Non gioco mai il doppio!!.... Dai, ci deve pur essere una prima volta... dai, provaci!... forza papà!!!"  

Kurt, il mio compagno di doppio, un ingegnere sui 45 anni, residente a Monaco di Baviera, era magro e alto di statura, molto bravo nel gioco sotto rete, qualsiasi palla transitasse sopra la sua testa o di volèe o di schiacciata incassava il punto, al resto pensavo io da fondo campo, me la cavavo abbastanza bene e così superammo il primo turno ed accedemmo al secondo fissato per le ore 12. 
Eravamo a metà agosto, il sole picchiava ma anche noi due picchiavamo forte, vincemmo agevolmente ed accedemmo alle semifinali fissate per le ore 18.  Tre partite in un giorno non le avevo mai disputate, ma il fisico mi sostenne, allora ero un quarantenne, e dopo un sandwich e un paio di ore di riposo riuscimmo a battere una coppia di altoatesini che ci consentì di andare a disputare la finale del torneo il giorno seguente sempre alle 18, cui avrebbe fatto seguito la festa del villaggio fino a tarda sera.
In finale ci capitò una coppia mista, lei capoanimatrice del villaggio, lui istruttore di vela, peggio non potevamo incontrare! 
Fu una vera battaglia che durò un paio di ore, ma alla fine di un rocambolesco e altalenante quinto set, riuscimmo a vincere.  Rimanemmo allibiti,  con i nostri occhi increduli io e Kurt ci trovammo per lunghi minuti avvinghiati l'un l'altro, madidi di sudore ma ricolmi di una gioia indescrivibile.  Dopo la doccia seguì un rinfresco con tanto di cocktail e stuzzichini pugliesi, poi i festeggiamenti finali, con l'assegnazione dei premi ai vari tornei sportivi, e quando arrivò il nostro turno ci luccicarono gli occhi mentre ci assegnavano le Coppe, ci scattavano foto allietati dalla musica di una marcetta della banda di Vieste ingaggiata dal villaggio per i festeggiamenti. I miei due bambini mi applaudirono a lungo, erano orgogliosi dell'impresa del padre, mi davano del Panatta, poi mi corsero incontro abbracciandomi e dicendo: " ...bravo papà, bravo!!... vedi papà... tu non lo volevi giocare... hai visto?!?... Grazie ragazzi, grazie, questa bella coppa a casa nostra!!... E papà, la possiamo mostrare ai nostri amici?....certo!! Papà se l'è sudata..... grazie ancora a voi!!"  

Fu una vacanza stupenda, riparlarne ora è per me come riviverla, avvertirne le sensazioni, le fatiche di quei giorni, mentre giocavo sotto il cocente sole, ma poi lenite dall'emozione e dalla gioia di sollevare al cielo la Coppa del Gabbiano Beach! 
E mentre sto ultimando la scrittura di questa storia vedo ancora luccicare sulla libreria del salotto quel trofeo (per me ha il sapore di una piccola Champions League!). Sta lì da decenni, se i miei figli non mi avessero iscritto, a mia insaputa, quel giorno in quel torneo di doppio, il primo ed ultimo giocato nella mia vita, non l'avrei mai vinta, grazie a loro ora la posso mostrare anche ai figli di Manuel, mio figlio maggiore e... vedo entrare il mio nipotino Matteo: "....nonno, nonno ti ho sentito... (ho l'abitudine, ereditata dall'insegnamento della mia povera maestra Emma Dal Pozzo, di ripetere ad alta voce, prima della consegna del tema, lo scritto copiato dalla brutta copia in bella, si sottolineano meglio le parti stonate)...
Adesso capisco la vera storia di quella Coppa... ma dicevi sempre di essere un "pallettaro"... allora non è vero?!... Beh, Matteo... per me è solo un ricordo, un bel ricordo!".
Spesso anche i figli suggeriscono degli insegnamenti ai grandi, e noi a volte stupidamente non ne comprendiamo le ragioni. Bisognerebbe ascoltare di più i nostri bambini!

                                                             

Un abbraccio.

Massimo 48