Gli esami sono vicini” canta Antonello Venditti nella nota canzone Notte prima degli esami. E’ un pezzo che segna inevitabilmente parte della vita di chi è stato sottoposto alle prove di maturità. In quei giorni, le radio o qualsiasi media propongono in maniera alquanto incalzante questo brano divenuto ormai simbolo nazionalpopolare di tale fase della vita. Proprio il giorno successivo alle parole di Sarri relative agli esami e alle Poste, si vuole evitare qualsiasi genere di riferimento. Il tecnico della Juventus si è lasciato sfuggire una dichiarazione che è apparsa più come un’infelice “battuta” che un attacco a tale Società. La replica degli interessati vuole tutelare sicuramente la propria immagine. Ci sta, ma non ne monterei un caso. Qualsiasi professione impone delle costanti “verifiche”. Nell’ottica più comune del sostantivo, però, l’esame è quello scolastico o universitario a cui il mondo sportivo somiglia tremendamente. La gara o la partita sono, infatti, assolutamente paragonabili a quel genere di prova.

“Gli esami sono vicini”. E’ così perché le competizioni europee sono prossime a ricomparire in grande stile sul panorama calcistico. La settimana ventura riprenderanno sia la Champions che l’Europa League.
Le squadre tricolore impegnate in queste kermesse sono la Juventus, il Napoli, l’Atalanta, la Roma e l’Inter. Le prime 3 saranno di scena nella massima competizione continentale per club. Le ultime 2, invece, giocheranno nella seconda manifestazione. Come arriva il “pallone italico” a questo fatidico momento che, tra l’altro, sarà immediatamente seguito da un’estate con l’Europeo? Verrebbe da dire: “Bene”. Provo a spiegare le motivazioni che mi conducono a tale affermazione che potrebbe essere completamente ribaltata dai risultati imminenti o relativi ai mesi di giugno e luglio. D’altronde non sono dotato della capacità di prevedere il futuro e non voglio millantare certezze che non ho. Sono soltanto in grado di affermare che mi pare di notare un miglioramento della situazione rispetto al passato. Le nostre compagini mi sembrano più preparate all’evenienza continentale, ma è risaputo che anche lo studente pronto possa cadere in errore. Le variabili che determinano il risultato di un esame sono parecchie e una componente fondamentale è pure la fortuna. Magari, una squadra che non vive un grande momento si trova ad avere una giornata molto positiva e a superare un ostacolo che pareva assolutamente insormontabile. Al contrario, un gruppo che sta viaggiando a gonfie vele si impiglia in una secca inaspettata. Le Coppe, così come le prove scolastiche, hanno la certezza di non essere mai certe. E’ proprio per questo che si dovrebbe avere la forza di comprendere che un risultato negativo non è un fallimento, ma semplicemente un incidente di percorso al quale si può rimediare in futuro. L’esperienza insegna e pure quell’esito sarà utile a migliorare l’approccio alla medesima situazione. Non è però operazione semplice e, a livello calcistico, può capitare che certe esigenze economiche richiedano successi immediati senza concedere una simile opportunità.

Ieri sera ho assistito al match tra Inter e Napoli e non sono rimasto affatto stupito dalla vittoria degli azzurri. La storia è sempre molto indicativa. In questa stagione i partenopei stanno disputando un campionato parecchio deludente. Occupano l’undicesimo posto con 30 punti e sono distanti ben 14 lunghezze dalla vetta. Nonostante tale ruolino di marcia, in coppa non hanno mai perso. Quest’affermazione è valida sia per la Champions che per la Coppa Italia. Nella massima competizione europea per club sono stati in grado di sconfiggere il Liverpool al “San Paolo” e di pareggiare ad “Anfield”. Nella kermesse del Belpaese hanno eliminato la Lazio detentrice del titolo e che sta giocando una magnifica serie A. E’ strano? Non direi. Capita in più occasioni di trovare squadre che faticano nel loro campionato, ma disputano coppe di elevato livello. Si pensi all’Arsenal della passata stagione che giunse sino alla finale di Europa League. Il Siviglia, che nel 2015-2016 vinse la competizione, giunse settima nella Liga con 39 punti di svantaggio dal Barcellona vincitrice. Andando ancora più a ritroso, nel 1998-1999, la Juve arrivò sino alla semifinale di Champions pur chiudendo la serie A in zona Intertoto che corrisponde circa all’attuale preliminare di Europa League. Se si analizzano nel dettaglio gli esempi, si nota che queste fattispecie sono tipiche di tornei nazionali che potrebbero definirsi top. Si è parlato, infatti, del nostro campionato a cavallo del 2000, di quello spagnolo nel decennio appena conclusosi e della Premier dello scorso anno. Tanta roba. Se ci si dovesse basare soltanto sul risultato dei campani nel girone di Coppa, il sillogismo potrebbe far pensare che alle nostre latitudini il calcio viva un buon momento. I dati sono troppo esigui e per giungere a una conclusione più veritiera servono altre prove. Attenzione, però, perché il Napoli è riuscito pure a fermare la vituperata Juventus e l’Inter. Nell’ultimo mese, quindi, ha sconfitto la creme del massimo campionato. Negli ottavi di Champions, il Barcellona partirà con il favore del pronostico. Detto questo, gli azzurri potrebbero non risultare avversario così morbido e, si spera per il calcio italiano, regalare gradite sorprese.

Notte di sogni, di coppe e di campioni. Notte di lacrime e preghiere. La matematica non sarà mai il mio mestiere”. Proseguendo con il testo dell’opera di Venditti, si ascolta un passaggio che pare scritto appositamente per la Juventus e il suo rapporto con la Champions verso la quale i bianconeri nutrono quasi una strana ossessione che deve essere cacciata per riuscire finalmente a centrare un obiettivo che manca da 24 anni. Ancelotti, Lippi, Capello, Conte e Allegri, questi sono i top manager che hanno cercato più concretamente di portare il trofeo sotto la Mole nell’ultimo quarto di secolo. Nulla da fare. Riuscirà Sarri? In un periodo non del tutto brillante, il giudizio è sospeso. Certo che la Vecchia Signora è la squadra italiana che pare avere le maggiori chance di conquistare un trofeo internazionale e la sfida di ieri tra Inter e Napoli ha aperto a nuove prospettive. La recente sconfitta bianconera a Fuorigrotta, infatti, potrebbe essere vista pure sotto un’altra luce. Questo Napoli non è poi così male ed è riuscito a fermare la grande Inter di Conte. La vittoria del girone di Champions con 2 giornate di anticipo e i risultati positivi maturati contro Atletico Madrid e Bayer Leverkusen donano un minimo di positività. In ogni caso, ciò che conta è l’oggi. A questo punto, come detto qualche giorno fa, mi astengo da ogni giudizio lasciando che sia il periodo prossimo venturo a fornire risposte che non riesco a trovare.

Se la “matematica”, intesa come competizioni internazionali, non è il mestiere della Juventus, Conte non pare distanziarsi troppo da quella che è l’essenza della sua vecchia squadra. E’ inutile: in Coppa il salentino fatica. Sulla panchina della Vecchia Signora ha vinto 2 Supercoppe Italiane e una FA Cup con il Chelsea, ma il curriculum di campionato non è certo paragonabile a quello che esprime nelle altre competizioni. Questo potrebbe essere il limite principale di un tecnico che altrimenti sarebbe forse il numero 1 al mondo. E’ vero che non ha mai guidato forze in grado di vincere la Champions, ma in altri tornei avrebbe potuto ottenere risultati più soddisfacenti. Si pensi all’eliminazione patita in semifinale di Europa League con una Juve che fu in grado di conquistare ben 102 lunghezze in serie A. Nell’attuale stagione ha l’occasione di sfatare il mito e di provare a centrare una vittoria continentale che manca al suo palmares. L’Inter ha la forza per disputare un’ottima campagna nella seconda competizione internazionale per club. Certo che deve interpretare le gare in maniera differente rispetto a quanto visto ieri sera contro il Napoli in Coppa Italia.

Da Appiano Gentile a Bergamo, l’Atalanta ha già compiuto un miracolo sportivo qualificandosi agli ottavi di Champions. Nulla le è precluso e contro il Valencia, settima forza della Liga, si potrà avere un utile riscontro sulla differenza che esiste tra il nostro torneo e quello ispanico. Se la Dea riuscisse ad avere la meglio sugli iberici, la serie A potrebbe davvero stamparsi finalmente un bel sorriso sulla bocca. Il gap infatti apparirebbe essersi limitato non solo in ottica Juventus, che non vuole essere la protagonista di questo articolo in quanto ha sempre mostrato di potere affrontare a viso aperto le altre big europee, ma anche per le altre compagini.

Come la Vecchia Signora, la Roma vive un periodo difficilmente analizzabile. Prima della sosta natalizia, i capitolini parevano in rampa di lancio e pronti a immischiarsi pure nella corsa allo Scudetto. Poi si è assistito a un crollo verticale che li sta allontanando sempre di più dalla vetta della serie A e che li ha portati pure all’eliminazione in Coppa Italia. In Europa League, però, potrebbero trovare il terreno giusto per esprimersi al meglio. Fonseca è un allenatore che ha dimostrato di essere abile nelle competizioni internazionali e guida una squadra che solo 2 stagioni fa disputò la semifinale di Champions mentre nella passata edizione uscì rocambolescamente agli ottavi di finale.

Il calcio italiano giunge alla sua bollente sessione d’esame. Quella “primaverile” inizierà già la prossima settimana. Delle prove estive, intese come Europeo, si avrà tempo e modo di parlare. Al di là della Juve che si esprime già così da anni, il nostro pallone sembra finalmente arrivare a queste sfide con buone chance di successo.
Questa volta “la notte prima degli esami” è ricca di speranza
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