"Ma che cos'è quel nodo in gola che mi assale, che cos'è?"; questo più o meno si staranno chiedendo i tifosi delusi oggi, dopo aver appreso la notizia di Sarri alla Juventus. Un tradimento per il popolo napoletano che aveva incoronato il tecnico toscano, nato a Napoli peraltro, loro "comandante", il simbolo dell'anti-juventinità, che da oggi è passato ad essere parte integrante e pulsante di quel mondo che, a parole, lo stesso Sarri ha più volte disprezzato ed attaccato con frasi e gesti eloquenti.

Il "nodo in gola" dei tifosi del Napoli è quella famosa "nostalgia canaglia" cantata da Al Bano e Romina Power. E' quel sentimento che porta a rimpiangere le bandiere dei tempi passati, quando il calcio era passione, fede e principi, un vero e proprio credo laico, definendolo ossimoricamente. La nostalgia che non meno di tre settimane fa ha assalito i tifosi della Juventus nel vedere un loro "eroe", Antonio Conte, andare a rilanciare le ambizioni dell'Inter, nemica di sempre. 

Nostalgia, per l'appunto, più che delusione. Del resto, dopo questi episodi sempre più frequenti non ci si deve sorprendere più di niente. Solo nostalgia per i tempi che furono e che non saranno più, quando si associava Javier Zanetti all'Inter, Alessandro del Piero alla Juventus, Totti alla Roma, Maradona al Napoli; ognuno di loro aveva sposato una causa precisa e aveva giurato di non tradirla mai, dimostrandolo con i fatti. 

Al giorno d'oggi, anche il calcio si è omologato ad una società di "professionisti"; il professionista è colui che mette le proprie capacità al servizio del proprio retribuente, di solito chi paga meglio. Questo è accaduto anche nel calcio: il professionismo è subentrato alla fede. La logica del denaro alla passione.

Tutto oggi è business! Anche e soprattutto il calcio, specchio della società. 

In nome del vil denaro, come lo avrebbe appellato qualcuno, i nostri figli non potranno più raccontare ai loro figli quanto era bello identificarsi in una società calcistica perchè in quella società ci giocava o allenava quel giocatore o quell'allenatore. I nostri posteri insegneranno a vendersi al migliore offerente, a cancellare dal vocabolario la parola COERENZA. E' un commento amaro, forse eccessivamente pessimista, giustissimo pensarlo. Si potrà controbattere dicendo che in fondo il calcio è solo un gioco; vero, ma fino ad un certo punto, perchè spesso il calcio riflette ed influenza il mondo, in quanto parte di esso.

Il "cuore di paglia" e l'"incendio che non spegni mai", riferimenti ancora estrapolati dalla nota canzone, albergano nel cuore di ogni tifoso deluso ma allo stesso tempo anche nell'animo di chi ha cambiato e sta cambiando la natura di uno sport che era meraviglioso, che come ogni sport trasmetteva valori etici, morali e che, oggi, purtroppo, è solo un lontano parente apatico del suo nobile antenato.