Siamo legati maledettamente ad una immagine di un calcio che non esiste più. Abbondano siti, social, che richiamano visioni di un calcio perduto, nostalgia, canaglia, verrebbe da dire.
Eppure per quanto canaglia rimane e continua a rimanere una banalissima illusione? Il senso di appartenenza è veramente andato? Perduto in modo irrimediabile, per sempre?
Diamine, Skriniar, fascia da capitano, idolo per i tifosi, credevano in lui, anche perchè lui all'Inter sembrava essere realmente affezionato, anche dopo il primo corteggiamento sfrenato del PSG, l'Inter lo voleva tenere, Skriniar sembrava essere fedele alla maglia, ai colori, perso Bremer, si è poi preso in extremis Acerbi. Perchè Skriniar doveva essere una colonna d'Ercole portante per i nerazzurri. E alla fine, il tallone d'Achille dei giocatori figli di questo tempo è sempre lo stesso.
Peggio di Icardi forse il caso Skriniar? Fretta e furia di andare via dall'Inter. Per giocare nel regno del danaro, in quella società a cui tutto è stato concesso, nell'ammucchiata delle super star, una squadra che ha come padrone uno Stato praticamente. Valori? Non pervenuti. Altra sponda, che rivaleggia con quella nerazzurra ma in questo caso condivide la stessa amarezza. Leao. Ricorda forse un pò Donnarumma. Al Milan sarebbe potuto diventare tutto, oggi, il vetro è in frantumi e ricomporlo sarà difficilissimo, d'altronde il caso Lukaku deve aver insegnato qualcosa, una volta che vai via, che intraprendi la via che non fa rima con gratitudine ,il giocattolo vien sfasciato. Solo ricordi, pensieri, delusioni ed emozioni contrastanti.
Altro caso eclatante, di un simbolo mancato, Zaniolo. Sarebbe potuto diventare l'erede di Totti. Invece, sarà l'ennesimo giocatore che si perde nel qualunquismo, dell'essere oramai tutti uguali. D'altronde se i simboli di questo tempo, Cr7 e Messi non si trovano più nelle società a cui tutto dovevano, anche se per ragioni diverse, se lo hanno fatto loro, perchè non possono farlo anche gli altri?
Nostalgia canaglia, vien da ribadire.

Eppure non ci si deve rassegnare a ciò. Succede un po' ovunque che giocatori vadano via, dopo aver dato anima e corpo alla storia del club, come Lewandowski, per citarne uno a caso. Oramai va così, ex giocatori come Zenga, affermano che il valore della maglia ancora oggi esiste. Probabile. Ma bisogna chiedersi, perchè si continuano a ripetere sempre gli stessi schemi? Un tempo giocare per il Milan, per l'Inter, per la Roma, sarebbe stato qualcosa di enorme, oggi, sembra quasi un fastidio per alcuni giocatori.
Un po' quello che accade con la Nazionale per tanti club. Un tempo era un grandissimo vanto avere un proprio giocatore in Nazionale. Oggi è quasi una catastrofe. Se ne andassero pure, dove saranno forse qualcuno, difficile, o nessuno, nell'elencazione delle tante pedine disseminate in un calcio sempre più votato al business, ai soldi, che al rispetto per la maglia. Figurarsi oggi chi seguirebbe una squadra come la Juventus in serie B? Ci sarebbe la fuga, altro che Buffon e compagnia varia.

Il calcio italiano da questo calciomercato di riparazione ne è uscito malissimo, a livello di immagine, certo, delle eccezioni ci sono, come l'Udinese, che ha portato a casa un giovane talentuoso come Diawara, o l'usato sicuro in cerca di riscatto, come Thauvin. Ecco, forse si deve ripartire da situazioni come queste, dove si possa dire grazie ad un club che crede in te e questo senso di riconoscenza possa essere ricambiato con i fatti e con un patto di fedeltà che vada oltre l'ambizione personale e la logica dell'accumulo delle ricchezze. Abbiamo bisogno di persone, di giocatori, che credono nel calcio italiano, che sappiano avere rispetto della storia del nostro calcio, che qui vogliono rimanere, bisogna ripartire da qui, dal basso. Questo è, perchè di casi come Skriniar, Zaniolo o Leao siamo veramente stufi più che sorpresi, perchè la vera sorpresa sarà quando un giocatore dirà no, per rimanere fedele alla propria maglia, alla storia di quel club, ai suoi tifosi.