Senza ombra di dubbio l'argomento che è più in voga e che sta caratterizzando in maniera particolare quest'ultima parte dell'anno, è il campionato Mondiale di calcio in Qatar.
Per tutti gli amanti di questo sport è sicuramente un bel periodo, con tante partite che intrattengono davanti ai teleschermi e non solo, poiché la Rai li rende fruibili anche attraverso il web con l'apposita app di streaming Raiplay.
Questa edizione, come mai prima d'ora, sembra però aver messo in secondo piano il vero scopo, la mission, la peculiarità, l'essenza dello sport. I Mondiali nel corso della storia sono stati sempre eventi di gioia, di colori e di unione. Ebbene sì, di unione, perché quando gioca la  nazionale ci si scorda perfino il club per il quale si tifa e ci si unisce per  gli stessi colori, che rappresentano sul rettangolo di gioco la propria patria natale. Queste manifestazioni hanno da sempre invogliato a seguire il calcio anche a coloro che non sono stati mai dei veri e propri appassionati, e prima di quest'ultima edizione si stava riuscendo anche nell'impresa di far capire che non è uno sport rivolto solo al genere maschile. A riguardo possiamo dire che disputare i Mondiali in Qatar è stato decisamente un passo indietro. Un esempio significativo è ciò che è successo lo scorso 25 Novembre, dove sono state vietate e sequestrate le magliette con su scritto "Woman Life Freedom". Diversi tifosi sono stati fermati fuori dall'impianto Bin Ali di Al Rayyan prima del match Galles-Iran. Non solo, altri video mostrano come durante il match gli steward sequestrano bandiere e magliette anche all’interno dell’impianto e sugli spalti. Uno scandalo, soprattutto per la FIFA, l’organo di governo del pallone che aveva garantito la libertà di espressione e tutela per la difesa dei diritti. Invece ha vietato ai capitani di indossare la fascia “One Love” per i diritti Lgbt e consentito che a una partita dei Mondiali non si possa assistere con una maglietta che chiede semplicemente “libertà” per le donne. Una vicenda ancora più odiosa, avvenuta proprio il 25 novembre, appunto la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Altre polemiche sono state fatte alla Fédération Internationale de Football Association in queste ultime ore. Jurgen Klinsmann  ha accusato la nazionale iraniana di aver condizionato l'arbitro durante la partita vinta per 2-0 sul Galles. Il ct iraniano, il portoghese Carlos Queiroz, ha respinto e criticato fortemente le osservazioni del tedesco come "una vergogna per il calcio". Quest'ultimo ha dichiarato: "Per quanto io possa rispettare quello che hai fatto in campo, quei commenti sulla cultura iraniana, sulla nazionale iraniana e sui miei giocatori sono una vergogna".

Queiroz ha invitato Klinsmann a visitare il ritiro iraniano ai Mondiali per "ascoltare quanto amano e rispettano il calcio" nonostante le critiche "oltraggiose", ma sottolineando che sarà il benvenuto solo se nel frattempo si sarà dimesso dal suo ruolo in FIFA. La Federcalcio iraniana ha diffuso una nota spiegando di "aver già chiesto chiarimenti alla Federazione internazionale di calcio e preteso le scuse e le dimissioni di Klinsmann dal gruppo di studio tecnico della FIFA". 
Un'ennesima polemica avvenuta nei confronti di questo Mondiale e della FIFA, che sta dimostrando indifferenza attuando un comportamento che possiamo mettere in relazione alle tre scimmiette che non vedono, non sentono e... non parlano!