Delle scuse su Twitter che posso capire ma non condividere. Una volta "errare" era umano, ora a quanto pare, non è più così. La presa di posizione di Davide Calabria è eccessiva quanto doverosa - paradosso -, ma evidenzia come il calcio venga erroneamente concepito in questo paese troppo umorale. Un giovane terzino può e deve sbagliare; l'indice di responsabilizzazione va calcolato in base alle esperienze - positive o negative - che il singolo somatizza nella sua esistenza. Non bisogna buttarla sul filosofico, ma è evidente, che qui in Italia c'è un concetto d'intolleranza che va cassato quanto prima.

Il Milan ha trovato una stabilità tattica ed una tenuta fisica che solo un mese fa il tifoso medio rossonero sognava; giocatori apparentemente nulli ora hanno un senso, nonostante la loro palese limitatezza tecnica. Il pareggio - giusto e sacrosanto - raccolto ieri in quel di Udine, va percepito e soprattutto accettato con bonarietà. Nessuno deve illudersi, perché la classifica parla chiaro, e il Milan non può arrivare all'utopico quarto posto. Troppi i punti di distacco, troppa la limitatezza tecnica dell'organico - giocatori d'esperienza come Biglia e Bonucci sembrano essere totalmente inadeguati -, che ha l'handicap di non avere un attaccante garante di almeno 15 gol annui (Cutrone è un miracolo sportivo che nessuno ha ancora ben compreso).

Ampi margini di miglioramento ci sono, e nessuno in questo momento, può e deve insinuare astio nei confronti dei giocatori di Rino Gattuso (sì, perché lui li ha completamente rigenerati). La vera e sola nota dolente è rappresentata dalle solite scelte dirigenziali, che paventano ancora oggi un'inadeguatezza nel gestire determinate e soprattutto determinanti decisioni. Tra quattro mesi si attendono risposte chiare da chi sappiamo noi...