Forza lotta vincerai
Non ti lasceremo mai!

La sconfitta di ieri è stata schiacciante, un risultato dal forte impatto perché sempre un derby, una gara che dopo tanti anni è stata sfida di alta classifica, sfida da scudetto. Pesante per via di questi primi due mesi del 2021 che hanno messo in evidenza le difficoltà del Milan. Sono arrivate così le prime sconfitte contro Juventus ed Atalanta, e nel giro di una settimana quella imprevista contro lo Spezia e ieri contro la squadra di Conte. Un 2021 lontano parente della stagione appena trascorsa e della prima fase del campionato che aveva regalato un Milan capolista…

…non ti lasceremo mai!

È una frase forte, da ricordare non solo nei momenti belli, ma soprattutto quando affiorano le prime difficoltà. Ed il Milan in questo momento non è la squadra ammirata e lodata dalla critica, che aveva attirato pareri favorevoli.
In questa fase, dove c’è stata un’inversione di tendenza, la critica non costruttiva rischia di aggiungere problemi dove in realtà occorre ritrovare lucidità. Se il “fuoco amico” è il primo a non capire questa necessità, si rischia veramente di buttare tutto a mare, compreso il buono che è maturato nella fase precedente.
Poco o nulla viene salvato, anzi, si inizia a mettere alla berlina anche coloro che fino a questo momento sono stati protagonisti del percorso e della crescita della squadra.
La situazione del Milan può sembrare strana per chi si è svegliato oggi da un sogno durato 5 mesi, ma in realtà è migliore di quanto sperato, sono casomai i risultati odierni a metterla sotto osservazione e a constatare un brusco rallentamento, a differenza degli altri che invece corrono.
Dopo la sconfitta nel derby tre parole sono uscite a caldo dalla mia bocca: “male, male, male”. Ognuna era indirizzata ad una particolarità che riguarda l’ultimo periodo del Milan. Il primo male era a riguardo all’ennesima sconfitta di questo 2021 (Juventus, Atalanta, Spezia ed Inter), senza contare la sconfitta, sempre con l’Inter in Coppa Italia e alle difficoltà riscontrate anche quando il risultato era favorevole (vedi Bologna) o il pareggio a tempo scaduto, con un uomo in più, in Europa League.
Si era intravisto già un Milan diverso rispetto alla prima fase del campionato. Ma le vittorie nascondono gli scricchiolii e rendono la prestazione pulita da queste argomentazioni, come la polvere che viene posta sotto un tappeto.

Tutte le sconfitte del 2021 sono catalogate diversamente, sia per le differenti prestazioni che per il modo nel quale si sono verificate. Se contro la Juve il Milan è uscito a testa alta, con Atalanta, Spezia ed Inter c’è stato un black out prolungato che è pesato sul piano della classifica.
Il secondo male era indirizzato all’aver perso l’ennesimo scontro diretto per la zona Champions (Juve, Atalanta ed Inter).
Se nella prima parte del campionato il Milan poteva contare su risultati importanti: vittoria nel derby di andata, pareggio con la Roma, vittoria sul Napoli e sulla Lazio, con la sconfitta dell’epifania con la Juve si è capovolto il mondo Milan e, di conseguenza si è tornati indietro nel tempo quando il Milan aveva difficoltà con squadre di livello superiore.
La sconfitta di ieri non pesa tanto in ottica scudetto, bensì perché sposta a favore dell’Inter gli scontri diretti, accrescendo un piccolo vantaggio che va a sommarsi a tutto il resto.
Perdere gli scontri diretti non è certamente un buon segnale sia per i punti persi sia per l’autostima, senza dimenticare i punti persi all’andata contro Parma e Genoa e al ritorno con lo Spezia, gare alla portata della squadra di Pioli. Proprio la gara con i liguri, prima del derby, per come è maturata, non è stata un buon viatico per preparare la settimana di coppe e la sfida in successione con Inter e Roma.
Occorre ritornare ad un trend positivo, soprattutto negli scontri diretti, ed evitare di perdere punti in gare dove il Milan parte da favorito.
Il terzo male era dato dall’aver perso il derby. Il derby è sempre il derby e, quando si perde, lascia sempre l’amaro in bocca.
Certo vincerlo e poi fare male nel resto della stagione non è cosa da grande squadra, ma vincerlo avrebbe innescato determinati meccanismi che potevano aiutare nel proseguo del campionato. Invece, per come è arrivato, anche se la gara è stata giocata meglio che contro lo Spezia, verrà ricordato come tre schiaffi presi dall’Inter e gli innumerevoli errori in fase difensiva.

La gara di ieri è stata perfetta dal punto di vista arbitrale. Nessuna polemica o isteria da parte dei giocatori. Una partita perfetta da quel punto di vista e lontana parente del nervosismo di coppa Italia. L’arbitro ha diretto senza problemi e le polemiche hanno lasciato il campo al calcio giocato.
Ed oggi si sta parlando di calcio e non di calci o proteste. Un derby pulito, un derby limpido da quel punto di vista.
Una partita solo da vincere, ma a farlo è stata l’Inter, che ha meritato i tre punti allungando in classifica e lasciando solo recriminazioni ai vinti.
La più grande casomai è data dal fatto di aver concesso tanto spazio al contropiede dell’Inter che il più delle volte ha messo in difficoltà la squadra rossonera e messo in evidenza alcuni limiti nelle file rossonere.

Ma la sconfitta di ieri non ha portato solo a questo, ma ha innescato un processo pubblico nei confronti del Milan. Probabilmente non è iniziato ieri, ma è stata un continuo delle puntate precedenti, figlio dei risultati del 2021 che hanno rimescolato le carte e rimesso in gioco anche le valutazioni sui giocatori e sull’allenatore.
Ripeto, la critica quando è costruttiva va sempre fatta anche per il bene del proseguo della stagione, ma che arrivi nel momento in cui si è persa la testa della classifica diventa di difficile comprensione.

Detto che vorrei incontrare il pazzo che ad inizio campionato, ripeto ad inizio campionato e non dopo perché altrimenti è troppo facile, che abbia solo pensato di indicare il Milan come uno dei favoriti alla vittoria finale. Vorrei veramente incontrarlo per stringergli la mano e consegnargli il premio sulla fiducia che aveva riposto. Dubito che sia esistito, forse l’unico che lo ha fatto con tono da guascone è stato Ibrahimovic, ma nessun altro.
L’obiettivo iniziale del Milan non era certamente vincere il campionato. Si è ritrovato in una posizione di comodo, ottenuta con fatica e meritatamente, ma i risultati dell’ultimo periodo hanno rimesso in ordine le leggi dello sport che di solito premia il più forte. Il trono di capoclassifica è stato ceduto all’Inter che, ad inizio campionato, insieme alla Juventus erano le designate per la vittoria finale, avendo i favori del pronostico.
Il Milan non veniva collocato neanche all’interno delle prime quattro. Non veniva candidato tra coloro che avrebbero acquisito il diritto di partecipare alla prossima Champions, e queste cose va detto. Per ricordare gli antichi valori che venivano professati nelle varie pagine o trasmissioni sportive. La fiducia che pian piano il Milan si è conquistato non era presente ad inizio campionato, a differenza di altri lidi che avevano una squadra più pronta, per certi risultati, rispetto a quella rossonera.
Criticarlo oggi perché si ritrova invischiato nella lotta per un posto in Champions, non avendo certamente il vento in poppa come nella prima parte di stagione, essendo comunque secondo, non è giusto nei confronti del percorso fatto e delle stesse parole usate per descriverlo fino a questo momento.
Ripeto, il Milan è secondo in classifica, a dispetto anche dei pronostici e delle dichiarazioni che lo vedevano nelle retrovie.
Il Milan che ha fatto bene è figlio dei suoi meriti, è figlio anche dell’aver approfittato delle indecisioni dei progetti tattici delle concorrenti, ed ora è normale che abbia trovato delle difficoltà che sono ovvie in un processo di crescita. Le stesse difficoltà che hanno trovato anche le squadre che hanno aperto dei cicli o che ora lottano per vincere il campionato.
Quando le cose vanno male, se non ponderate, le critiche colpiscono indistintamente tutto e tutti, dimenticando il buono fatto finora. Ed ecco che è diventato un problema Ibra che va a Sanremo (decisione presa quando del Milan si diceva il bene possibile e non oggi) e ci si scherzava su perché effettivamente le cose andavano nel verso giusto. Invece oggi si dice che il Milan non doveva permettergli di andare, e si citano modelli di allenatori che mai e poi mai avrebbero permesso tutto ciò.

E dopo Ibra si è passati a Pioli e ad alcuni giocatori. Il Mister verrà giudicato per i risultati conseguiti a fine stagione, se saranno quelli che la società si aspetta vorrà dire che avrà fatto bene. Ma non può passare di colpo da allenatore moderno ad allenatore incapace di allenare un club come il Milan. Il Mister sicuramente avrà fatto i suoi errori. Il suo compito principale era quella di normalizzare il Milan e renderlo migliore rispetto agli anni precedenti, valorizzando la rosa a sua disposizione per portarla alla principale coppa europea.
Sarebbe stato più opportuno sollevare delle critiche quando le cose andavano bene e chiedere casomai se ci sarebbe stato in preventivo un piano B se le cose non fossero andate più bene; chiedere come mai non fosse stato dato riposo (in situazioni di risultato acquisito) a quei giocatori che avevano giocato molto. O, infine, come mai la squadra, pur vincendo, non chiudeva le partite come prima.

Oggi stiamo parlando di cambio modulo (ma se questo piano B non esiste la vedo difficile per via del poco tempo a disposizione), delle prestazioni di Romagnoli (che ahimè sono le stesse da un paio di anni e sapevamo benissimo che non era Nesta) e della mancanza di un’alternativa ad Ibra per il futuro che attualmente non c’è.
Tutte queste cose si potevano dire anche prima, ma tutto andava bene e quando le cose vanno bene si loda e basta.
Ora è troppo facile e scontato tirare fuori questi discorsi, proprio nel momento che la classifica è corta e bisogna essere compatti. Ma si sapeva. Si sapeva che non c’era niente di scontato, si sapeva che i momenti negativi potevano esserci e bisognava gestirli al meglio, altrimenti si sarebbe ritornati indietro nel tempo.

Le valutazioni si faranno alla fine e se il Milan avrà centrato la qualificazione in Champions avrà raggiunto il suo obiettivo. Per farlo il Milan dovrà sudare e lottare fino alla fine perché da oggi parte il suo vero campionato.
Per farlo avrà bisogno dei suoi tifosi che in sua difesa continueranno a gridare: “Forza lotta vincerai, non ti lasceremo mai!”.