Manca meno di una settimana all'inizio della nuova serie A e facciamo il punto su cosa è accaduto dalla fine di maggio ad oggi in casa Roma. Intanto c'è stato un'avvicendamento sulla panchina, Mister Spalletti ha lasciato il posto all'allenatore rivelazione del campionato 2015/16 Eusebio Di Francesco che alla guida di una squadra non avvezza al massimo torneo nazionale ha dimostrato sul campo di meritare il confronto con colleghi più quotati ma in un contesto di squadra più attrezzata per vincere scudetto o Coppa Italia. Questo cambio in panchina  ha comportato un diverso modulo ma soprattutto un cambio di metodologia di allenamento, con una prevalenza all'aspetto atletico in quanto le squadre di Di Francesco fanno molti più chilometri sul campo rispetto la media delle altre squadre, specialmente per quanto riguarda gli esterni d'attacco e i centrali di difesa. Le caratteristiche fisiche devono essere favorevoli alla corsa per il recupero veloce delle posizioni in fase di non possesso e altrettanto veloci a mettere in fuorigioco gli avversari in fase di possesso palla e attacco.

Non è certamente immediato acquisire dei nuovi movimenti da parte di calciatori che per tre anni hanno avuto un'allenatore che faceva del possesso palla la predominanza del gioco, al contrario di Di Francesco che interpreta la manovra con molta più velocità e verticalizzazione. Per questo c'è da notare che alcuni elementi fanno più fatica di altri ad assolvere i dettami del tecnico, nonostante si impegnino con costanza e professionalità; altri invece sono impossibilitati nonostante la buona volontà in quanto pur avendo delle qualità il ruolo a loro assegnato non riescono a decifrarlo adeguatamente. 

La rosa esigua della scorsa stagione è stata completata con degli ottimi elementi di esperienza, vedi Gonalons e Kolarov e altri giovani elementi con prospettive molto importanti come Karsdorp Cengiz Ünder solo per dirne alcuni. Da segnalare anche i progressi seppur lenti di Gerson il quale sin dal primo momento è stato preso sotto l'ala protettrice del Mister, il quale ha da subito visto in lui delle qualità e delle giocate che lo hanno fatto ritenere utile al gruppo stoppando quindi la possibilità di cessione, a meno che non arrivi un'offerta molto importante. In questa fase di preparazione non dobbiamo dimenticarci che sono mancati al lavoro quotidiano sul campo due elementi come Emerson Palmieri e Alessandro Florenzi alle prese con un lungo periodo di recupero da infortunio e sui quali Di Francesco già a parole ha detto di contare molto.

Per quanto riguarda i riscontri sul campo del lavoro fin qui svolto dalla squadra ci sono stati durante la tournée americana e le amichevoli spagnole risposte a volte positive altre meno; questo è del tutto normale in fase di preparazione soprattutto in funzione di nuovi movimenti e di sintonia ancora non perfetta tra i reparti. Ne è la riprova la difficoltà di molti grandi Club europei anche per quelli che hanno iniziato il campionato nazionale con dei risultati a sorpresa, sempre possibili nelle prime giornate. Cosa che non ci auguriamo per la Roma chiamata subito alla trasferta non semplice di Bergamo contro l'Atalanta che lo scorso anno è stata senz'altro la squadra rivelazione della serie A. Inutile dire che uscire dall'Atleti azzurri d'Italia con un risultato pieno darebbe tranquillità a una squadra che ancora dimostra paura di non interpretare bene i movimenti e le posizioni in alcuni elementi nonostante la grande disponibilità di Eusebio Di Francesco a dispensare consigli e correggere gli errori sia del singolo che del reparto nel suo insieme.

La sola nota totalmente negativa di tutto questo periodo non poteva non venire se non dall'ambiente romano il quale per una parte, quella non di maggioranza ma la più rumorosa senz'altro ha iniziato con  l'esprimere il suo dissenso contro la scelta della società di affidare la direzione della squadra a Di Francesco ritenendolo non in grado di allenare una grande squadra. Il bersagliamento poi è proseguito con la solita tiritera sul mercato, per la verità in atto ormai da alcuni anni, senza riuscire a comprendere che questo è determinato da precise incombenze che la società deve assolvere nei confronti dell'Uefa in primis e da obblighi di bilancio interni che non la possono porre al pari dei più ricchi Club Europei. Tutta questa invettiva contro la proprietà e la direzione tecnica che in alcuni casi ha riguardato anche la figura del ds Monchi ci sembra quantomai "strumentale" in quanto le gare ufficiali che contano non sono ancora iniziate e quindi qualche problema di messa a punto degli schemi è più che fisiologico. Ora più che mai sarebbe opportuno dare il massimo appoggio a chi va in campo, per promuovere così una corretta partenza senza criticare ferocemente le pur possibili sbavature che possono presentarsi. È così per chiunque, sia per gli esordienti al massimo campionato sia per i pluri scudettati; riprova ne è la vittoria della supercoppa italiana da parte della meno quotata Lazio contro una Juventus il cui reparto difensivo ha perso insieme a un'elemento come Bonucci anche una proverbiale sicurezza.