Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo

Sì, certamente amici, questa è la frase che pronunciò il Papa Pio VII nel momento in cui l'ufficiale Napoleonico si presentò davanti al Capo della Chiesa e dei Cattolici, chiedendogli di rinunciare allo Stato del Vaticano e alla Sovranità della Chiesa. Il Papa ovviamente si rifiutò, ma venne arrestato e consegnato all'autorità più alta in grado rappresentante dell'Impero di Napoleone Bonaparte.

Ho voluto citare questa frase perchè mi sembra la più consona da pronunciare, a tutti i costi, nei confronti del razzismo dilagante che non accenna a diminuire anzi, sembra che si acuisca ancora maggiormente come dimostrano gli ultimi episodi avvenuti negli spalti dello stadio Sardegna Arena.

Durante la partita Cagliari Juventus, ancora una volta siamo stati costretti a sopportare e a subire lo scempio di insulti xenofobi ripetutamente indirizzati nei confronti dei due giocatori bianconeri: Moise Kean e Blaise Matuidi, colpevoli di aver contribuito alla meritata vittoria della Juventus nel turno infrasettimanale scorso.

Non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo!

Non possiamo.
Certamente no! Non possiamo più sopportare oltre. Non possiamo più accettare che le nostre partite di calcio debbano essere rovinate da impuniti ignoranti che, in ogni stadio d'Italia pur di veder vincere la propria squadra, si debbano abbandonare a manifestazioni incivili, scagliando la loro ira e i loro cori contro i giocatori di colore della squadra ospite di turno. La loro mente ottusa elabora l'idea incivile innervosendo la loro vittima di turno e i compagni, forse illudendosi di aver trovato l'espediente per vincere la partita?

No esseri stolti e incivili, non è così che funziona, ma in ogni caso, non possiamo permettere ancora a lungo tutto questo!
O forse (cosa più probabile) essi sfogano la loro rabbia per la sconfitta subita? Anche in questo caso, comunque, non possiamo più permettere questi sfoghi demenziali!
Alcuni sostengono che agire come agiscono questi ottusi animali, non sia altro che scaricare le loro frustrazioni accumulate durante la settimana e più esattamente immaganizzate nel tempo. Può darsi, ma queste reazioni a che pro poi? Forse essi pensano di aver risolto i loro problemi con questo tipo di comportamento? Anche in questo caso non possiamo più permettere che ciò succeda ancora! Ma a questa gente io chiedo come si comporterebbero essi qualora l'atleta di colore fosse un giocatore della loro squadra?...

Non dobbiamo.
Certamente no! Non dobbiamo più stare con le mani in mano, siamo tutti noi a doverci mobilitare. Non dobbiamo più essere spettatori indifferenti di fronte a questi episodi. Non dobbiamo più lasciarli agire indisturbati, non solo, ma non dobbiamo più nascondere la testa sotto la sabbia perchè non siamo come gli struzzi, ma non dobbiamo essere nemmeno come i conigli.
Non dobbiamo accettare che questa gentaglia la faccia franca, altrimenti continueranno ad agire in questa maniera idiota e noi saremmo i loro complici.
Da ora in poi assumiamo il comportamento di difensori del vivere civile, segnalando e consegnando alle forze dell'ordine preposte, se non fisicamente, almeno concretamente, gli autori di queste gesta barbariche, denunciando nomi e cognomi di questi delinquenti, luoghi e date in cui sono avvenuti i misfatti. Senza paura e senza tirarci indietro.
Non dobbiamo perdere questa battaglia, perchè sappiamo che per mezzo della nostra costanza e del nostro impegno sarà una battaglia che alla fine vinceremo. E allora sarà un'altra vittoria del calcio.

Non vogliamo.
Certamente no! Non vogliamo più che le Autorità preposte facciano le solite chiacchiere, le solite promesse da marinaio. Per debellare questo fenomeno ci vogliono fatti. Leggi severe. Il Daspo non basta più. Non vogliamo più che questo fenomeno disdicevole cada nel dimenticatoio dopo una settimana. Promulgare leggi punitive non è difficile, accomunando il fenomeno della violenza una buona volta per tutte, bisogna risolvere questo problema per sempre, poiché non vogliamo perdere il gusto di goderci in santa pace il nostro calcio, libero dalle aberrazioni socio-culturali.
Non vogliamo infatti essere additati come dei selvaggi all'estero, come un popolo razzista, come un popolo di incivili, perchè non è così, perchè per amor proprio e per amore del nostro calcio noi non siamo inferiori a nessuno e non vogliamo tornare indietro nella storia.
Non vogliamo tornare ai tempi in cui ad esempio, per citare alcuni episodi, si ripetano ipocrisie come quella perpetrata da Hitler, quando alle Olimpiadi di Berlino del 1936 si rifiutò di premiare la stella americana Jess Owens che vinse 4 medaglie d'oro in discipline diverse dell'atletica leggera. Lui Hitler, il più grande persecutore razzista della storia, mal sopportò l'onta di vedere sul podio dei vincitori un ragazzo americano di colore, la cui razza fu considerata inferiore rispetto a quella ariana soltanto dalla sua mente offuscata dall'odio e dalla follia xenofoba omicida.
Semmai l'atleta di colore, per le sue caratteristiche morfologiche, è da considerare nelle prestazioni sportive come una razza superiore. Ma non voglio disquisire oltre in questo argomento per non cadere nel tranello della considerazione razziale all'inverso...

Voglio citare solo questo episodio (tra i tanti episodi di razzismo, meritevoli anch'essi di esser citati) perchè è il più eclatante gesto razzista della storia sportiva, un gesto come tanti altri accaduti nello sport che non vogliamo siano dimenticati.
E non vogliamo che il razzismo, nella vita, nello sport e nel calcio resti impunito.

Bisogna dare l'esempio alle generazioni future, evidenziando che anche negli esseri umani come noi, di razze diverse, in luoghi diversi, di colore diverso, scorre lo stesso sangue nelle vene e dentro di loro alloggia una mente intelligente, ma soprattutto un cuore che prova le stesse emozioni, di qualunque razza e colore essi siano!

 

1942pipporossonero