Alla fine mi ero arreso anch'io, non difendevo più ciò che ribadivo da mesi, che fin tanto che Rangnick non si fosse licenziato dalla Red Bull e Maldini non fosse stato allontanato, la "rivoluzione tedesca" tanto annunciata poteva non essere così sicura. Il titolone nella prima pagina della Gazzetta dello Sport, "il dado è tratto" e tutti i commenti degli opinionisti, che confermavano l'arrivo del manager tedesco, mi obbligavano a dover prendere atto di questa scelta, per me sbagliata e dolorosa, sostenendo ugualmente la squadra che tanto amo.

Capirete bene che, quando ieri sera oltre alla settima splendida vittoria del Milan in nove giornate, contro un Sassuolo forte e agguerrito, oltretutto in una serata di luglio molto calda, è giunta la notizia che Ralf Rangnick non avrebbe lasciato il suo incarico e il contratto di Mister Pioli veniva prolungato fino a giugno del 2022, la gioia che mi ha avvolto era uguale a quella vissuta in molte delle serate più gloriose e vincenti trascorse proprio guardando il Milan. La cosa che più mi riempiva di gioia era vedere la "mia Società", comportarsi in modo umano, sensibile, dando il giusto merito e valore al lavoro proposto dall'allenatore e dal suo staff, prendendo una decisione in sintonia con i tifosi e quindi rafforzandone il rapporto.   
Un passaggio non secondario se consideriamo le incomprensioni di questi mesi e quella sensazione di lontananza o assenza che si è percepita fin dal giorno del loro insediamento.     
I più attenti potranno giustamente evidenziare che tutto questo mio "romanticismo" in realtà è stato condizionato da ben altri fattori ed è stato più il Manager a decidere che non era opportuno iniziare un rapporto con troppi condizionamenti, piuttosto che il Milan a preferire di dare continuità al progetto appena iniziato. I risultati ottenuti da Pioli avevano infatti convinto la società a proporre al tedesco di ricoprire solo l'incarico di Direttore Sportivo, confermando il parmense sulla panchina e di trovare una collocazione per Paolo Maldini, bravissimo nel gestire i rapporti con i giocatori. Se a ciò aggiungete l'eccezionalità di una stagione che deve ancora finire e che ripartirà ad inizio settembre, la scelta di Ralf Rangnick è comprensibile. Se da una parte conferma il suo desiderio di avere carta bianca e poter decidere su tutto, dall'altro dimostra le capacità e l'intelligenza di un Manager di assoluta bravura, che preferisce non scendere a compromessi, anche a fronte di un contratto molto vantaggioso, per non mettere a rischio la propria immagine e la qualità di ciò che propone.

Il difficile al Milan viene adesso, perchè Ralf avrebbe garantito acquisti funzionali, cosa che bisogna riuscire a fare anche in sua assenza. La squadra va rafforzata nei ruoli che abbiamo sempre evidenziato, se si decide di tenere Ibra, che ieri ha realizzato i due gol dell'importantissima vittoria, va chiarito il suo utilizzo e gestito nel modo migliore, cosa che Pioli ha ampiamente dimostrato di saper fare, ma specialmente non bisogna farsi influenzare dai risultati ottenuti in questo periodo per allestire una squadra forte in grado di competere per i primi quattro posti per l'anno prossimo. Biglia e Bonaventura terminano il loro rapporto, Laxalt, Conti o Calabria, Duarte, Musacchio, Rodriguez e probabilmente Reina che sta trascinando l'Aston Villa ad una salvezza che sembrava impossibile, verranno ceduti, con Paquetà e Leao ancora da valutare.
C'è molto da lavorare, il tempo è poco, ma specialmente non si può più sbagliare. Mi auguro che l'immediato rinnovo di Gigio Donnarumma e magari la permanenza di Zlatan siano le occasioni per avere un aiuto da Mino Raiola, il procuratore a noi non particolarmente simpatico, che gestisce molti giovani giocatori che potrebbero andarci benissimo, Demfries e Badù fra tutti. 
Quanti inutili commenti sono stati scritti, youtubber che spiegavano che Rangnick avrebbe costruito la "galassia Milan", che avrebbe esibito il suo calcio, bla bla, bla bla, vorrei vedere le loro facce, vorrei leggere le loro scuse, ma state certi non succederà e magari da oggi saranno ad elogiare Pioli e ad applaudire il suo splendido lavoro. VERGOGNA, abbiate almeno la decenza di stare zitti, almeno per un giorno, così salire sul solito carro, da domani vi sarà più facile, perché ci sarà così tanta gente che voi passerete inosservati.

Viceversa, a chi non fosse sfuggita l'intervista rilasciata da Ariedo Braida, che segnalava quanto fosse negativo l'arrivo del manager tedesco e più opportuno continuare con Pioli proseguendo su questo percorso, ricordo quanto sia vicino ad Arnault e che a suo tempo scrissi che la rivoluzione tedesca poco si abbinava con i programmi del magnate francese.
Uno più uno alla fine fa sempre due, manca solo l'approvazione al progetto stadio e poi torneremo a volare. FORZA MILAN