Recentemente il ct della Nazionale Roberto Mancini ha lanciato un grido di allarme "Troppo pochi italiani in campo in Serie A".

Da che pulpito verrebbe da dire visto che da allenatore dell'Inter, squadra notoriamente esterofila, non ha mai fatto nulla per incrementare il numero degli italiani in campo ed anche durante le sue esperienze estere non è mai stato un fautore dell'esportazione del Made in Italy.
Fatto sta che il suo appello stato immediatamente raccolto dal Vice Premier Salvini, grande appassionato di calcio e tifoso milanista, il quale invoca un limite agli stranieri in campo.
La cosa tuttavia e' impossibile per quanto riguarda i calciatori comunitari in virtù delle leggi sulla libera circolazione, mentre e' teoricamente possibile mettere dei limiti, anche molto piu' stringenti di quelli attuali, al tesseramento di calciatori non comunitari. 

Personalmente ritengo che mettere dei limiti troppo stringenti al tesseramento di giocatori non comunitari sia controproducente in quanto come dice il proverbio "fatta la legge trovato l'inganno", passaportopoli docet.

Ma il punto è un altro... Perché tutta questa smania di più italiani in campo? Matteo Salvini direbbe per questioni squisitamente politiche, Roberto Mancini per avere più possibilita' di scelta al momento di effettuare le sue convocazioni.
Ma siamo sicuri che avere più italiani in campo renderebbe la nostra Serie A più interessante e competitiva e la Nazionale di miglior livello? 
Io dico di no per i seguenti motivi.
Lo sport deve essere meritocratico per cui deve giocare ed emergere chi veramente merita senza distinzioni di nazionalità. 
Il livello dei calciatori italiani al momento, salvo poche eccezioni, è basso e purtroppo una certa parte della stampa sportiva sembra non vedere ciò sopravvalutando qualsiasi giocatore italiano appena sopra la media e continuando ad essere benevola nei confronti di giocatori italiani che palesemente hanno floppato quantomeno ad alti livelli.
Un limite agli stranieri renderebbe ancora più difficile di quanto non sia alle nostre big competere a livello europeo con le corazzate estere.
Ci sarebbe un ulteriore appiattimento del livello della Serie A che attirerebbe sempre meno campioni e la corsa all'italiano a tutti i costi porterebbe ad una iper valutazione di giocatori di livello medio o mediocre. 
Ed una serie A di basso livello porterebbe ad una Nazionale di basso livello, a meno di non avere molti italiani che giocano in big estere.
Senza contare che i giovani calciatori non sarebbero stimolati a dare il massimo per competere per un posto in prima squadra perché tanto essendo italiani giocherebbero comunque.
Pertanto secondo me più che misure protezionistiche servono Centri Federali Giovanili che preparino i giovani calciatori.
Inoltre secondo me il fatto che un giocatore italiano vada a giocare all'estero non deve essere visto come una sconfitta per il nostro calcio, ma come un riconoscimento del valore del calciatore, se ne riconoscono la bravura osservatori dirigenti ed allenatori neutrali allora forse è bravo davvero, e come un'opportunità per il giocatore stesso di mettersi in gioco in un contesto dove non ha filtri e la concorrenza per emergere è più dura.

In una Seria A con molti stranieri e con molti italiani che giocano fuori arriverebbe ai massimi livelli chi veramente merita per talento e testa e se ne gioverebbe anche la Nazionale.