La partita di sabato con la Roma ha dato indicazioni importanti e modificato, in parte, la percezione sulla squadra di Allegri. 
Non era affatto difficile fare meglio che con la Samp. Ma, forse, non era neanche scontato che ciò avvenisse: perché tutti abbiamo in mente il disastroso scorso campionato; perché i problemi in costruzione della Juve sono apparsi cronici; e perché - val la pena ricordarlo - mancavano comunque Bonucci, Di Maria, Pogba, Chiesa e (se tutto non si risolverà in una bolla farsesca) Paredes. 

Attenzione. Fa bene chi sostiene che, quest'anno, i bianconeri devono per forza - sarebbe grave il contrario - avere messo in conto che in varie partite di cartello ci saranno spesso assenze e defezioni. Bonucci e Pogba, in particolare, non sembrano poter garantire continuità fisica. E di Chiesa, beh, si sapeva in partenza. Per questo - così pare - la dirigenza si sta orientando sulla costruzione di una rosa fatta di giocatori "pronti": si sa che le rotazioni saranno fondamentali. 
Infine - ultimo appunto - sono verissimi altri due assunti: che anche alla Roma mancavano Zaniolo e Wijnaldum; e che i primi sessanta minuti dei giallorossi hanno assai facilitato la partita di Allegri e dei suoi. 

Ma. C'è un bel "ma". Sabato la Juventus è stata finalmente aggressiva. Chiaro. Non tutti gli avversari si potranno affrontare così. Anzi, il rischio concreto è che Allegri limiterà assai la ricerca di un simile approccio. Ma la strategia di pressing alto, la scelta di affidarsi dietro (finalmente) ai duelli individuali, l'altezza media in campo, sono tutti elementi che lasciano ben sperare...
I problemi ci sono comunque stati. Nonostante più di trenta palloni recuperati nella metà campo avversaria le occasioni da gol sono state poche, come poche le occasioni per Vlahovic. Nei moltissimi cross in pochi giocatori hanno "accompagnato" in area il serbo: la Juve non ha così "messo in cassaforte" la partita fino a farsi recuperare. 
Ma il pressing ha funzionato bene: e questa è una bella novità. Danilo e Bremer hanno tenuta alta e corta la squadra; Kostic e Cuadrado hanno attaccato bene i braccetti difensivi della Roma; Sandro e De Sciglio uscivano con tempestività sui "quinti" di Mourinho. E Rabiot e Miretti sono stati i migliori della partita. 
Questo atteggiamento ha messo in seria difficoltà una squadra comunque forte come la Roma. Ha tagliato fuori dal gioco i suoi trequartisti e l'attaccante, ha sfiancato i mediani romanisti. L'aggressività in fase di non-possesso ha generato superiorità a centrocampo dove, con intelligenza, Miretti da un lato e Cuadrado (che entrava dentro lasciando a De Sciglio l'ampiezza) ricevevano con facilità proprio nei mezzi-spazi ai lati di Matic e Cristante. È in queste zone di campo che, grazie all'intelligenza tattica e una discreta pulizia tecnica, Miretti e Cuadrado hanno permesso che la Juve schiacciasse l'avversario. 
Peccato, appunto, che poi sia mancata la rifinitura giusta. Kostic, Cuadrado e Rabiot hanno giocato bene ma sono spesso imprecisi quando arrivano nell'ultimo terzo di campo. Ma è lì che la dirigenza ha concentrato i suoi sforzi di mercato. Il possibile arrivo di Paredes, i rientri di Di Maria e Pogba, la crescita (si spera) di Miretti, aggiungeranno molta qualità proprio lì dove la Roma ha sofferto di più la strategia bianconera. E, così, la squadra potrebbe tornare ad essere competitiva. 
Non è una certezza, ovvio. I prossimi test - a parte lo Spezia - con Fiorentina e PSG ci diranno molto sulle reali ambizioni della squadra.

Tornando, infine, ad Allegri. Non mi odino i tifosi. So benissimo che Allegri ha esaurito i crediti presso i tifosi a causa di mesi decisamente sconfortanti, fatti di prestazioni orribili oltre che dall'assenza di risultati. Ma è anche vero che l'allenatore toscano ha sempre dimostrato in carriera un ottimo livello di pragmaticità. Se i giocatori sono buoni, se i risultati arrivano, ogni approccio può essere utilizzato. Almeno in qualche fase della partita. Chissà che, coi rientri e gli innesti di cui sopra, e visto il salto di qualità avvenuto sabato, il mister non ci riprovi, soprattutto nell'ottica di non dover far fare, ad ogni azione, sessanta metri di campo a gente come Pogba e Di Maria. In un campo più corto, con questi giocatori, la Juventus potrebbe diventare davvero forte!

È la storia del calcio attuale: se vuoi competere con i migliori, devi sapere essere tanto tanto aggressivo e correre in avanti!
Se non sempre, almeno, ogni tanto... chissà.