“Non ne capisci niente di calcio” è forse l’espressione più brutta che un amante del calcio possa dire durante una discussione sul pallone.

Una frase che evidenzia l’arroganza di una persona e la sua scarsa disponibilità ad ascoltare le idee altrui, una frase che in quasi 27 anni di vita ho ascoltato migliaia di volte, ultima sotto ad un mio “articolo” su Mbappè, e che mi ha fatto riflettere.

Ho notato negli anni che è un’espressione presente in moltissime culture calcistiche come quella inglese o tedesca, e che di gran lunga conosco meglio. Dopo il liceo infatti ho conseguito all’età di 22 anni la laurea in ingegneria chimica a Londra e in quegli anni ho conosciuto la tradizione calcistica più bella e antica del mondo. Vedere le partite nei famosi pub dove l’alcool scorre a fiumi non ha prezzo, inspiegabile la felicità e il caos per un gol o i cori nonostante una sconfitta. In quegli anni avrò visto decine di risse iniziate da questa singola frase “non capisci nulla di calcio, fai silenzio”, onestamente non giustifico la violenza ma non posso giudicare un pugno in risposta ad un’affermazione tale specialmente se vivi in un paese il cui calcio è fede e c’è massimo rispetto per il prossimo.

Se anche in Inghilterra esistono affermazioni così arroganti la cosa fa riflettere, da quando tutti ci crediamo onniscienti con la palla di cristallo? Da quando la nostra opinione soggettiva, e su questa parola ci dovremmo soffermare, conta più di un’altra?

Il mio viaggio in contatto con il mondo calcistico europeo, iniziato all’età di 18 anni, continuò in Francia. Nizza per l’esattezza, una città che circa cinque anni fa non era così “vicina” al club rossonero e che all’epoca mi deluse fortemente. Il sabato o la domenica non si respirava nessun entusiasmo per la partita che si sarebbe giocata, così come una vittoria non era così tanto celebrata; spezzando una lancia a loro favore, sei mesi sono davvero pochi e forse per questo non sono riuscito a cogliere bene questa tradizione a differenza di quella londinese.

Dopo mezzo anno di “tirocinio” in Francia, conseguii un master nella città olandese di Rotterdam. Che dire, il calcio olandese non è spettacolare come la Premier ma è più vivo di quello che si creda e non è un caso infatti che gli stadi siano sempre pieni. All’epoca per pagarmi l’affitto lavoravo in un bar di supporters del Nac Breda (squadra di una città rivale), squadra che mi sembra nel mio primo anno lì in Olanda retrocesse; da questo punto di vista sono stato molto sfortunato trattandosi di tifosi non molto caldi, specialmente se paragonati a quelli dell’Ajax che spesso ho visto generare risse nei pub o per strada. L’Olanda è un paese che in confronto all’Italia è anni luce ma che si ridimensiona quando si tratta di sport come il calcio, la città di Roma ha conosciuto gli Hooligans olandesi, e anche se non fanno sempre danni di quella portata, sono molto violenti e accesi.

Il campionato olandese non è pieno di top player come la Liga o la Premier ma è molto divertente, caldo e mai scontato. Inoltre, nonostante gli Hooligans non sono visti di buon’occhio, specialmente qui in Germania, non hanno il difetto di non voler far prevalere il loro “credo” a discapito di un altro.

Il mio viaggio migratorio è terminato, o almeno credo, qui in Germania. Friburgo, una delle città più belle che abbia mai visto ma che continuando la mia sfortunata tradizione, è sede di una squadra di poco conto nella Bundesliga ma i cui tifosi sono sorprendenti. Potete dire tutto dei frigurghesi tranne che non sono caldi, e fino a due anni fa poteva confermarlo anche l’italiano Vincenzo Grifo che era venerato come una divinità

E’ qui in Germania che ho trovato più cose in comune con la cultura calcistica italiana, è vero che Frigurgo viene definita come una città dell’Italia a causa della forte presenza azzurra, (siamo in molti ad essere italiani e vivere qui) ma è una cosa che hanno notato in molti anche a Monaco o a Berlino.

Proprio un mio amico di Monaco (non molto lontana da Friburgo) mi disse che qui in Germania se affermi che l’idea di qualcuno è sbagliata e che tu hai ragione solitamente ti ritrovi fuori dalla birreria in meno di venti secondi. Qui non esiste arroganza di questo tipo, e c’è massimo rispetto per le opinioni altrui anche perché paradossalmente tutti la pensano allo stesso modo. In Germania puoi trovare gente ubriaca che si picchia per qualsiasi motivo, ma mai per il calcio.

E’ un discorso un po’ contorto lo so, purtroppo parlo sempre meno italiano e il mio pensare in inglese non mi aiuta nel scrivere al meglio il mio pensiero. Riassunto in poche righe si basa sull’avere rispetto, nell’evitare di dire che una persona non ne capisce di calcio perché un parere soggettivo non è mai vero al 100% e perché l’educazione viene sempre prima di tutto.