Siamo tornati ai tempi romani imperiali, riprodotti in una folla commossa gremita in un tempio, riproducendo riti antichi. Come il trionfo concesso ai condottieri vittoriosi tra folle plaudenti. Manca forse una biga dorata trainata da maestosi cavalli con bardature rossonere per riprodurre fasti antichi e lancio di petali rossi come il sangue versato nelle grandi conquiste.
Le telecamere indugiano sugli occhi dei tifosi pieni di lacrime in questo strano mondo di persone occasionalmente tutte accumunate da un comune sentire che salutano la perfetta riproduzione degli antichi trionfi, anche tributati ai grandi gladiatori romani, anche allora osannati come dei, in un perfetto rito pagano.
Eppure mi sembra di leggere nello sguardo di Maldini qualcosa di diverso dalla ammirazione. Magari pensa con una certa tristezza ad un sicuro amaro ricordo di un suo, di addio, totalmente diverso, e forse di tanti altri campioni che la maglia l'hanno portata per sempre  molto più dell'Apollo redivivo.
Di un Apollo che, in fondo, l'ha indossata per tutte le tre squadre più vincenti di un campionato celebrativo della nuova sacralità data dal calcio.
Quindi mi viene da pensare, guardando questo trionfo, che in fondo il tempio della Scala del Calcio sta celebrando il rappresentante forse più significativo dello strapotere calcistico italiano, che, solo raramente, e ironicamente dal Napoli che anche lui evoca e deifica il suo idolo, è stato interrotto, e guarda caso anche  proprio dal Verona.
Significati bizzarri sempre proposti dal caso. 

Nessuno sport, comunque, come il calcio, dimostra ancora una volta di più di essere capace di intercettare trasversalmente e colpire l'immaginazione, la mente, il cuore e la passione di intere folle come questo di seguaci di nuovi uomini/dei.
Ibra ne è uscito deificato, come Maradona e francamente pure io rimango stupito e molto perplesso davanti a tale tributo. Probabilmente ne vedremo altri in una spettacolarizzazione di uno sport che sempre più interpreta e lenisce situazioni sociali anche di rivalsa, o di temporanea uscita da una vita forse troppo amara per tanti, molto più di quanto si pensi.

Venendo a cose più sportive, un modestissimo Verona affronta in ritmo molto basso il Milan di Pioli nella sua formazione tipo. Thiaw ha definitivamente scalzato Kjaer nelle gerarchie del suo allenatore. Leao viene quasi sempre bloccato da gabbie e il duo Bocchetti/Zaffaroni ripete analoga pressione a destra dove, non esiste praticamente attacco nel Verona. Il potente Djuric è solo impegnato al contrasto della prima costruzione milanista e in sponda di testa, data la sua statura, sui velleitari lanci lunghi che gli pervengono. Avanza quindi spesso Calabria che però mostra i suoi limiti offensivi pure in conclusioni velleitarie. Il centravantone scaligero è affiancato da Ngonge, giocatore di discreta levatura. Tameze, Soulimana e Veloso agiscono in quasi puro contenimento. 
Eppure i veronesi pure tentano nel primo tempo un paio di ripartenze contenute con un certo affanno. Su una squadra, pur di grande modestia tecnica, ma chiusa e corta, il gioco non molto veloce del Milan comunque in giro palla, si infrange sulle chiusure dell'esperto Veloso e Magnani, molto scaduto rispetto ai tempi del Sassuolo, Hien e Cabal contengono abbastanza agevolmente l'attacco del Milan. Giroud  è molto chiuso ma resta di grande classe la sua sponda su un molto attivo Hernandez che  spara un rasoterra in area piccola non intercettato da alcuno. Leao viene sovente addirittura triplicato dallo stesso Magnani con De Paoli e Soulemana. E' piuttosto impreciso il grande acquisto del Milan di quest'anno.  Krunic e Tonali sono quindi non oppressi da marcature se non nella trequarti veronese.
Ma il gioco latita per tutto il primo tempo, se non per i guizzi del nostro folletto Diaz cresciuto enormemente alla corte di Pioli. Si impasta spesso sui difensori avversari il piccolo e tosto malaguegno, perde palla anche in pericolose zone del campo, ma è un concentrato di energia che si tramuta in guizzi e dribbling secchi, in penetrazioni a volte un poco folli che danno brio e rompono gli schemi. E' lui a procurare il rigore su ingenuità di Ngonge, proprio nel recupero del primo tempo. Giroud lo trasforma con la freddezza del campione. Peccato che il Real lo rivoglia e non credo che Maldini possa ripetere il miracolo Leao. Quanti davano per sicuro il rinnovo dell'asso portoghese solo 3 mesi fa? 
E pure quante critiche su Paolo!
Giungono cattive notizie da Roma e il Verona cerca di dare più consistenza al suo inerte gioco di attacco, anche se Djuric sfiora una conclusione su cross pericoloso. Partono così cambi più aggressivi dalla panchina veronese con Verdi e lazovic. Escono Djuric e Veloso e il gioco veronese si vivacizza. Grandi proteste giungono dalla panchina scaligera per un'uscita di Maignan su Ngonge lanciato a rete. Il suo allenatore viene espulso. Il Verona spreca il pareggio con  lo stesso Ngonge che non vede i compagni a centro area e cerca una egoistica conclusione. E' comunque interessante il giovane belga nel bene e nel male. Il Milan non si preoccupa per il pericolo scampato e gioca a gestire il risultato. Una distrazione della difesa permette una svelta penetrazione di Lazetic che alza un pallonetto su cui si avventa Faraoni, anche lui da tempi migliori,  per la facile conclusione a rete di testa.
Qui il Verona forse pensa di vincere. Rinforza ancora la fase offensiva con Gaich. E lascia fatalmente spazi liberi, cosa letale, perché Leao conclude una penetrazione in azione personale, da campione assoluto e poi si ripete come un torero in folla osannante arrivando addirittura in porta con il pallone.
Niente di totalmente compromesso per il Verona lanciato in folle tentativo di vittoria, perché anche lo Spezia soccombe a Roma. Non abbiamo mandato in B nessuno e nemmeno consumate vendette. Fortunatamente solo una volta il commentatore cita la "Fatal Verona".
Tutti spesso diamo al fato ruoli troppo importanti nella nostra vita.

Finisce un campionato folle consacrato al denaro arabo, coprendosi pure gli occhi su fondamentali diritti umani. Dominato da un Napoli che viene probabilmente stravolto con un suo presidente in ricerca mondiale di sostituti di un ottimo Spalletti. Una situazione kafkiana.
Ho visto che si danno voti per campionato e Champions e personalmente a Pioli do un bel 4 per il campionato e un ottimo 8 per la sua Champions, che fa 6 di media... Conquista fortunosamente una Champions ancora una volta, ma non per meriti di campo.
Quest'anno ha sbagliato troppo. E, fortunatamente, recuperando antica modestia, lo ammette.
Si spera quindi in una ripresa di una sinergia vincente.

E' tempo di outing anche per Allegri che però ha lavorato in condizioni impossibili. Su tutti Leao che dimostra di essere diventato quel campione che non era fino a non molto tempo fa. Pure Tonali fa un campionato ad altissimi livelli con Giroud che stupisce per la freschezza e la tenuta atletica nonché per la sua immensa classe. In calo vistoso sia Tomori e sia Kalulu. Krunic da troppi disprezzato ha fatto ottimo campionato. Ha piede grezzo ma intercetta e spesso la ripartenza parte dai suoi piedi. In calo Messias e luci e ombre su Saele, piuttosto discontinuo. Di Maignan si dimentica spesso un altro capolavoro di Maldini. Una cosa mi ha dato grande piacere nella scialba partita con Il Verona, conclusa dallo stesso con un harakiri velleitario. La prova di CDK. Ha avuto un paio di guizzi degni di miglior causa, dimostrando che non è una pippa come molti sostengono, ed è stato pure sfortunato in un buon tiro da posizione defilata. Come per Tonali quando arrivò al Milan? Speriamo.

Andiamo a vedere la Viola sperando che Italiano non sia troppo garibaldino e una Inter che troppi cominciano addirittura a dare imprudentemente per favorita. Di Canio ieri parlava a Dazn di un City debole, se compresso nella propria aria. Il problemino che dimenticava è che però bisogna riuscirci.
Leggo tristemente di tanti che gufano contro. Che tristezza!. Siamo sempre i comuni medioevali pronti a scannarci per una secchia rapita. Pazienza.
Ero sotto la pioggia a tifare Inter contro un Benfica di tanti anni anni fa, ma i tempi sono cambiati.
Un saluto al nuovo rito collettivo che si conclude.
Calcio, cosa sarebbe la vita senza di te? Vale.