Negli ultimi anni abbiamo visto molti giocatori simbolo come  Zanetti, Del Piero, Totti che si sono ritirati, giocatori di fama mondiale che sono state le bandiere delle loro rispettive squadre.
In questi anni però stiamo leggendo sui giornali che sempre più giocatori simbolo lasciano la loro squadra per andare a giocare in Qatar o in Cina e per inseguire i ricchi contratti milionari.
Qualche mese fa Marek Hamsik, bandiera partenopea lascia Napoli per sposare il progetto cinese del Dalian ma sopratutto per intascarsi il ricchissimo contratto che gli è stato proposto.

Ma osservando solo questa settimana basti pensare a De Rossi, Godin e Griezmann. Bisogna però analizzare le tre situazioni che sono differenti tra di loro.
Capitan futuro De Rossi oggi rilascia una conferenza stampa nella quale con l’amaro in bocca annuncia di lasciare la Roma. Come lui stesso ha detto non è stata una scelta sua, ma la società di Pallotta non ha voluto rinnovargli il contratto; sicuramente scelta difficile da accettare sia per il campione del mondo che per il popolo romanista.

Altro discorso invece per i due colchoneros, Godin a luglio arriverà all’Inter dove probabilmente chiuderà la carriera, scelta anche questa dura da sopportare ma probabilmente dettata dai pochi stimoli e dalle tante delusioni arrivate dagli ultimi anni a Madrid.
Dopo pochi giorni dall’annuncio dell’uruguagio, viene pubblicato anche il video di Griezmann che annuncia il suo addio all’Atletico (e forse l’approdo al Barcellona) dopo 5 anni. Anche qui le motivazioni potrebbero essere simili a quelle di Godin, il francese sposerà un progetto molto importante che probabilmente gli permetterà di alzare molti trofei.

In pochi giorni tre casi differenti tra loro, ma accomunati da un unico filo, tre grandi giocatori che abbandonano i loro rispettivi club che li hanno resi grandi. Da una parte la poca riconoscenza di una dirigenza mentre dall’altra la voglia di diventare leggende e alzare più trofei possibili.
Alla fine però giungiamo ad una sola domanda: “Ma le bandiere dove sono?” Probabilmente non ci sono più in un calcio dove i soldi comandano, dove le grandi sono sempre più ricche e le piccole sempre più povere.
È veramente questo il calcio che vogliamo?