A fine partita, con il sorriso sulle labbra, alla domanda dell’intervistatore che gli chiedeva dell’appellativo di “RoboCop”, attribuitogli da Gattuso, risponde così: “Io sono il pistolero!”.
Quindi non chiamatelo più come lo sbirro robotico del film cult del 1987.

Piatek è un ragazzo solare, capace di emozionare e di entrare subito nei cuori dei tifosi rossoneri grazie anche a quella esultanza un po’ guascona che ci ha conquistato. I suoi compagni già lo amano e lui cerca di farsi volere bene come dimostra indicando Calhanoglu, al momento del suo ultimo gol, per rincuorarlo o quando abbraccia l’altro nostro beniamino Cutrone al cambio per incitarlo.

La sua abnegazione non deve essere confusa con l’insensibilità robotica, Piatek è emozione a suon di gol! Pum Pum!

Ho sentito Caressa definirlo come un bomber da campo di periferia, ma io gli rispondo come l’SMS di Leonardo: “Apri gli occhi“, citando anche il bel film spagnolo da cui hanno rifatto Vanilla Sky.
Avete visto quella bellissima apertura che stava mandando Suso in porta? Avete visto come si aggiusta la palla per farla passare con delicatezza tra una selva di gambe in occasione del gol? Avete visto come stoppa la palla? Il polacco è un giocatore tecnico a cui aggiunge la fame del bomber e l’acume tattico del grande centroavanti. A proposito, in quella famosa apertura per Suso, chi vi ricorda? Lascio a voi la risposta…

Cinque occasioni e quattro reti realizzate, senza contare che il secondo gol contro il Napoli se lo è inventato, la maggior parte degli attaccanti temporeggia, “bevendo spuma”, aspettando rinforzi, e che il tocco sotto parato da Cragno era una gran bella idea e che in questo caso i meriti vanno dati al portiere.
Piatek è un giocatore esplosivo, ma nelle movenze è elegante, è caparbio, è un lottatore, ma con grande tecnica ed in più è capace di creare un’onda di entusiasmo che trascina la squadra e tutto il popolo rossonero.

Non è un freddo robot con il cuore di metallo. Non chiamatelo RoboCop, lui è il Pistolero!