Dopo tanto clamore finalmente è ufficiale Dusan Vlahovic è un nuovo giocatore della Juventus, per lui 5 anni di contratto, a 7 milioni netti a stagione e 65 milioni + più dieci di bonus, facilmente raggiungibili, per il costo del cartellino, da versare nelle casse della Fiorentina, per un investimento complessivo di quasi cento milioni di euro. Un colpo “gobbo” quello messo a segno dai bianconeri che vuole dare un segnale forte ai suoi rivali e a tutta la serie A, come a voler dire: “ricordatevi che ci siamo anche noi”. Un colpo su cui quasi nessuno avrebbe scommesso un centesimo soprattutto durante la fase del mercato di riparazione in cui peraltro, per storia e tradizione, la società bianconera non sì è quasi mai mossa con investimenti importanti ma solo per operazioni di basso profilo, tra prestiti e parametri zero, o utili, da un punto di vista numerico, per sopperire a estremi casi di emergenza fino al termine della stagione. Un colpo, alla CR7, che se da una parte ha reso felice ogni tifoso bianconero dopo un avvio di stagione da film horror dall’altra ha deluso, ancora una volta, la piazza di Firenze letteralmente inferocita per l’ennesimo “scippo” subito dalla Juventus per un loro giocatore importante come una storia che sembra ripetersi senza fine.

VIOLA DI RABBIA MA PERCHE’ SCUSARSI?
Il rispetto non si conquista con i goal. Vlahovic gobbo di m…a
Questo è solo uno dei volgari striscioni apparso, fuori dal Franchi, nei confronti di Dusan Vlahovic, da parte degli ex supporters viola, subito dopo l' annuncio della sua, imminente, cessione agli acerrimi rivali della Juventus. Delle vere e proprie oscenità a cui nessuno fa nemmeno più caso ma a cui purtroppo siamo, troppe volte, costretti a dover assistere ogniqualvolta un giocatore, soprattutto della viola o anche di altre squadre del campionato italiano, decide di indossare la maglia bianconera manco stesse per trasferirsi in una banda di truffatori sull’orlo della bancarotta. Episodi da condannare ma che molto spesso invece vengono ignorati, dai media, perché considerati alla stregua di semplici sfottò “giustificati” dal grande “torto” subito, da parte del calciatore, che “sputa” sul piatto dove ha mangiato per anni senza mostrare alcun segno di riconoscenza per il sostegno e l'amore ricevuto dalla piazza dove è diventato grande. Questa non è più rabbia, miei cari detrattori, da parte dei tifosi ma a questo punto si tratta di vera e propria cattiveria nei confronti di un giocatore che lecitamente ha preso la sua decisione per il bene del proprio futuro; dunque un accanimento che se da una parte può essere “giustificato” dai suoi, continui, rifiuti al rinnovo contrattuale offertogli, in scadenza nel 2023, dall’altra non può esserlo più di tanto visto che alle casse della Fiorentina porterà, comunque, enormi benefici, in termini economici, ottenendo il massimo a cui si poteva aspirare per un giocatore prossimo alla scadenza e che non avrebbe mai rinnovato.

Dunque siamo di fronte all’ennesimo caso di un calciatore messo contro un'intera piazza, il colpevole senza alibi, condannato alla ghigliottina ancor prima di aver varcato, ufficialmente, i cancelli della Continassa. Dusan Vlahovic è reo, diciamocelo apertamente, di essersi solamente accasato alla Juventus, e lo ha fatto perché si sente oramai pronto per lo step successivo, prendendosi lo scettro del reparto offensivo di una delle squadre più vincenti del nostro campionato. Gli dicono che dovrebbe scusarsi ma esattamente con chi? Scusarsi perché? Fino a quando si ricerca l’ambizione e la gloria nei limiti della decenza, senza andare ad intaccare la sensibilità umana di nessuno, si è liberi di trasferirsi dove si vuole, anche se si tratta della Juventus, la squadra più “odiata” d’Italia. Stucchevole mi sembra quindi il teatrino montato dai tifosi viola e ora dal presidente viola Rocco Commisso dopo aver incassato ben 75 milioni di euro, da un giocatore in scadenza, che mai avrebbe intascato al termine della stagione. Un finto perbenismo che ancora oggi vuole portare il calcio a quello che non è più, ovvero un luogo romantico in cui le scelte vengono dettate ancora dal “cuore” e non in base al “rigonfiamento” del portafogli. Facciamoci, tutti noi tifosi, un piccolo esame di coscienza e guardiamo quella che è diventata la realtà di questo sport se vogliamo ancora continuare a farne parte.

VLAHOVIC NON E’ CR7 METTETEVELO BENE IN TESTA
Vlahovic non è, certamente, CR7, e lo ha fatto intendere chiaramente durante la sua conferenza stampa di presentazione, da nuovo giocatore della Juventus, alle domande incalzanti dei giornalisti presenti; poiché anche se coraggiosamente ha deciso di portare il suo stesso numero di maglia, sa perfettamente di avere delle caratteristiche molto ben differenti rispetto a quelle possedute dell'asso portoghese. Ma nonostante ciò il suo trasferimento alla Juventus ha aperto dei nuovi orizzonti, delle nuove speranze, dei nuovi scenari, impensabili, almeno, fino a qualche mese fa. Il suo acquisto sta riuscendo nell’intento di ricreare un'atmosfera positiva talmente contagiosa da rianimare quella voglia e quell’entusiasmo che non si respiravano da due anni a questa parte in quel di Torino. Una voglia di riemergere dalle sabbie mobili così forte che ogni tifoso bianconero vuole ritrovare anche nel giovane attaccante serbo nella speranza che possa prendersi la pesante eredità lasciata da Cristiano Ronaldo dopo la sua fuga, improvvisa, verso Manchester nel cielo di una notte d’agosto. Ed è per questo che dal suo arrivo in bianconero si vive in una sorta di spasmodica attesa, ogni giorno che passa, per vederlo esordire in campo, già domenica sera, contro l'Hellas Verona all’Allianz Stadium. E dal giorno del suo annuncio infatti che cominciano a sprecarsi anche i paragoni con illustri campioni del recente passato juventino, viste le sue doti da grande bomber di razza; a partire da Christian Vieri, di cui il serbo ricorda il sinistro esplosivo, per arrivare a Ibrahimovic, vista la sua grande forza fisica e agilità nei movimenti, passando per Trezeguet, per il suo forte senso del gol in area di rigore, e per finire con Gonzalo Higuain, soprattutto per il carattere e il temperamento tipico di chi sa colpire, al momento giusto, davanti al portiere avversario.
Vlahovic rappresenta il simbolo del rinascimento bianconero. Una sorta di “biomacchina” che può valere, nell’immediato con il quarto posto in campionato, l’accesso diretto alla prossima edizione della Champions League oltre a rappresentare l’uomo dal quale si può ripartire con la rifondazione appena avviata dal nuovo corso bianconero. Vlahovic è molto giovane, appena ventiduenne, ed ha firmato un contratto, che lo legherà al club piemontese, per cinque stagioni, quindi una scelta di investimento totalmente differente rispetto a quella fatta, nell’estate del 2018, con Cristiano Ronaldo. Un investimento che vuole lanciare un chiaro segnale su quello che sarà il futuro del mercato bianconero: giocatori giovani, forti e che possano rappresentare, allo stesso tempo, anche un patrimonio, da un punto di vista economico - finanziario, per la società. Quindi stop agli investimenti folli degli ultimi anni o di, fantomatici, costosissimi top player a parametro zero, perché da adesso in poi la rivoluzione è stata avviata attraverso delle scelte più logiche, mirate e soprattutto che siano più sostenibili possibili; insomma Dusan Vlahovic dovrá rappresentare la regola e non l’eccezione se la Juventus vorrà tornare ai vertici del calcio europeo in brevissimi tempi.

In conclusione io sono dell’opinione che l’acquisto di Dusan Vlahovic, da parte della Juventus, può essere interpretato come l’ultimo disperato tentativo di voler aggiungere gol e giocate offensive ad una squadra in evidentissima difficoltà, viste le pochissime reti realizzate fino a qui soprattutto in campionato. A questo punto della stagione quello che va a guadagnare la Juventus è un giocatore con entusiasmo, che ha una voglia matta di affermarsi a grandi livelli e che può essere di grande aiuto, per il resto del gruppo, soprattutto per ravvivare il “fuoco” della passione di una squadra apparsa troppe volte spenta e sopita, a livello caratteriale, in alcuni momenti topici della stagione.

Ma in tutta questa ventata di entusiasmo però la Juventus, e tutti noi tifosi, dobbiamo anche guardare in faccia la realtà e porci una domanda importante: e se la Juventus, nonostante il suo arrivo, non riuscisse a raggiungere il quarto posto? E se il giovane attaccante serbo dovesse stentare, visto che non ha mai giocato per una squadra che lotta per vincere tutto? Nessuno sa con certezza cosa sarà in grado di fare la Juventus con Vlahovic in campo soprattutto senza nemmeno averlo visto nemmeno una volta all’opera con la maglia bianconera indosso però, è inutile nascondersi, i rischi ci sono tutti ed è per questo che non bisogna commettere subito l’errore di mettergli addosso quella grande pressione che solo la maglia bianconera è in grado di dare. D’altronde è risaputo la Juventus è una squadra abituata a comprare calciatori già pronti, soprattutto nel reparto offensivo; e allo stesso tempo però ha mostrato una certa difficoltà a dare immediata fiducia ai giovani, specialmente con Massimiliano Allegri come allenatore. Per questo motivo sono convinto che l’acquisto di Vlahovic sia una scelta forte, coraggiosa e che mette il futuro della Juventus nei “piedi” di un calciatore che deve ancora crescere e migliorare tantissimo per raggiungere livelli da top player di caratura internazionale. Quindi non facciamo, tutti, l’errore di erigerlo a “Salvatore della Patria” ma anzi cerchiamo di metterlo nelle condizioni per farlo rendere al meglio, affinché tutto funzioni e si abitui a comprendere cosa sia il mondo Juventus. Perciò per favore non chiamatelo CR7 ma semplicemente Dusan Vlahovic.

Ciccio