Il sabato sera ha distribuito la febbre che tutti volevano vivere, quella della finale di Champions!
Citizens e Inter hanno disputato una partita a dir vero piuttosto monotona, con difese agguerrite e attacchi bloccati. L'Inter, con i suoi esterni alti, ha reso la vita difficile ai gioielli del City, Bernardo Silva e Grealish, sempre raddoppiati e con poco campo da percorrere per mettere in moto i loro slalom vertiginosi. In attacco, l'Inter ha invece giocato una partita più di contenimento che di profondità di gioco. Dzeko e Lautaro sono spesso rientrati a livello dei mediani per bloccare le iniziative del Manchester. Qualche volta, però, hanno scatenato qualche contropiede ma sempre raggiunti e fermati dagli attenti difensori inglesi. Le azioni pericolose nel primo tempo, sono state poche e nemmeno incisive. Il gioco ha spesso duellato nel cerchio di centrocampo, e le difese alte bloccavano gli spunti pericolosi, con buona pace degli attaccanti, senza spazi e che ricevevano palloni che difficilmente si prestavano a giocate semplici o ad azioni ficcanti nei pressi dei portieri avversari. E all'Inter va anche bene che dopo appena mezz'ora De Bruyne deve ammainare bandiera bianca e lasciare il campo per un problema muscolare. Fino ad allora, comunque, non aveva fatto cose mirabolanti, probabilmente perché già entrato in campo con i fastidi che lo attanagliavano ancora prima della partita. Gundogan non sembrava il giocatore che aveva fatto ammattire il centrocampo madrileno, anzi appariva lento e poco reattivo, perdendo a volte palloni che normalmente non perde. Al posto di De Bruyne entra Foden, giovane interessante, ma con ancora molto da imparare, come nell'azione personale che lo ha visto nel secondo tempo saltare magnificamente l'avversario diretto, entrare in area e, pensando di segnare facilmente, non tira forte e così Onana blocca. In quei casi la cattiveria è tutto e, o si tira forte, oppure bisogna avere l'astuzia di metterla dove il portiere non immagina di vederla, spiazzandolo. Sarebbe stato il due a zero e la partita finiva. In compenso, per tutta la partita è salito in cattedra Stones, che ha giocato una partita di qualità e di quantità. Forse uno dei pochi che faceva movimento, vincendo numerosi contrasti, esibendo anche dribbling vincenti, ed alla fine corona la sua partita con l'assist per Bernardo Silva che crossa indietro per l'accorrente Rodri, il quale con freddezza e precisione sigla la partita. Rodri è stato un altro che ha giocato una partita eccellente. Poco appariscente, ma sempre al centro del gioco, ed ordinato nel suo ruolo di mezzala. Chi ha combinato qualche guaio è stato Akanji, difensore svizzero, che stava per compiere una grossa frittata, su di un passaggio indietro che non controllava bene. Lautaro si impossessava del pallone, ma invece di passare in mezzo a compagni liberi, cercava la soluzione da posizione difficile e permetteva ad Ederson di salvare la porta. Ed Ederson è stato l'altro eroe di giornata, bravo e fortunato ha negato tre gol ai milanesi, anche con la complicità di Lukaku e Di Marco, poco precisi sotto porta. E l'Inter ha delle ragioni per mangiarsi le mani. Per prima cosa, incontrare il peggior Manchester City della stagione è una fortuna non da poco. Poi, avere tutte quelle occasioni per segnare e buttarle al vento, significa fare regali che neanche a Natale si fanno.
L'occasione l'Inter l'ha avuta, e grande. Spesso la squadra meneghina è apparsa anche più pimpante dell'avversario inglese, e con una difesa più attrezzata ed un centrocampo in forma. Barella, Brozovic e Chalanoglu hanno disputato una partita eccellente, seppure i centrocampisti del Manchester fossero più quotati, hanno spesso messo in difficoltà il reparto avversario. Ed allora cosa non ha funzionato? La risposta non è semplice, e forse sta negli episodi. Chi riesce a sfruttare meglio l'occasione vince, chi spreca perde. Un altro corto muso che vince in tre partite! Si, perchè nelle tre finali, le squadre italiane hanno giocato meglio, ma raccolto male. E se l'inter poteva fare triplete, con Coppa Italia e Supercoppa italiana, il City, lo fa con campionato, FA cup e Champions, sfatando una maledizione di anni di finali negative.
La riflessone porta a credere che nel calcio inglese tutto è esageratamente più grande. Più grande l'esposizione mediatica, più grandi gli introiti televisivi, più grandi i costi per acquistare giocatori, più grandi gli stipendi dei giocatori, ma non così grande la differenza tecnica e tattica con il nostro calcio. Siamo stati battuti si, è vero, ma non con merito, e nemmeno asfaltati come qualcuno pensava potesse capitare. Anzi nel gioco, spesso noi abbiamo messo alle corde le squadre inglesi, e persino la squadra spagnola nel caso della Roma. E se possiamo imprecare alla sfortuna, dobbiamo invece sorridere perché il nostro calcio è ancora competitivo, e se non si perde in faide controproducenti ed occulti regolamenti di conti, percorre una fase di crescita.
Stanotte abbiamo in campo la nostra meravigliosa under 20, che gioca la finale del campionato del Mondo contro l'Uruguay. E questi giovani sono il nostro futuro, ed alcuni già sono presenti nelle squadre di serie A, altri sono in rampa di lancio. Casadei, finito al Chelsea, è ormai il capocannoniere del torneo, con sette reti all'attivo, non raggiungibile da nessuno dei contendenti, a meno che stasera un giocatore segni sei gol, ma è improbabile. Baldanzi e Pafundi ce li invidiano tutti. Desplanches, il portiere, sembra Buffon agli esordi.
Staremo svegli e tiferemo per i nostri ragazzi, stavolta senza gufare e se sarà vittoria, sarà storica. Non siamo mai nemmeno arrivati in finale, e la gioia di essere lì a disputarsi la coppa più ambita è un orgoglio che supera ogni distinzione ed ogni rivalità. Vorrei solo dire che alcuni di costoro sono frutto di qualche plusvalenza, ma qui Transfermarket probabilmente aggiornerà i cataloghi, così signor Chinè potrà meglio valutare, senza dare numeri a casaccio!
Un ultimo appunto è per Mister Infantino. Abbamo capito che lei è tifoso interista, e forse è quello che impedisce di valutare che alcuni bilanci in Italia siano veramente inguardabili. Però si guarda sempre dove c'è la trippa per i gatti, ovvero dove "tanto ci si rialza sempre", visto i soldi di casa Agnelli. Siamo stufi di vedere processi alle intenzioni e non con le regole certe, invenzioni di reati come "l'illecito strutturale" che per spiegarlo ci vorrebbe tutta la contorsione logica di Freud. Oppure le plusvalenze a specchio fatte da un solo partecipante. E non parliamo del sistema delle intercettazioni tramite le quali si proverebbe l'illecito sportivo, ma senza prove concrete. Ci dica, possiamo pensare che basti un personaggio con un potere immenso per decidere un processo, senza che il diritto abbia almeno la parte preponderante sulla logica personale e non si avvalga della commistione di persone sotto ricatto nel loro compito di giudici? Ci risponda, perché di questo passo, andremo a sbattere.
L'odio prenderà il posto del sano contesto sportivo, e la prevaricazione falserà il gioco e i risultati delle partite. Se vogliamo continuare così, accogliamo arabi e ricchi mercanti, poi chi farà meglio gli acquisti nei comitati calcistici avrà la meglio, ma si spegnerà il nostro calcio. Un saluto!
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