Non è facile essere un tifoso equilibrato, non saprei nemmeno dire se ne conosco. In fondo la parte più pura del concetto di tifo parte da quel moto irrazionale che ci rimescola le viscere ogni volta che vediamo correre giocatori con la maglia del colore prediletto.

Tutti i tifosi, poi, vorrebbero veder vestire quel vessillo a grandi calciatori, talenti cristallini, goleador e fantasisti in grado di cambiare la partita da un momento all'altro; la gioia che provoca una giocata improvvisa, inaspettata, la fibrillazione di un colpo di genio all'ultimo minuto, sono cose che davvero può comprendere solo chi ha dimestichezza con l'emozione dello sport.

Ammetto di essere stato tra quelli che ha sbavato nel vedere Mario Gomez firmare per la Viola, qualche estate fa, immaginando cosa potesse creare un attacco composto da Rossi, Cuadrado e il bomber tedesco. Purtroppo la sfortuna di quella Fiorentina è storia recente e non credo proprio di doverla raccontare a chi mi legge.

Da estimatore di Zeman ho imparato a volere nella mia squadra giocatori che al valore tecnico potessero abbinare un senso di spirito di sacrificio, non forzatamente legato all'attaccamento eterno alla maglia ma almeno che sudassero per i tifosi fin quando sono lì, a rappresentare una città e una società.

E se poi ci sono persino valori morali alla base, quell'umanità se non rara, quantomeno celata nel calcio di oggi, quello può diventare un idolo ai miei occhi. 

Innegabilmente ho seguito il Cassano dei bei tempi andati, sapendo che una partita in cui lui giocava avrebbe potuto farmi alzare sulla sedia in qualsiasi momento; ma all'idea di averlo in squadra (e tanto se ne è parlato) ho sempre avuto i brividi, immaginandomi le scene ridicole a cui poi tutti abbiamo assistito nella sua carriera.

Alla Viola abbiamo avuto "Il Fenomeno" Adrian Mutu, uno che in quanto a vita privata da giovanissimo non si è davvero fatto mancare niente; beh, Mutu a Firenze è diventato il fenomeno proprio in virtù del modo di controllare la sua sregolatezza (sempre con piccole eccezioni), regalandoci grande parte del genio che era. Ha amato la maglia viola, ne sono sicuro, ed è stato trascinatore e uomo squadra. Il suo inchino mi ha sempre trasmesso un senso di signorile umiltà.

Non breve questa premessa, poichè a questo punto tutti avrete capito perché mi auguro vivamente che Corvino non stia trattando l'arrivo di Mario Balotelli a Firenze. Lasciamo perdere l'ingaggio da top player, la concorrenza di big che ancora hanno voglia di credere in lui e i giornalisti che si rincorrono a dimostrare quanto sia maturato; Balotelli è un destabilizzatore, una persona problematica, un talento indubbiamente di gran livello ma ormai troppo compromesso, peraltro assistito dal peggior procuratore con cui trovarsi a trattare.

Ciò che ha smesso di combinare in campo, a quanto sembra, lo perseguita ora sul piano mediatico, con storie d'amore ai limiti, figli riconosciuti e non, madri disperse o disperate, e scambi social di un'ignoranza che farebbe rabbrividire persino il sovracitato Pibe de Bari (che quanto a "illetteratura" non è secondo a nessuno).

La Fiorentina di quest'anno è una buona squadra senza campioni, con qualche ottimo giocatore in rampa di lancio che quasi sicuramente andrà via quando sarà pronto ma che noi ringrazieremo in quanto bravo ragazzo che ha dato tutto per noi.

L'immagine di questa grande famiglia sviluppatasi dopo la tragica scomparsa del capitano è la cosa più bella degli ultimi campionati, non buttiamola alle ortiche con un disturbatore folle. Che sia un patrimonio del calcio italiano io ho ancora dubbi, ma in ogni caso che lo dimostri altrove.

Abbiamo vinto sui valori umani, teniamoci stretto almeno questo scudetto.