" Si chiamerà Internazionale perchè noi siamo fratelli del mondo". Con queste parole, il 9 marzo 1908, 44 soci dissidenti del Milan fondarono, al ristorante orologio, l'Inter.

Essi abbandonarono i colori rossoneri in seguito alla decisione degli organi dirigenziali del club di non ammettere stranieri in squadra. Questi 44 membri decisero, allora, di dare inizio ad una nuova storia calcistica fondata sull'integrazione e il rispetto.

Due parole, queste ultime, che non hanno mai compreso i gruppi del tifo più estremista che mercoledì sera hanno trasformato San Siro in un teatro di guerra e di vergogna agli occhi del mondo intero. Cretini, questo è il giusto appellativo per definire costoro, che si sono macchiati dell'ennesimo episodio razzista e criminale a cui, purtroppo, il nostro calcio è abituato.

Provvedimenti quali la chiusura dello stadio per qualche giornata e della curva in particolare, risultano essere misure vane che non colpiscono ed estirpano la piaga una volta per tutte. Anzi, adottando punizioni generali tendono ad omologare tutta la tifoseria, anche i tanti tifosi onesti, e a macchiarli indelebilmente di atrocità che in molti, la maggior parte, non hanno commesso.

Sento di farmi portavoce di tutto il sano tifo interista, di tutti quei tifosi che si riconosco nei valori fondanti del nostro glorioso club, di ogni nerazzurro che mercoledì scorso si è vergognato ed indignato davanti al degrado più totale degli ultràs, o meglio di alcune frange malate ed ignoranti.

Noi tifosi nel vero senso della parola dobbiamo dare un messaggio forte; dobbiamo essere capaci di risollevare l'immagine del tifo nerazzurro agli occhi di chi non ci conosce e che, dopo questi episodi gravi, crede di conoscerci benissimo.

Ognuno di noi, fratello del mondo, dovrà alzare con orgoglio la propria bandiera nerazzurra, facendo ben capire a tutti che NOI non saremo mai come LORO e LORO non saranno mai parte della nostra grande famiglia.