Per noi milanisti le sessioni di mercato stanno diventando il periodo meno divertente dell'anno e sicuramente meno entusiasmanti di quando è il pallone che rotola nei campi da calcio, ad accentrare ogni nostra attenzione. Noi sogniamo i Chiesa, i Zaniolo, i Berardi per restare in ambito nazionale, oppure i Sanches, i Zieych, i Fofanà per aggiungere quella esperienza internazionale, sempre utilissima, per ambire a vittorie importanti, ma poi c'è sempre un motivo comprensibile per accontentarsi di molto meno, o peggio, per rinunciare ad ogni acquisto. Non è una questione di essere pessimisti, ma constatare i fatti. E' successo per sostituire il Turco, lo scorso anno, oppure a gennaio, quando un difensore era una "priorità", a detta della Dirigenza, per poi dover però constatare che ciò a cui si ambiva aveva costi eccessivi per le casse rossonere.  Quando Paolo Maldini rilasciava la famosa intervista alla Gazzetta dello Sport, parlava di un Milan più forte, in grado di competere in ambito internazionale. Aveva ben chiaro cosa fare, pensava a tre acquisti, Botman, Sanches e CDK, con l'aggiunta di Origi in arrivo da svincolato e qualche ritocco. Un mercato da 70 Milioni, con qualche cessione utile per contenere i costi e la possibilità, più che teorica, di potersi ripetere ed essere competitivi in tutte le competizioni. Sappiamo tutti come è andata a finire. Con Maldini e Massara messi a "bagno maria", da una proprietà che in modo diplomatico ha voluto ribadire quanto sia semplice essere messi alla porta e un rinnovo firmato all'ultimo minuto disponibile.

Allora ecco che il "nuovo motto", del tifoso milanista che vuole evitare di farsi il sangue amaro e specialmente di entrare in contestazione con una proprietà che non pospone certamente i propri interessi e guadagni, a quelli passionali sportivi, di milioni di tifosi, diventa : "Siamo a posto così", non certo perchè non si possa fare meglio, ma perchè se bisogna obbligatoriamente affidarsi a tentativi, a giovani da crescere, a logaritmi da verificare, allora anche NO, GRAZIE, da Campioni d'Italia preferiamo aggrapparci ai nostri ragazzi e augurarci che possano ripetersi, conquistando altre vittorie. Non va poi dimenticato che sbagliare qualche operazione di mercato non è poi così difficile. Il caso di Bakayoko è sotto i nostri occhi. E' in prestito dal Chelsea, con uno stipendio sufficientemente gravoso se pensate che guadagna 2,5 M netti, quando Leao ne prende 1,4 M e qualora giocasse almeno 15 partite nella stagione che sta per avere inizio, scatterebbe l'obbligo del riscatto, perdendo ulteriori risorse economiche. Situazione simile con Ballò Tourè, terzino sinistro, dai costi molto contenuti, ma totalmente inaffidabile al punto che in caso di emergenza sarebbe uno fra Calabria o Florenzi, ad adattarsi al ruolo. La sgambata di ieri a Vicenza, quaando mancano solo sette giorni, all'inizio del Campionato, che vedrà il Milan affrontare l'Udinese, nell'impegno casalingo, ha ribadito concetti oramai consolidati. 1La fluidità di un gioco metabolizzato perfettamente. 2 La sequenza di infortuni, figlia di prestazioni sempre al limite. 3 I "singoli" a disposizione del "collettivo".  Allora analizziamo insieme questi punti :

1- Che la vittoria del Campionato, sia figlia di un gioco e di una velocità di esecuzione, totalmente diversa da ogni altra formazione italiana, penso sia chiaro ed evidente. La squadra riesce ad essere costantemente in movimento, mantenendo comunque le distanze fra i reparti sempre compatte. Usufruisce di tutta l'ampiezza e la profondità del campo, obbligando l'avversario a perdere molte energie e spesso a concedere ampi spazi, che vengono regolarmente "aggrediti" da chi già conosce lo spartito a memoria. Non era certo il Lanerossi Vicenza del Patron della Diesel, appena retrocesso in Lega Pro, ad essere un test particolarmente difficile per dare giudizi concreti, ma il solo fatto di riuscire a proporre prestazioni costantemente similari, a prescindere dal valore dell'avversario, sono una prova sufficiente per capire il livello a cui questa squadra può ambire.

2- Ibra alle prese con una lunga riabilitazione, Origi indisponibile, Giroud e Pobega, affaticati, a questa lista vanno subito aggiunti, Tonali e Messias, usciti ieri dalla partita per dolori muscolari e difficilmente disponibili per l'incontro di sabato. Problematiche che conosciamo perfettamente, poichè in fase di preparazione, sottoponendo il fisico a carichi di lavoro, particolarmente pesanti e cercando ugualmente di tenere i ritmi di gioco più alti possibile, gli affaticamenti muscolari sono i più facili degli imprevisti. Un problema che non dovrà certo affrontare solo il Milan, che oltretutto ha fatto una preparazione particolarmente attenta, senza quelle trasferte, utili alle casse, ma deleterie per i muscoli dei giocatori già sottoposti a moltissime partite. Il gioco del Milan si basa molto sugli scatti, logico che l'augurio sia di non dover affrontare una emergenza infortuni, come accaduto lo scorso anno.

3- Se quindi la forza del Milan è frutto del gioco collettivo, proposto da Mister Pioli, spetta poi ai singoli, saper mettere a disposizione della squadra le proprie qualità. Mentre Messias sa trasformare in gol, molte delle occasioni che transitano dalla sua fascia, Salamandra deve dedicarsi più a marcature o chiusure, utilissime a recuperare prima possibile il pallone. Nei pochi minuti messi a disposizione dell'allenatore per CDK, il talento belga ha mostrato la sua facilità ad inserirsi negli spazi e la personalità giocando palloni complicati, anche negli spazi stretti, cosa sempre problematica per Diaz che spesso si ostina alla ricerca di dribbling impossibili. Un gioco che consente a tutti gli interpreti di poter ancora alzare l'asticella delle prestazioni personali e quindi migliorare.

Viene da sorridere se pensiamo che solo Leonardo era riuscito a far aprire il portafoglio a Elliott, facendogli comprare Paquetà e Piatek, oltre alla costosissima operazione Higuain. Fortuna che Maldini è riuscito a venderli, specialmente Suso al Valencia e con quei soldi mettere le basi per una squadra forte e giovane. Basterebbe veramente poco, per poter aprire un ciclo e senza bisogno di fare debiti, oltretutto con la possibilità di incrementare tutte le voci di entrata. E' sempre una questione di SOLDI. E' di moda scandalizzarsi se una Società è in perdita, dimenticando come in passato i Presidenti sapessero ugualmente trarne visibilità utile ai propri interessi. Giustissima la filosofia di portare tutte le contendenti all'impossibilità di generare perdite, anche se ripianate, ma perchè non scandalizzarsi nella stessa maniera quando si producono utili, che invece di essere investiti, vengono spartiti fra gli azionisti o gli investitori ? Per fortuna del calcio, mentre a Milano si fa attenzione anche al consumo dell'acqua, a Roma c'è voglia di cavalcare la passione, di entusiasmare e magari vincere. Se il calcio italiano vuole stare al passo con le altre nazioni, se vuole migliorare i ricavi dai diritti televisivi, deve fare molta attenzione, perchè lo spettacolo che sta proponendo, tranne pochissime squadre è di un livello infinitamente più basso di molti altri. A fine mese il mercato sarà chiuso, poi i giornalisti potranno scrivere qualsiasi nome da accostare al Milan, perchè lo abbiamo capito, NOI ? Siamo a posto così, ma specialmente Elliott, in attesa di Cardinale, i giocatori li compra tutti, ma a mercato CHIUSO.