Fin da ragazzino ascoltavo i racconti dei miei nonni, e la Guerra, anzi la Seconda Guerra Mondiale, era qualcosa di terribile, qualcosa che però loro raccontavano in maniera leggera, ma vedere i loro sguardi persi a guardare in un punto morto, mentre partiva la prima parola... "Ricordo che avevo 18 anni...".
Ecco 18 anni, i nostri sono stati più che tranquilli, anzi sentivamo parlare della Guerra nell'ex Jugoslavia, di quella interminabile in Israele sulla Striscia di Gaza, ma in Italia si sentiva soprattutto delle due guerre passate nel 1915-18 e 1940-45, ma se la prima era per lo più un non ricordo nemmeno loro ma dei loro padri, la seconda era stata vissuta in prima persona.
I miei nonni partirono a soli 18 anni, che non sono i 18 di oggi, perchè come spiegavano loro "A diciotto anni noi eravamo già lavoratori esperti, avevamo una famiglia da campare, e dei figli da sfamare, per questo sembravamo già vecchi così giovani".
Poi quando parlavano della Guerra cambiavano l'espressione, nei loro occhi e nelle loro parole si riviveva una piccola parte di quel che andavano a raccontare... "Quando partii, mi trovai da semplice lavoratore, a dover portare un fucile al collo, sempre pronto a proteggere insieme ai miei compagni la Nostra Patria".
I racconti erano spesso spezzati da una risata, già, perchè come ben spiegavano "Io ho visto la fame, ma la fame vera, mangiavamo quel che si trovava, insetti, e animali che oggi non sogneremo mai di toccare, eppure la fame e soprattutto le primizie scarse, portavano i macellai a vendere quel che si trovava, animali in quel tempo? Non ce n'era più traccia. Però qualcosa era davvero buona, anche se non ho mai avuto cuore di chiedere cosa stavamo mangiando, anche perchè la risposta sarebbe sempre stata falsa anche da parte di chi la vendeva o cuoceva. Però ricordo che ci facevamo degli scherzi, altrimenti saremmo morti dalla paura, quella che poi saliva quando partivano i richiami della sirena che ci avvertiva di un eventuale bombardamento".
Nei loro occhi vedevo tanti ricordi, ma mai le lacrime, anche se certe cose mi lasciarono davvero di stucco, soprattutto quando mi raccontarono che "...correvamo dentro i rifugi... la gente non dormiva, mentre i bambini appena nati o con pochi anni, dormivano dentro un cassetto aperto di una cassettiera, mentre in strada ogni tanto si vedevano corpi camminare... senza testa per qualche secondo per poi cadere come sacchi".
Quello che diceva mi faceva pensare, anche se poi quando usciva fuori il nome del Duce Mussolini, che noi tutti, dai racconti storici, abbiamo sempre sentito attaccare per essersi accordato con Hitler, condannando a morte tantissimi italiani, rispondevano così "Mussolini era una persona che voleva bene a tutti, prima della guerra, poi per molti ha sbagliato, mentre la verità è che fu costretto ad accettare la proposta di Hitler, che altrimenti avrebbe raso al suolo la nostra nazione".
Ripeto, ognuno poi ha un suo pensiero sulla questione, però i loro racconti erano dettagliati, avendoli vissuti, quindi lascio sempre a chi la pensa in altro modo qualsiasi pensiero.
La cosa quindi saliva di intensità quando si parlava di conflitti "Ricordo che avevo un fucile, ma devo essere sincero non l'ho mai utilizzato per ammazzare nessuno, sparavo spesso al cielo, soprattutto quando davanti ai miei occhi si scorgevano facce di persone che cercavano rifugio. Avevo sempre nella mia testa la mia famiglia, mia moglie e in miei figli, che sapevo che erano chiusi dentro dei tunnel, anche perchè non tutti potevano entrare dentro i bunker pronti per la protezione, e quindi non sparare era come sparare a me stesso o a uno dei miei figli, quindi quando vedevo qualche movimento sparavo in aria, e per la maggiore chi c'era si dileguava".
Poi spesso mi poggiavano una mano sulla gamba e mi dicevano "Erano tempi duri...Tempi che spero non vivrai mai, perchè sì è vero che dopo la guerra la rinascita dà lavoro a tantissime persone, ma passare da questa vista a zero, porterebbe la gente a impazziere, ad uscire fuori di testa, soprattutto per chi è globalizzato da internet, mentre noi non avevamo niente più che una bella passeggiata alla domenica, e tanto, tanto lavoro".
Quando spesso gli domandavo "Ma davvero si stava meglio, quando si stava peggio?", mi rispondevano "La risposta è in due versioni; si stava bene perchè c'era partecipazione tra le persone, se ti mancava qualcosa potevi bussare alla porta del vicino che ti aiutava e viceversa. Ma la seconda versione è che, non c'era più niente, tutti lavoravano, anche i ragazzini, e la vita era 'bella' per chi lo racconta, perchè era finita la guerra, ma è stata molto dura per i 15 anni a seguire, perchè il paese era forte, ma stava a pezzi, quindi si potrebbe dire che eravamo bravi a pensare positivo, anche quando di positivo c'era poco e niente", poi mi davano un colpo sulla spalla e dicevano "Vabbè non ci pensiamo, è passato, adesso dobbiamo continuare a guardare avanti e sperare in un Mondo migliore".

Oggi i miei nonni non ci sono più, ma i loro racconti li ho stampati nella mente, anche perchè avrei altre migliaia di storie da raccontare del loro tempo, nei quali mi tuffavo passando dagli anni 2000 agli anni 30-40 in un battito di ciglio. Forse se avessero potuto vivere fino ad oggi, e sapere che c'è sempre più possibilità che la Russia non faccia un passo indietro su questa Guerra dell'Est, avrebbero potuto dire qualcosa del tipo "Se gli americani si mettono in mezzo, scoppierà la Terza Guerra Mondiale!", ma certamente  penserebbero che la Guerra sia solamente motivo di distruzione, e che oggi non servirebbe davvero a nulla; come al solito l'Italia parteciperà, come succube degli americani, e spedirà le nostre forze militari al confine ucraino, nella speranza che il potente russo si fermi ben prima, e che scongiuri, soprattutto a Cernobyl, una guerra nucleare, che ancora oggi dal 1986 continua a mandare radiazioni mortali.
Per questo No alla Guerra!
#NO WAR!