Quando andavo a scuola, mi ricordo di alcuni miei compagni di scuola, vittime della poliomielite, che soffrivano molto della loro condizione, dovuta alla mancanza dei vaccini idonei a metterli nella giusta pretesa di potere trascorrere gioiosamente la loro infanzia e le normali relazioni che potevano avere con i loro compagni, con i quali non potevano condividere neanche i giochi più innocenti, come "nascondino", "bandiera" e ancora meno giocare una sana partita di pallone. In seguito arrivò il vaccino di Sabin, scienziato polacco, che distribuì gratis al mondo la sua scoperta, rinunciando a grosse somme per brevetti e royalties, che lo avrebbero reso immensamente ricco. Ma lui era già ricco, non di soldi, ma di umanità, e quel gesto seppure conosciuto tardivamente, ancora oggi mi commuove.
Già, lo amavamo perchè anzichè una puntura dolorosa, assumevamo il vaccino tramite uno zuccherino imbevuto della soluzione. Ed allora il "... indolor" già fatto, non l'avevano ancora inventato, e tutte le volte che si doveva fare una puntura, sembrava di essere in un campo di concentramento con aghi degni del dottor "Mengele", quindi dovere prendere uno zuccherino, per noi era come una torta con i bignè, visto che gli zuccherini, al contrario degli aghi, erano in quantità scarsa, soprattutto per le nostre tasche. 

Erano gli anni sessanta, e noi bambini eravamo numerosi, e quindi di vizi non ce n'erano, ed ancor meno le cose che oggi hanno i nostri bambini. La televisione, per cominciare iniziava i suoi programmi alle ore 17, con la Tv dei ragazzi, spesso noiosa, ed in bianco e nero. Per anni c'era un unico canale, il primo "nazionale", seguirono il secondo canale, ed il terzo, che per anni fu una vera impresa potersi connettere, neanche con una catena di "medium" e parapsicologi. Il telefono? Rigidamente fisso e "chiuso", era infatti una dotazione per il solo uso degli adulti, e quasi sempre in ore pasti. Giocattoli? Sì, a Natale ci arrivava un  bel trenino elettrico, ma a Natale lo vedevamo, poi c'era sempre un motivo per non giocarci, alla fine lo si buttava dieci anni dopo perchè arrugginito e con i fusibili inservibili. E allora si correva, si giocava a palla, e venivano in mente i nostri compagni sfortunati. E così fummo educati all'utilità dei vaccini, perché poi, arrivava anche il vaccino contro il vaiolo, e qui la questione era più divertente, perchè i metodi erano incredibili al giorno d'oggi. Si prendeva un pennino, sì, proprio un pennino scolastico uso alla scrittura ed il medico di turno lo imbeveva in una boccetta contenente, non inchiostro ma del liquido chiaro e poi a mò di "analfabeta" faceva una croce (si proprio una croce) sulla spalla. Ma il bello doveva venire, perchè a tanti veniva la febbre (a me neanche quella) ma poi dopo qualche hanno arrivava la medaglia! No, non era la medaglia d'oro, o di altro prezioso metallo, era una medaglia di carne, ovvero si formava una specie di cicatrice rotonda sulla spalla, ben visibile in estate, e che rendeva orgoglioso chi l'aveva più grossa. A me arrivò piccola, talmente piccola, che oggi è sparita. Comunque il vaiolo così affrontato, sparì dalla nostra società, anche senza medaglia, ma con onore della scienza. 

Non avrei mai pensato che di questi tempi avrei dovuto affrontare una pandemìa, ero sicuro che la nostra civiltà avesse superato i problemi di una qualsiasi situazione infettiva, e neppure che mi sarei trovato a vivere una fiction, trasmessa circa trent'anni fa, che ad oggetto aveva proprio un virus che aggrediva il mondo, e dal quale molti non si salvavano, morendo come mosche, e che ci teneva attaccati alla televisione per vedere come andava a finire. Alla fine fu trovata una soluzione, non con vaccini o medicine, ma addirittura con l'ossigeno, che salvò poi tutti quanti; un po' come arrivano i nostri nei film di John Wayne. Questa soluzione, purtroppo, non è oggi risolutiva, anche se nelle terapie intensive e in patologie meno gravi, si è rivelato utile. Ma se vogliamo vincere questa "maledizione", oggi abbiamo bisogno di vaccini. Capisco il dolore e la perdita oltre che di vite umane, della nostra libertà, ma non capisco chi si ostina a ritenere i vaccini non, come una risorsa insostituibile, ma come una minaccia alla salute. 
Molto di questo è dovuto alle imprese di un medico inglese, che qualche anno fa, per potere frodare un'industria farmaceutica, cercò di dimostrare che i vaccini causavano l'autismo, riuscendo a farsi pubblicare su riviste prestigiose l'esito dei suoi studi "miracolosi". Ma fu presto scoperto e radiato dall'ordine dei medici. Ma il danno è stato fatto, ed ancora oggi, cedendo al fascino perverso del complottismo, taluni si mostrano scettici e avversi all'uso dei vaccini. 

I fatti recenti che hanno coinvolto l'AstraZeneca, società anglo/svedese, produttrice di uno dei vaccini più in uso in Europa, hanno ridestato questi sentimenti mai sopiti. Alcune morti in conseguenza, anche solo temporale, delle inoculazioni di tali farmaci, hanno creato delle ragionevoli perplessità, con una forte cassa di risonanza, inducendo l'Europa, tramite i suoi maggiori governi, a sospendere il prodotto, in attesa di ulteriori indagini, da parte dell'EMA, ente autorizzativo farmacologico europeo, ed anche delle magistrature che stanno indagando sulla verità dei fatti.
Tutto questo, provoca alcune conseguenze. La prima, che il processo di vaccinazioni, già lento di suo, ha subito un'ulteriore rallentamento; la seconda, che questo stop, provocherà sicuramente la morte di altre persone, che ritardando la dose vaccinale, si troveranno a contrarre la malattia, causando un numero maggiore di decessi a quello che si rischierebbero con l'iniezione del farmaco. Personalmente, penso che preferirei morire per colpa di un vaccino, che per colpa del COVID, anche perché morire soffocato non è proprio il modo ideale di morire. 

L'altra conseguenza è il pessimismo dilagante sui vaccini, che rallenta ancora di più il conseguimento dell'immunità di gregge, quell'immunità che potrà proteggere tutti, anche chi, per motivi leciti, ad esempio patologie incompatibili con il vaccino, ricevono la protezione delle persone che possono creare con la propria non infettività la protezione per questi individui.
Il perché questi no-vax abbiano preso tale atteggiamento e perdurino nelle loro convinzioni, non è facile spiegarlo. Ci sono molte spiegazioni. Alcuni pensano che a loro volta siano individui incompresi, con una forte frustazione, che andrebbero curati in forma psichica. Altri pensano che siano soggetti che seguono orientamenti politici estremisti, soprattutto contro i governi in carica, verso i quali scaricano motivazioni insensate, come golpisti, incapaci, complottisti, e chi più ne ha ne metta. Il problema è che taluni movimenti politici cavalcano questi malcontenti, e sibillinamente ne approvano le manifestazioni, contando in un beneficio elettorale e di consenso. Di questi tempi, cavalcare il malcontento non è difficile, pensate a chi è contento oggi: nessuno. Chi per motivi economici, chi di libertà personale, o di impossibilità di fare anche sesso con un partner non convivente, di portare una mascherina, di non potere uscire la sera, insomma ce n'è per tutti. 

Ma qui vorrei fare una riflessione. Questa, anche se di genere non convenzionale, è una guerra, e i nostri anziani hanno visto cos'era la guerra. Mancava tutto, il pane, la pasta, la sicurezza di essere vivi il giorno dopo, l'attesa dei bombardamenti, qualcuno si mangiava persino le suole delle scarpe di cuoio. I nostri giovani partivano per le armi e non si sa se tornavano, e se tornavano  chissà in quali condizioni fisiche. Mia suocera, a Milano durante un bombardamento si riparò nel rifugio antiaereo diverso dal solito che occupava, non riuscì ad arrivarci in tempo. Fu la sua salvezza, perchè nel suo "solito" rifugio una bomba fece una strage, e non si salvò nessuno. Volete dire che oggi noi siamo così sfortunati? Siamo costretti a mangiarci i gatti, che fino al giorno prima accarezziamo e che per fame gli tiriamo il collo? Allora vorrei raccomandare a tante persone che da ogni guerra si esce uniti, perché chi non era unito, a quei tempi veniva fucilato. Oggi nessuno ti fucila, anzi, ti riconoscono anche il diritto di non vaccinarti, seppure tu sia un operatore sanitario, e magari infetterai e farai morire quelle persone che invece dovresti proteggere. 
E' più pericoloso fare un vaccino o stare sotto le bombe ad aspettare che sbaglino il colpo? Allora io farei una proposta, chi non si vaccina, deve potere essere allontanato da quei posti di lavoro che occupano senza scienza e coscienza, e non faccio paragoni, perchè sono troppo scontati, e darei anche una patente di vaccinazione, così chi non la possiede, naturalmente per scelta e non per impossibilità, non potrà prendere un aereo, una nave o sedersi al ristorante, al bar, di andare al cinema, al teatro; insomma, per le proprie scelte si deve pagare, perchè nella storia gli obiettori di coscienza hanno sofferto per le loro scelte, in termini di cattiva fama, di soldi, di carriere.
E quasi sempre erano portatori di scopi nobili, come il rifiuto della guerra, dei diritti sacrosanti negati, anche di scelte religiose non conformi ai veri principi del cristianesimo, ma sempre scelte di amore per il prossimo. Nel non farsi vaccinare, vedo solo odio. Verso chi? Non lo so, spiegamelo tu...