La pirateria uccide il calcio. Nelle prime due giornate della Serie A TIM 2019/2020 in tutti gli stadi saranno esposti sul terreno di gioco striscioni a sostegno della campagna contro la pirateria con l’hashtag #stopiracy. 

Questo il nuovo fronte di battaglia della SerieA. Con una immagine dai contenuti forti.  Uno stadio distrutto, un bambino scocciato seduto accanto ad un pallone a guardare il nulla e quello che sarebbe potuto essere.

La campagna nasce perchè la pirateria, atto criminale, nel nostro Paese supera il 60%. E questo fronte diventa quello principale per la lega. E in rete si è scatenato il putiferio. Denunciando un calendario sempre più piegato ai diritti televisivi che dettano legge, e a tutto ciò che vi è connesso. Ora, la colpa, di quello che accade, non è delle TV private. Loro fanno il loro lavoro. Ma la colpa è di una federazione, di un sistema che si è letteralmente piegato a ciò, senza i cui soldi non va avanti. Se vengono meno i diritti televisivi, il calcio italiano e non solo italiano sprofonda nell'abisso. Ed è per questo che la Lega è preoccupata.
Ma non è la pirateria che uccide il calcio. Lo è il sistema che ha deciso di inchinarsi ai diritti televisivi, lo è un sistema che allontana sempre di più la gente dagli stadi con prezzi assurdi e stadi vecchi. Lo è un sistema che non punta più sui giovani, che si è piegato al business. Lo è un sistema che non riesce a riconoscere la parità di genere, a lottare contro le discriminazioni, contro l'omofobia. Perchè non lanciare una campagna con scritto il razzismo, l'omofobia, ammazzano il calcio? Perchè la sensibilità è diversa. Basta uno slogan e tutto si risolve. Rispetto, rispetto, rispetto. A parole. Poi, nei fatti, la realtà ti racconta una storia diversa.
Quella che sta ammazzando da tempo il calcio, dalle leghe minori alla massima Serie. Ma piuttosto meglio scagliarsi contro il dito e non contro la luna. Perchè la luna fa paura. In Italia in questo siamo dei maestri.