Come sempre nella sconfitta non c'è misura.
Un Napoli reduce da una profonda crisi di gioco e di risultati (quattro sconfitte consecutive in casa con tanto di cambio in panchina), com'era prevedibile si riprende con la Juve come un toro davanti a un drappo rosso, tirando fuori la migliore prestazione degli ultimi mesi. Intendiamoci, una prestazione appena sufficiente, niente di che, ma ingigantita da una pessima serata della Juve, praticamente scesa in campo solo negli ultimi dieci minuti, dopo oltre ottanta di coma.
Ma tanto è bastato alle vedove inconsolabili di Allegri per suonare le loro trombe e lanciare strali sul "pessimo" Sarri, che non ha stile, che è integralista, che non ha il piano B, che non è allineato e via dicendo.

Certo col Napoli era un'occasione di quelle rare per allungare in un campionato ben più combattuto di quelli degli scorsi anni, con le inseguitrici fermate da un pareggio. Un'occasione che da sola avrebbe dovuto dare le motivazioni giuste alla squadra bianconera, che invece è apparsa abulica, svuotata, colpevolmente rinunciataria, quasi la partita si giocasse da sola... in fondo si parte con un punto e ci va bene così, proprio secondo il più allegriano degli approcci. E in effetti, fino all'inopinato gol di Zielinski, sembrava uno 0-0 scolpito nella pietra. Ma tant'è, se non la giochi, più facile che la perdi.

Ora io non sono una vedova "Allegra", come non ero una vedova di quell'altro prima (per fortuna se ne scappò a mangiare in ristoranti più costosi). Sono convinto, infatti, che Allegri non avesse più nulla da dare alla squadra, non solo in termini di gioco (non ha mai dato molto in verità, a parte un taglio prudente da rasentare l'immobilismo nell'ultimo anno), ma anche come motivatore e che quindi fosse assolutamente necessaria una scossa. E scegliere Sarri come suo successore è stata la migliore scelta possibile, perché l'unica di rottura con il gioco speculativo di Allegri fattibile in quel frangente. Apprezzo molto il gioco offensivo che propone Sarri, soprattutto l'idea che la squadra debba muoversi senza palla e mantenerne il controllo nella metà campo avversaria... una cosa mai vista nella Juve recente (e forse mai vista e basta). E non ho la puzza sotto il naso, come tante vedove del livornese, anzi mi piace la schiettezza e l'onestà intellettuale dell'uomo di Valdarno, le cui dichiarazioni post partita sul "male minore" nel perdere con il Napoli quindi non mi disturbano, rivelandone ancora una volta un'umanità rara nell'ambiente.

Tuttavia, se la sconfitta di Napoli è stata in gran parte figlia dell'incomprensibile pigrizia degli uomini in campo, di un atteggiamento che tanto ha ricordato l'ultima sconfitta subita dalla Juve di Allegri contro il Napoli, allo Stadium due anni fa, anche la scelta di chi schierare dall'inizio ha però contribuito non poco alla pessima prestazione. Sull'impiego dal primo minuto di Ronaldo, Higuain e Dybala, Sarri non molto tempo fa dichiarò che era "una questione da bar", perché tecnicamente quei tre in campo contemporaneamente squilibrano la squadra, allungandola. Sarri aveva cento volte ragione. Le poche volte che ci aveva provato, la squadra aveva girato male, cavandosela a malapena o perdendo malamente, come in Supercoppa. Eppure ieri sera Sarri li ha messi in campo dall'inizio, sbagliando, perché al di là della malavoglia e dell'inaspettata assenza mentale, la squadra è subito apparsa messa male in campo, incapace di restare compatta e di pressare alto, con Dybala per nulla a suo agio nell'improbabile ruolo di trequartista, come già avvenuto tante volte l'anno scorso, quando Allegri lo impiegava da "tuttocampista" (termine coniato dal livornese per dire "un so cosa gli fo fare...").

Spero dunque che Sarri ora rinunci definitivamente a questa idea malsana di schierare di nuovo il tridente "pesante" dall'inizio e di continuare a privilegiare il suo gioco, magari provando anche a fare a meno del rombo, una volta che Costa avrà pienamente recuperato la forma.