Due giorni di caos hanno scosso il mondo del calcio europeo: 12 top team, all'improvviso, hanno proclamato la nascita di una nuova competizione, la SuperLega, format dal regolamento dubbio che ha creato non poche polemiche nel mondo dello sport e non solo, fino all'epilogo dello scioglimento avvenuto tra ieri notte e oggi. A parte le regole, lo svolgimento e la struttura del torneo verso cui si può essere favorevoli o contrari, questa scissione ha palesato un'insoddisfazione dei top team europei su quella che ora è la massima competizione continentale. A parte il discorso economico, su cui non mi voglio soffermare non avendo competenze manageriali, provo quindi a tracciare un nuovo format per la qualificazione alle competizioni europee.

Tutto partirebbe dai campionati nazionali, alla fine dei quali userei un sistema stile "podio olimpico": al vincitore del campionato, la medaglia d'oro quindi, assegnerei la partecipazione diretta in SuperLeague, che diverrebbe la competizione principale, sulle orme della vecchia Coppa dei Campioni. Alle medaglie d'argento e bronzo (seconda e terza del campionato) darei l'accesso alla Champions League, e per il quarto slot userei la vincitrice della Coppa Nazionale, per quella che diventerebbe una competizione "di mezzo". Questo sistema inoltre porterebbe ad un aumento di valore, prestigio e soprattutto competitività della Coppa Nazionale, specialmente per l'Italia in cui non conta davvero nulla. Anche molte squadre definite "minori" lotterebbero molto di più per la Coppa Italia, vedendo a quali vantaggi potrebbe portare, alzando così il tenore delle singole sfide.

Alle successive tre del campionato (quarta, quinta e sesta posizione) l'accesso in Europa League, cercando di investire più di quanto viene fatto attualmente in questa competizione per renderla più interessante e competitiva. Se la squadra che vince la Coppa Nazionale fosse già qualificata in Champions o SuperLeague allora in Champions andrebbe la finalista, in caso di altre sovrapposizioni verrebbe trovata una formula per gestirle. A coronare questo nuovo formato a fine anno, in una capitale Europea candidata, un triangolare tra le vincenti delle tre competizioni per l'assegnazione della Supercoppa Europea, un evento con tanto di cerimonia e concetto da "grande festa dello sport", magari da disputare in un week-end. Questo creerebbe tre competizioni dall'elevato tasso di competitività, senza contare l'aumento della stessa anche nelle competizioni nazionali vista la posta in palio e il tutto gioverebbe anche allo spettacolo e al sistema dei diritti TV con più partite di qualità.

Discorso a parte per il Mondiale per Club, un trofeo che trovo insensato e lontano dall'interesse che suscitava la vecchia "Coppa Intercontinentale" (io stesso mi alzavo di notte per vedere le partite), oltretutto ormai vinto sempre dalla squadra europea. Per sponsor e TV probabilmente non avrebbe senso annullarlo ma qui mi esprimo a livello di interesse di giocatori e tifosi e sarei per chiudere questa competizione ormai priva di fascino. Penso che nel calcio di oggi, come hanno dimostrato le proteste dei tifosi di questi giorni, sia fondamentale mantenere l'accesso alle competizioni internazionali per merito e non per diritto acquisito, fatturato, milioni di spettatori e simili aspetti che niente hanno a che fare con lo sport, ma servano allo stesso tempo modifiche strutturali ad un sistema che oltre a reggersi sui debiti non attira più persone come negli anni '90 e decenni precedenti, basate in primis sul miglioramento del prodotto "calcio".