Il basket in Europa è uno sport secondario, di nicchia, perché lo stesso progetto presentato dai 12 club Spagnoli, Inglesi ed italiani è stato messo in piedi dalla società Euroleague Basketball nella stagione 2016-2017 per creare una lega in parallelo alla precedente Eurolega. Hanno pure utilizzato lo stesso nome visto che la FIBA non ne possedeva i diritti. Hai capito questi del basket. Zitti, zitti ti hanno messo su un torneo a 18 squadre con  11 società firmatarie tra cui l’Olimpia Milano, e con le altre 7 che vengono invitate o selezionate.

Nessuno si è indignato, nessuno ha detto che volevano imitare la NBA. Occhio per occhio, basket per basket. Nessuno ha detto che erano come dei bambini che stufi di giocare se ne andavano via con il pallone. Nessun titolo denigratorio, ed anzi negli stessi giorni degli insulti alla superlega di calcio, i giornali nostrani esaltano le gesta delle scarpette rosse. E non parlo della fiaba ma della squadra di basket. Oh, seguite ogni tanto anche qualche altro sport. Tranquilli non ci sono effetti collaterali, non inizierete a parlare in tedesco maccheronesco come i Nazionali di Sci.

Ma allora, se il sistema Eurolega è stato accettato, perché si sono prese posizioni cosi nette contro la superlega, senza avere alcuna informazione tecnica/organizzativa sulla medesima, e perché 12 club fondatori hanno annunciato la superlega lo stesso giorno in cui veniva presentata la nuova formula della Champions league?

Personalmente sono rimasto perplesso dalle parole scomposte, e spesso fuori luogo, di presidenti, allenatori, fino ad arrivare all’attacco personale di Ceferin nei riguardi di Agnelli (e agnelli mi sta simpatico come il dentista prima della devitalizzazione). Infantino dovendo gestire l’intero globo rimbalzante si è mantenuto più pacato, ma anche lui non ci è andato leggero.

Se ben guardiamo, regolamento, calendario, strutture, designatori, arbitri e tutto quello che prevende un torneo erano ancora da definire e, visti i tempi stretti era evidentemente un progetto inattuabile nella prossima stagione. Le 12 zitelle volevano semplicemente che il messaggio arrivasse alle orecchie di chi di dovere. Questi però, invece di attivarsi per capire motivi e finalità, o per lavorare ad un obiettivo comune, gli si sono scagliati contro facendo più rumore possibile. Lasciando spazio alle motivazioni ed ai commenti più disparati.

L’idea più gettonata tra gli uomini del settore era che volessero ricreare il sistema NBA. Anche loro?!? Che poi sta NBA non è mica tutto rose fiori, anche li ci sono una decina di squadre in rosso. Ma chi lo dice non conosce il sistema professionistico americano, altrimenti saprebbe che non si puo’ riproporre in Europa.

Segue breve spiegazione Bignami Style di come funziona la NBA, se non vi interessa saltate il virgolettato.
Le leghe negli States non prevedono coppe o tornei, ma solo un campionato senza retrocessioni. Le ultime classificate scelgono prima al draft, quindi prendono i prospetti migliori nella speranza di scalare le classifiche. Non si pagano i cartellini, esistono solo scambi di giocatori o efferte ai free agent (i parametri zero de noi artri), ed i contratti delle prime scelte sono al minimo salariale per tre anni. Esiste un sistema di salary Cup, un tetto salariale uguale per ciascuna franchigia, ed una luxury tax per chi sfora suddetto tetto. Tutto questo è supportato da contratti capestro ed è appoggiato dal sistema governativo. Tutte le tasse rimangono negli Usa, non ci sono proprietà occulte o fondi nei paradisi fiscali. Esistono dei piccoli sponsor di maglia ma devono essere legati alla città o allo stato della squadra. I sindacati dei giocatori partecipano alla trattative con la lega e le TV. La loro voce è fondamentale ai fini decisionali. I soldi di sponsor e TV sono suddivisi equamente tra tutti, ma le singole franchigie trattano personalmente i diritti con le TV locali. Una parte del guadagno da merchandising viene ridistribuito. Inoltre a fine anno, chi ha un bilancio in positivo deve condividerne una parte con le altre squadre.”

Altre voci dicono che hanno reagito all’indignazione dei tifosi, ed a quanto pare il merito va ai tifosi del Chelsea che hanno fatto cambiare idea a quel tenero cuore alla veneziana con vodka di Abramovich, incrinando la fiducia nel nuovo torneo del patron dei Blues. Anche allenatori dal grande carisma come Klopp e Guardiola hanno voluto dire la loro. Ma tutti senza conoscere la formula del nuovo torneo, e quindi facendo commenti generici sulla mancanza di equità. Guardiola ha detto che “Lo sport non è più sport quando la vittoria è garantita. Non è uno sport quando non importa se perdi”, ma champions league e superlega funzionerebbero allo stesso modo, e se fai meno punti non ti qualifichi alla fase eliminatoria. Il discorso è valido in un campionato a più livelli con promozioni e retrocessioni ma la superlega o la CL non centrano nulla. Semmai si dovrebbe parlare dei critiri di ingresso. Insomma, il mondo del calcio non ha voluto approfondire, ha chiuso semplicemente la porta come solo Handanovic senza De vrij nei paraggi sa fare. Del resto è un sport superdotato (fregati!)

Sono arrivato alla conclusione che non c’è una sola risposta, quindi questo sarà il primo articolo a conclusione multipla, scegliete voi quella che preferite.
Conclusione 1
Alla resa dei conti la superlega è fallita lo stesso giorno in cui la UEFA ha ricevuto conferma dell’immissione di nuovi capitali nel progetto CL. Le 12 hanno ottenuto un primo successo e rimandano il progetto a tempi migliori. La UEFA è avvisata, e le conviene tenerli buoni.

Conclusione 2
Le intromissioni dei vari governi ha creato notevole imbarazzo, e soprattutto il governo inglese ha fatto la voce grossa. I mercati poi non hanno apprezzato e le 12 sorelle, con le 6 Inglesi in primis, sono dovute tornare sui loro passi per la paura di sanzioni o di perdere ulteriori introiti.

Conclusione 3
Quei 12 bolscevichi sono colpevoli di lesa maestà e la superlega andava stroncata prima che qualcuno potesse ritenerla accettabile. Nei prossimi gironi finiranno insieme a squadre di spaccalegna e giocheranno sempre di martedi. Il pallone è mio e lo gestisco io. W la UEFA

Conclusione 4
Roman ha chiamato tutti gli altri presidenti, ed in lacrime ha raccontato di come i tifosi del Chelsea lo hanno supplicato di poter continuare a fare trasferte infrasettimanali in Estonia, Ucraina e Bielorussia per seguire la loro squadra. Ha capito che non doveva rovinare questa loro passione. W la FIFA