In queste ore il tema più caldo riguardante il calciomercato italiano è stato sicuramente il possibile passaggio di Simone Verdi dal Bologna al Napoli. Il ragazzo, nato a Broni in provincia di Pavia nel 1992, cresciuto calcisticamente nelle giovanili rossonere del Milan, dopo aver passato varie stagioni in giro per l'italia e una breve parentesi in Spagna in quel dell'Eibar, si è trovato davanti un treno che raramente passa davanti alla vita di un calciatore: accettare o meno l'offerta in questo caso del Napoli e, quindi, fare il cosiddetto salto di qualità. Da una parte, a Bologna, la sicurezza di giocare titolare e aver modo più continuo di dimostrare le proprie capacità, dall'altra, il Napoli, realtà ben diversa, dove si sarebbe dovuto inserire dentro una macchina già rodata col rischio di rimanere spesso in panchina.

Quando tutto sembrava ormai concluso con un lieto fine, ovvero con il passaggio di Verdi nella città partenopea, ecco ciò che nessuno si sarebbe aspettato: "rimango a Bologna!"

In un periodo dove la maggior parte dei calciatori pensa solamente all'aspetto economico, senza tenere conto l'effettiva necessità di trasferimento, la vicenda Verdi dimostra che non sempre è cosi scontato come sembra.
Sicuramente nessuno si dovrà permettere di giudicare la scelta di Simone, criticandone magari l'aver rifiutato una "big" e aver perso il treno che passa una sola volta.
Io sono sicuro che per gente come Verdi, sia per quello che sta dimostrando sul campo e sia per come si è dimostrato legato alla città e alla squadra, già a partire da giugno di treni che passeranno sotto casa sua si moltiplicheranno.

Intervistato in questi giorni, si è rivelato un ragazzo educato, declinando gentilmente l'offerta del Napoli e dichiarando che rimane a Bologna col sorriso.
Proprio col sorriso, io dico che ben vengano giocatori come Simone Verdi, che preferiscono i Tortellini alla Pizza.