E' durato lo spazio di un mattino, il progetto di un gruppo di squadre brutte e cattive che  ha deciso di sottrarre il calcio che conta (e tanti soldi) alla Uefa e in secondo ordine alla Fifa. Una Superleague sul modello della Eurolega del basket e della Nba, dove non ci sono meriti o demeriti sportivi, ma una quota di iscrizione ben compensata da diritti tv, sponsor e pubblico quando sarà possibile la presenza.

Tutto questo avrebbe potuto impedirci di vedere Inter-Spezia o Benevento-Juventus, peccato perchè quest'anno le "streghe" ha realizzato 3 punti su 4 con i gobbi. Match che totalizzano tra andata e ritorno la metà dello share o degli spettatori di un derby.

Il calcio moderno è un industria di intrattenimento. Non a caso Inter e Milan non hanno proprietà italiane, e la Juve- bisogna ammetterlo- da tempo ha introdotto un modello business like, con lo stadio di proprietà e la quotazione in borsa. A proposito le quotazioni del titolo, dopo l'annuncio della SL è salito del 18% I tifosi delusi ed amareggiati, me compreso, devono mettersi in testa una cosa: gli azioni di maggioranza, i proprietari dei club di calcio vogliono fare margini, utili e guadagni. 
Ma tutto questo non ci sarà, almeno per ora. Il dietro-front delle sei squadre inglesi ha portato anche l'Inter a fare marcia indietro. Ovviamente e casualmente dopo la presentazione della nuova Champions League, dove è stata ridisegnata la spartizione del bottino diritti tv.  
Anche io mi sentirei orfano delle retrocessioni, o degli scudetti o della coppa italia che ti premia con un torneo europeo. Ma gli unici che hanno diritto di protestare sono i tifosi e il presidente Uefa Ceferin, vittima della usuale caduta di stile di Agnelli. Al mattino sostiene la riforma della CL e al pomeriggio spegne il telefono.

La fine del calcio però non è iniziata dalla SL. I moralizzatori che lanciano pietre, contro questo torneo da ricchi sono gli stessi che hanno organizzato un mondiale in Quatar, incurante del clima insostenibile e di oltre 6mila lavoratori morti per ristrutturare gli stadi. Sono gli stessi che fanno giocare la finale di Supercoppa Italiana, in Arabia, e chi se ne frega se allo stadio non possono entrare le donne. Sono gli stessi che hanno imposto il fair play finanziario senza limitare gli ingaggi, così le uscite crescono e i ricavi calano. Calano anche perchè la Uefa ( e la Fifa ) si prendono una bella fetta della torta. Che è il vero problema, altro che salvare il calcio. Sono gli stessi come Klopp che con un ingaggio di 17 milioni di euro difende il calcio povero. Ma non ci dice come il Liverpool potrebbe pagare il suo ingaggio in futuro.

Florentino Peres il presidente del Real Madrid e della futura Superliga è stato molto chiaro: chi ce li dà i soldi per continuare? Allora facciamo una competizione infrasettimanale, dove gireranno più soldi. JP Morgan aveva ha già messo sul piatto 3,5 mld di euro, perché ci saranno solo incontri di alto livello e (udite, udite) avremo un salary cup, un tetto degli ingaggi e trasparenza. Nella NBA tutti sanno quanto si guadagna. Ci saranno garanzie per i club che danno i giocatori alle nazionali, costrette a stipulare polizze sugli infortuni.
Per quanto riguarda le minacce di esclusione da parte di Uefa, bisognerebbe capire se un campionato senza Inter, Milan e Juve possa avere appeal. Stessa cosa vale per la CL.
Oppure pensiamo a Mancini che non può convocare Barella, Sensi e Bastoni.
Può avere senso?